L’ambientalista materano Pio Abiusi, a nome dell’Associazione Ambiente e Legalità, in una nota annuncia di aver inviato una lettera al Ministro Franceschini ed al soprintendente Canestrini dopo la scelta dell’Amministrazione Comunale di Matera di far ripartire i lavori per attivare gli ascensori nei rioni Sassi.
Gli ascensori nei Sassi di Matera sono un tormentone che a cadenza periodica si presenta nel dibattito cittadino e sempre con scarso approfondimento tecnico. L’idea venne molti anni addietro a Renzo Piano ma era estemporanea ed avrebbe meritato approfondimenti e studi di fattibilità. Fu la volta,poi, dei PISUS della programmazione europea 2007/2013. Nelle schede di quei progetti comparvero 4 ascensori. Uno già realizzato in Piazza Vittorio Veneto e mai andato in funzione, un altro era in corso di ultimazione in prossimità dell’ormai famoso ponte di ferro di Vico Commercio, fu ultimato ma non ha mai funzionato. Entrambi furono realizzati con piccoli scavi e mitigati alla vista con un rivestimento in tufelle. Nei PISUS spuntarono altri due ascensori nuovi uno che dalla Cattedrale, in prossimità del campanile, avrebbe collegato Porta Pistola con un buco nel banco di ben 28 metri di profondità, l’equivalente di un palazzo di nove piani, ed un tunnel lungo ben 50 metri che sarebbe sbucato nella navata di quella che è conosciuta come la chiesa di Santa Maria all’Ospedale Vecchio. Siamo in un banco di calcarenite molto friabile già sollecitato nei secoli passati con pericolose infiltrazioni d’acqua e costanti frane, smottamenti e conseguenti crolli. Il quarto ed ultimo ascensore era previsto in prossimità di Palazzo Lanfranchi per collegare via Bruno Buozzi. Quella volta non se ne fece nulla perchè si sollevò un bel movimento popolare fatto di associazioni, professionisti e perchè quei progetti furono discussi pubblicamente erano,perciò, di dominio pubblico.
L’amministrazione Adduce rinunciò a quegli interventi devastanti e nel redigere le schede dall’Accordo di Programma Quadro per il Piano di Sviluppo e Coesione 2007/2012 li cassò e previde l’ammorbidimento pedonale “mediante la creazione di percorsi agevolati e/o di lievi modifiche dei viottoli e delle gradelle esistenti per consentire la praticabilità degli antichi rioni anche ai soggetti a ridotta mobilità”. La nuova amministrazione si comporta con spirito talebano presa dal rigetto totale del passato, dal mancato coordinamento operativo e perchè rischia di perdere i finanziamenti. Un crollo in più, poi, non ha mai fatto male a nessuno perchè siccome i Sassi sono patrimonio dell’Unesco arriverebbero altri soldi e magari sarebbero anche copiosi. L’ultima volta ci sono voluti solo 200 mila euro e per il crollo precedente 600 mila, troppo pochi! Anche l’accordo di programma sottoscritto con Mise e Regione viene ignorato. L’ascensore previsto in prossimità di Palazzo Lanfranchi non viene riconfermato ma ne compare uno nell’improbabile Museo Demoantropologico il cui 1° e forse unico stralcio ha già visto il taglio del finanziamento unito alla nascita, appunto, dell’ascensore. Sarebbe opportuno che la delega prevista dalla Legge 771/86 accordata alla amministrazione comunale per intervenire nei Sassi vanga “sospesa” e che il Ministero assuma direttamente a sè l’onore di coordinare gli interventi negli antichi rioni ed, in attesa che l’orda devastatrice passi ed intervenga immediatamente a fermare i nuovi barbari prima che sia troppo tardi e che si consumi anche un danno erariale.
Pio Abiusi – Associazione Ambiente e Legalità