Barriere architettoniche edifici privati: 7,6 milioni di euro dalla Regione Basilicata ai Comuni. I cittadini portatori di handicap, entro l’1 marzo di ciascun anno, devono presentare domanda al sindaco del Comune in cui si trova l’immobile, con indicazione delle opere da realizzare e della spesa prevista. Di seguito i particolari.
La giunta regionale della Basilicata, su proposta dell’ufficio Pianificazione territoriale e paesaggio, nella seduta di ieri ha approvato la delibera relativa al riparto dei fondi da destinare ai Comuni per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati. Il contributo da erogare, a fronte delle 620 richieste da finanziare, ammonta a 7.677.537,35 euro, di cui 2.533.107,76 euro per il soddisfacimento di 223 domande presentare da disabili riconosciuti invalidi totali, con difficoltà di deambulazione, e 5.144.429,59 euro per le 397 domande di persone disabili riconosciute invalidi parziali.
“Con i contributi concessi per il 2022 vengono finanziate tutte le domande dei disabili aventi diritto di priorità e, a differenza degli anni precedenti, è stato possibile soddisfare anche buona parte di quelle presentate dai disabili riconosciuti invalidi parziali” dichiara l’assessore all’Ambiente della Regione Basilicata, Cosimo Latronico.
La legge n. 13 del 9 gennaio 1989 prevede la concessione di contributi a fondo perduto per la realizzazione di opere finalizzate all’eliminazione di barriere architettoniche in edifici già esistenti. I portatori di handicap, riconosciuti invalidi totali con difficoltà di deambulazione dalle competenti unità sanitarie locali, entro il 1° marzo di ciascun anno devono presentare domanda al sindaco del Comune in cui si trova l’immobile, con indicazione delle opere da realizzare e della spesa prevista. A seguito dell’istruttoria effettuata dall’ufficio comunale preposto, sulla base delle richieste ritenute ammissibili, il primo cittadino stabilisce il fabbisogno del proprio territorio, pubblica una graduatoria in ordine di priorità e cronologico che provvede a trasmettere alla Regione per la determinazione del fabbisogno complessivo. Le domande non soddisfatte nell’anno per insufficienza di fondi restano valide per gli anni successivi.
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