La comunità di Banzi è in festa oggi per un nuovo centenario: Carmine Antonio Ciccotti. A festeggiarlo stamane il parroco, l’amministrazione comunale e i parenti.
Nonostante il suo precario stato di salute ha tanta voglia di vivere. Zio Carmine Antonio è padre di sei figli, dieci nipoti ed otto pronipoti. Ultimi pronipoti due splendide gemelline nate circa un mese fa. Aveva un fratello gemello di nome Luigi, entrambi sempre insieme durante il periodo bellico. La sua è stata una vita dedicata alla famiglia. Rimasto vedovo della sua cara Anna nel 2018 dopo aver festeggiato il loro settantesimo di matrimonio, il neo centenario ha svolto vari mestieri: contadino, elettricista, noleggiatore auto e commerciante. Nel gennaio del 2014 in occasione della Giornata della Memoria gli è stata conferita al Quirinale dall’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano una medaglia d’onore al valore militare. Come riportato nel foglio matricolare è stato avviato al comando base tradotte militare nei Balcani per l’inoltro all”11 Reggimento fanteria mobilitato P14-45″ del comando difesa territoriale di Bari. Catturato dalle truppe tedesche in Grecia il 9 settembre del 1943 è stato internato nel campo di Mepper e Discaghen in Germania per due anni come prigioniero di guerra ed avviato al lavoro coatto presso la miniera di carbone di Bielefeld e Gnesenchirchen con profondità di estrazione fino a 140 mt. A seguito di lesioni fu ricoverato in infermeria. Lesioni prodotte dai soldati tedeschi. “Venivamo sottoposti a lavori in miniera sotto la minaccia delle armi, a volte privi di cibo e di acqua – racconta zio Carmine Antonio -, subivamo ogni sorta di maltrattamenti, umiliazioni, angherie e sofferenze che violavano i diritti della persona umana, che adesso non voglio nemmeno ricordare.” Successivamente fu portato nella città di Minter Westval dove fu liberato dalle truppe inglesi e poi rimpatriato con il fratello Luigi ed altri soldati presso il centro di raccolta di Verona, per poi presentarsi presso il distretto militare di Potenza dove fu sottoposto ad interrogatorio ed avviato a licenza . E’ stato Collocato in congedo illimitato il 15 luglio del 1946. Una storia davvero commovente poiché oltre alle sofferenze della guerra, zio Carmine Antonio quando arrivò alla stazione di Palazzo San Gervasio incontrò un suo compaesano. Gli chiese come stesso suo padre Giuseppe e quello rispose che era morto già da tempo. Così scoprì di essere rimasto orfano di padre.