Qual è il rapporto che può intercorrere fra persone o famiglie oppresse dai debiti, respinte dalle Banche, e la Fondazione Lucana Antiusura Mons. Vincenzo Cavalla? Sembrerebbe noto, eppure non lo è a un certo numero di persone, anzi proprio a coloro che dovrebbero conoscere lo scopo e l’operatività della Fondazione, per godere delle opportunità di riscatto che offre ai richiedenti. La nostra Fondazione, sola a esser stata partorita da un attentato dinamitardo e, poco dopo, fatta segno di un incongruo attacco giudiziario, forse trattiene ancora intorno a sé un’aura nera e solfurea che intimorisce. O forse forvia la connotazione “antiusura” che mette in evidenza la finalità di contrasto per cui esiste, ma non ne esalta la sostanza di prevenzione che è davvero ragguardevole. Tu che sei incalzato dai debiti, escluso dal credito bancario, tentato di rivolgerti a realtà finanziarie legali ma esose, addirittura al credito illegale dell’usura, se non ti manca dirittura morale, se decidi che è tempo di cambiare stile di vita, se per l’affetto dovuto alla tua famiglia e per il tuo stesso onore sei disposto a riorganizzare le tue risorse economiche pur scarnite, se realisticamente disponi di una piccola ma effettiva capacità di rimborso, se vuoi che in casa tua ritorni la pace e l’innocente sonno, vieni in Fondazione. Lei accoglie richiedenti della tua fatta. Ne ascolta i casi e li soppesa. Ne valuta il merito. Possono essere soccorsi in base ai quattro criteri stabiliti dallo Stato: la difficoltà di accesso al credito legale, la serietà del debito, la capacità di rimborso, la volontà di sottrarsi al credito usurario? Riconosciuto il merito, con altrettanta rapidità, la Fondazione istruisce la pratica da presentare alla Banca con lei convenzionata, dove ha deposto il notevole Fondo che lo Stato le ha assegnato per garantire prestiti ai richiedenti meritevoli, a tassi d’interesse inferiori alla media corrente. La Fondazione non è una Caritas, anche se talora opera in maniera simile, elargendo modeste somme che preleva dal proprio Fondo privato, mai da quello statale. In quasi trent’anni ha complessivamente garantito ai beneficiari prestiti per circa 11 milioni di euro. Resta sempre pronta a dar una mano a chi le si rivolge per recuperare la dignità esistenziale insieme a quella creditizia. La Fondazione è edificata sulla cultura antidebito e dell’uso responsabile del denaro. A un economista la parola “antidebito” può far orrore e apparire retrograda, ma deve echeggiare nei giorni di chi si vota funestamente ai debiti. L’espressione “uso responsabile del denaro” è più pettinata e spendibile, purché non sia abusata dall’astuzia camaleontica di chi coi debiti vuol fornicare. La Fondazione antiusura ha raccolto una gran messe di storie. Registra un numero soddisfacente di beneficiari dalla fedeltà a tutta prova, ma si trova anche a fare i conti con alcuni personaggi che sguazzano nella dissimulazione. Peccano, sanno di peccare e, se li smascheri, si rivoltano contro, come serpi, a giustificare i loro coltivati inganni. Difficile non cedere al pensiero che a curarli occorrerebbe un autentico usuraio. Nessuno deve ignorare che la Fondazione risponde dei suoi due Fondi allo Stato, alle Istituzioni locali e alla Società civile, che l’hanno voluta e provveduta di risorse. Non c’è un diritto assoluto al credito, ma solo subalterno ai criteri stabiliti dallo Stato stesso. Nemmeno c’è un diritto a non restituire fatto valere motu proprio e imposto aggressivamente alla Fondazione. Si sappia: lo Stato controlla ed esige il rimborso di quel che concede. È obbligo morale e legale serbare integri i Fondi, per volgerli a garanzia di quelli che dimostrano di prendere sul serio il mondo e, anzitutto, sé stessi, e si impegnano, anche soffertamente, ad affrancarsi dai debiti, grazie alla consulenza e all’aiuto della Fondazione Lucana Antiusura.