Aumento popolazione mondiale e spopolamento Basilicata, intervento Maida (Centro Studi Jonico Drus). Di seguito la nota integrale
Da diverso tempo i canali televisivi, e non solo, ci inondano di spot per chiederci una donazione destinata ad acquistare viveri, farmaci o comunque per contribuire alla cura di migliaia di bambini dei Paesi del terzo mondo affetti da diverse patologie, che in alcuni casi possono portare alla morte, alla cecità, etc. etc.
Le immagini proposte inteneriscono anche i cuori più duri e insensibili, impossibile rimanere indifferenti.
Ad una riflessione più attenta però non sfugge che quelle povere creature non sono al mondo per opera dello spirito santo, ma perché un uomo e una donna si sono accoppiati, indifferenti al fatto che, date le condizioni di povertà estrema del loro contesto sociale, mettono mondo degli essere che vanno incontro oltre che alla malnutrizione anche a diverse malattie infettive.
Non sarebbe dunque il caso di accompagnare le campagne di richiesta di donazioni oltre che per farmaci, cibo ed altro, anche per promuovere la contraccezione e nei limiti del possibile l’astinenza sessuale (sic!)?
Sappiamo perfettamente che la morale cattolica ha una posizione sull’argomento ben definita e più volte ribadita.
Giovanni Paolo II affermò che gli sposi che fanno contraccezione “Si attribuiscono un potere che appartiene solo a Dio: il potere di decidere in ultima istanza la venuta all’esistenza di una persona umana”. Si attribuiscono cioè la qualifica di essere non i co-operatori del potere creativo di Dio, ma i depositari ultimi della sorgente della vita umana. In questa prospettiva la contraccezione è da giudicare oggettivamente così profondamente illecita da non potere mai, per nessuna ragione, essere giustificata. Pensare o dire il contrario, “equivale a ritenere che nella vita umana si possano dare situazioni nelle quali sia lecito non riconoscere Dio come Dio” (Giovanni Paolo II, 17.9.1983).
In condizioni di normalità è un pensiero nobile e rispettabile, oltre che condivisibile, ma oggi ci troviamo di fronte ad una situazione straordinaria a livello mondiale.
Ogni 15 secondi nel mondo un bambino è vittima della malnutrizione e non raggiunge il 5° anno di età. La malnutrizione agisce in modo sottile: ritardando la crescita, privando l’organismo di vitamine e minerali indispensabili, e rendendo i bambini più vulnerabili alle malattie. Le nascite in quelle realtà devono dunque essere limitate proprio per rispetto della vita.
Qualche tempo addietro uno studio dell’Undesa, il dipartimento Onu per economia e affari sociali, ha stimato milioni di donne vorrebbero usare moderni contraccettivi ma non possono. In Africa vi è la percentuale più alta di necessità che rimane elusa.
Un modesto spiraglio di ottimismo lo ha offerto nel 2016 un altro studio condotto sempre dall’Onu World Contraceptive Use 2016 sull’uso della contraccezione e la pianificazione famigliare nel mondo, nel quale si evidenzia che la diffusione di anticoncezionali nei Paesi in via di sviluppo non è mai stata così alta e che continuando in questa direzione si potrebbe in futuro mitigare il sovrappopolamento del Pianeta.
Secondo Jagdish Upadhyay, capo del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione “I dati ci mostrano che le donne che hanno accesso alla pianificazione nelle nascite, spesso costituiscono famiglie più piccole, con maggiore istruzione e bambini più sani”.
In Nigeria, uno dei Paesi per cui è stata prevista una delle maggiori crescite della popolazione, l’uso degli anticoncezionali è al 16%. Basterebbe l’aumento di un punto percentuale affinché oltre 400mila donne pianificassero consapevolmente la crescita della famiglia.
Ogni anno, secondo alcuni calcoli, vi sono altresì oltre 20 milioni di gravidanze indesiderate.
Questi dati contrastano con quelli dei paesi occidentali, soprattutto dell’ Europa e dell’Italia dove aumenta la popolazione anziana e la denatalità.
Intervenire su questo ambito significa indirettamente fare prevenzione anche sul fenomeno, ormai epocale e strutturale, dell’immigrazione.
Gli “invasati” del cambiamento climatico, se davvero volessero dare un serio contributo al pianeta, è questo il tema che dovrebbero studiare.