Ventidue anni senza Raffaele Ciriello. Ventidue anni senza la sua passione, il suo sguardo aperto al mondo, la sua penna che raccontava le «cartoline dall’inferno».
Senza il suo racconto lucido e coraggioso sugli orrori ed erroi della guerra. Lui che, si racconta ancora in attesa di verità e giustizia, venne ucciso ”per errore” il 13 marzo del 2002 a Ramallah in Cisgiordania. Aveva 42 anni; morì colpito da cinque proiettili , centrato in pieno da un militare di vedetta su uno dei tank che Ciriello stava riprendendo con una telecamera palmare, piccolissima.
Lui morì. Nemmeno una sanzione per il soldato che fece fuoco.
Lucano, originario di Ginestra, Raffaele aveva studiato da medico ma poi aveva deciso di seguire la grande passione per la fotografia.
Ricordare il sacrificio di Ciriello vuol dire ricordare quanto sia districato di ostacoli il lungo percorso che conduce alla verità, al racconto senza mediazioni, senza filtri, senza compromessi che contraddistingue il lavoro di chi vuole occuparsi di conflitti.
«E mai come in questo momento bisogna illuminare i conflitti- scrive Beppe Giulietti, portavoce nazionale di Articolo21- sognerei gli oppressi, illuminare le terre oscurate. Di questo è molto altro si parlerà a Potenza che sarà la prima città a ricordare la storia e l’esempio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, inviati della Rai uccisi a Mogadiscio il 20 marzo di trenta anni fa, assassinati mentre indagavano sui traffici di armi, di rifiuti tossici e nocivi, di tangenti e corruzione.
Allora come oggi, per citare Papa Francesco, chi tocca i fili del commercio delle armi finisce nel mirino di mafiosi, oligarchi,signori della guerra».
Giulietti sarà a Potenza venerdi 15 marzo, quando si svolgerà un nuovo incontro promosso nell’ambito del cammino di dialogo e condivisione voluto dalla Parrocchia dei SS Anna e Gioacchino assieme al Ce.St.Ri.M. in collaborazione con tante associazioni, dal titolo ”Una comunità fra Cielo e Terra”. L’incontro sarà dedicato al ricordo di Ilaria Alpi a pochi giorni dal trentesimo anniversaio della sua morte.