Basilio Gavazzeni: Una “é” fuori luogo nei tribunali. Di seguito la nota integrale.
Zitto e mosca! mosca! No, zitto non sto. Confesso: ho la sindrome del correttore di bozze. Da quella volta che, in prima media, il professore d’italiano mi incaricò di controllare la correttezza del suo articolo in prova di stampa per un mensile di cui era collaboratore. Quanto gustai i Pavesini, a me sconosciuti, che ebbi in compenso! Ma adesso, a distanza di decenni, incarognitomi nella pratica, se apro un libro, ecco un refuso o un errore che mi fa l’occhiolino quasi mi aspettasse. Un’amica, quando mi vede fra le mani un nuovo libro – un “giocattolo” ai suoi occhi – attende solo che, leggendolo in diagonale, come ho appreso da un maestro gesuita, sussulti e chieda una matita perché già ho colto una preda da impallinare. Non v’è bisogno che mi metta alla posta. Refusi ed errori si presentano con tale frequenza da farmi stigmatizzare con amarezza la decadenza dell’editoria corrente, in specie locale. Vi sono refusi ed errori innocenti dovuti alla distrazione dell’”editor” malpagato. Ma vi sono quelli che insultano la grammatica per incallita ignoranza. Quanto si fa piangere la carta! La grammatica è etica, legalità, estetica, carità di patria. Anni or sono, accompagnato in macchina a Bari, divertendomi come un bambino a leggere ad alta voce la pubblicità sfrecciante ai lati del percorso, a un certo chilometro che ben sapevo, distoglievo lo sguardo dal lato a sinistra, per non scorgere il tabellone di non so quale proposta che esibiva la copula “é”, con l’accento acuto inclinato verso l’alto a destra, invece che quello grave, inclinato giustamente verso l’alto a sinistra. Ahimè! l’inguardabile errore infesta persino le aule dei Tribunali. Quando in TV le vediamo inquadrate in campo totale, nel corso di processi che fanno clamore, non poche volte la proclamazione alle spalle dei giudici, che assicura uguaglianza “La legge è uguale per tutti” appare scorrettamente “La legge é uguale per tutti”, oppure, quando il soffitto incombe, La legge e’ uguale per tutti”. Che sentenza può aspettarsi l’imputato italiano italiano da una giustizia amministrata sotto uno svarione che lede l’abbiccì della grammatica? Il Ministro Carlo Nordio, tanto gravato dalla riforma della Giustizia, provveda a correggere anche tale diffusa stortura. Oh! la sindrome del correttore di bozze a che pensieri mi induce! Bagatellari? Un avviso di garanzia mi fulminerà? Sarebbe il quarto a precipitare sui miei umili giorni. Zitto, allora, e mosca! mosca!