Celebrato questa mattina a Matera il 77° anniversario della Fondazione della Repubblica Italiana.
Dopo il raduno in piazzetta Pascoli le Autorità e le Associazioni Combattentistiche e d’Arma hanno raggiunto in corteo piazza Vittorio Veneto per dare vita alla cerimonia istituzionale.
Gli onori alla massima Autorità, il Prefetto di Matera Sante Copponi, l’alzabandiera e la deposizione di una corona di alloro al Monumento dei Caduti sono stati i momenti topici che hanno preceduto gli Interventi: del Prefetto della Provincia di Matera, che ha letto il messaggio del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, del Presidente della Consulta Provinciale Studentesca, Martina Montemurro, del Presidente della Provincia di Matera, Piero Marrese e del Sindaco di Matera Domenico Bennardi.
Hanno partecipato alla cerimonia il Picchetto Armato Interforze e la banda musicale dell’Associazione Culturale Musicale “Nunzio Vincenzo Paolicelli” Città di Matera.
Michele Capolupo
Festa della Repubblica, intervento di Martina Montemurro, presidente della Consulta Provinciale Studentesca
Buongiorno a tutti. Saluto e ringrazio le autorità civili, militari e religiose per aver invitato noi rappresentanti dell’istituzione scolastica. Porgo i saluti anche da parte della dirigente dell’ufficio scolastico provinciale, dott.ssa Rosaria Cancelliere, che oggi è qui con noi. Un sentito ringraziamento anche da tutti gli studenti e le studentesse della Provincia di Matera che stamattina rappresento.
Oggi si celebra il 77° anniversario della Repubblica Italiana: il 2 giugno 1946 si svolse, infatti, il referendum sulla forma istituzionale dello Stato, che con il voto popolare condusse alla nascita della Repubblica e all’elezione di un’Assemblea Costituente, a conclusione di un complesso periodo di transizione segnato dalle azioni di movimenti e partiti antifascisti e dall’avanzata degli alleati in un Paese diviso e devastato dalla guerra. Gli italiani, e per la prima volta le italiane, convocati alle urne per scegliere tra Repubblica e Monarchia e per eleggere i deputati dell’Assemblea Costituente cui spetterà il compito di redigere la nuova carta costituzionale, furono chiamati a cooperare alla fondazione di un’idea di cittadinanza repubblicana che trovò nella Costituzione una delle massime espressioni. Il 18 giugno 1946 la Corte di Cassazione proclamò in modo ufficiale la nascita della Repubblica, l’Italia cessava di essere una monarchia.
Per noi è normale parlare di Repubblica, così come di democrazia e libertà, popolo e Costituzione, tutti questi termini appaiono quasi scontati alle nuove generazioni: abitudini quotidiane il cui vero significato è, a volte, sconosciuto. A essi ci si è fatta l’abitudine. Eppure, un tempo non lontano, su questi stessi termini si sono spese forze e lotte che hanno appassionato l’intera penisola, fatto fare sacrifici, caratterizzato numerose vite, molte addirittura spezzate per la loro difesa. Tanti libri ci raccontano di un passaggio che ha segnato l’affermazione di un nuovo protagonismo, uomini e donne della società italiana che con diversi talenti, in vari campi, hanno contribuito alla nascita della Repubblica e a cambiare l’immagine del nostro Paese. Come ha detto il nostro presidente Sergio Mattarella “Volgendo lo sguardo al nostro passato ci si accorge di quanto cammino sia stato fatto dalla Repubblica per garantire agli italiani democrazia, libertà, benessere, giustizia, diritti, qualità della vita. Di quanti ostacoli siano stati superati, quando è prevalsa la coesione, il senso di responsabilità, la lungimiranza. Di questo dobbiamo essere fieri, senza che questo possa indurre a trascurare i tanti problemi e le tante difficoltà che emergono. Questa storia ci induce quindi a guardare al futuro con maggiore ottimismo e forza d’animo: il 2 giugno, oggi come ieri, è una festa per tutti gli italiani.”
Festa della Repubblica, intervento di Piero Marrese, presidente Provincia di Matera
Rivolgo il mio saluto a Sua Eccellenza il sig. Prefetto di Matera e a tutte le autorità civili, militari e religiose, alle associazioni partigiane e combattentistiche, ai volontari della Protezione Civile e a tutti voi che ci onorate della partecipazione a questa sentita ricorrenza.
Oggi celebriamo non solo la libertà, ma anche la Costituzione. Celebriamo il popolo, quel popolo che dopo la fine del secondo conflitto mondiale, con la caduta del Fascismo, decise di dare al nostro Paese un’altra possibilità, quella della democrazia. Lo fece attraverso la Costituzione e un referendum con il quale fu deciso che l’Italia sarebbe stata una Repubblica: dopo una guerra estenuante e una lunga dittatura, l’Italia decise di darsi una nuova forma di governo, con oltre due milioni di persone che decisero per la forma repubblicana.
Unità. Costituzione. Libertà. Repubblica. Diritti. Sono i concetti normalmente collegati alla festa del 2 giugno, considerata a buon diritto la festa della libertà di scelta, quella che celebra il protagonismo di uomini e donne che hanno creduto in ideali oggi più che mai vivi ed attuali. Concetti sui quali si fonda il nostro Paese.
Proprio per queste considerazioni la Festa della Repubblica ci rappresenta tutti, per quello che hanno significato l’avvento della Repubblica e della democrazia, ma anche per ciò che gli italiani hanno vissuto prima, con anni di privazioni e di perdita della libertà. Già, la libertà! Un concetto ampio del quale, in determinati momenti, forse non si ha piena contezza. Senza libertà non c’è democrazia e senza democrazia non c’è libertà.
Questa ricorrenza, però, deve farci riflettere anche sul senso del concetto di patria. Troppo spesso siamo portati a sottovalutarlo, ma la patria deve essere sempre al centro della nostra attenzione. Specie in un’epoca come quella che stiamo vivendo, con un conflitto che non è molto distante da casa nostra che ci ricorda come tali concetti siano legati in modo indissolubile.
Il 2 giugno non è solo la Festa della Repubblica come commemorazione del suo passato, ma anche esaltazione del suo presente e del suo futuro. Partire dal 2 giugno significa ripartire dalla Costituzione, da questo luogo di memoria che, in qualche modo, si fa futuro. Compito delle istituzioni è assicurare, nel presente e nel futuro, la democrazia, la libertà e pari dignità a tutti.
Il tricolore che ci ha accompagnati in tanti momenti di sofferenza, ci ricorda di essere un popolo unito da una storia, una cultura e un insieme di valori che sono le basi per garantire un futuro migliore ai nostri meravigliosi giovani. L’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna in questi giorni conferma quanto il popolo italiano sia unito da sentimenti positivi come la fratellanza, il darsi aiuto reciproco, il mutuo soccorso. E’ su questi presupposti che dobbiamo fondare il nostro presente, ripercorrendo il passato e quanto ci ha insegnato, per proiettarci in un futuro roseo e pieno di speranza avendo la consapevolezza di un’unità che ci consente di respirare libertà e democrazia.
Chiudo parafrasando il presidente Sandro Pertini: “È meglio la peggiore delle democrazie della migliore di tutte le dittature”. Una frase che deve farci riflettere.
W la Repubblica Italiana, w la democrazia, w la Costituzione!
Festa della Repubblica, intervento di Domenico Bennardi, Sindaco di Matera
Un caro saluto a tutti. A tutte le autorità, alle Forze dell’Ordine, alle Associazioni Combattentistiche e d’arma, ai gruppi volontari, ai cittadini e cittadine materane.
Era il 2 giugno del 1946, quando l’Italia, appena uscita dalla Seconda Guerra Mondiale, iniziava a scrivere una nuova pagina della sua storia, quella di una Repubblica Democratica.
Il 2 giugno è una giornata che porta con sé un immenso patrimonio valoriale e simbolico, la fine della guerra, la conquista dellapace, della libertà, della democrazia, e l’esigenza di riscoprire un gran senso di fratellanza e solidarietà nazionale, ideali e valori importantissimi, che un tempo segnarono un nuovo inizio per la storia del nostro Paese, e che costruiscono le vere fondamenta di uno Paese unitario.
“Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta” recita il nostro inno nazionale.
Solidarietà e fratellanza che l’Italia ha dimostrato di avere in varie occasioni, da nord a sud.
Del terremoto in Irpinia non dimenticheremo mai il grande contributo dei volontari che dopo il sisma arrivarono da oltre i confini regionali, medesima macchina di soccorsi arrivò a Firenze per la grande alluvione del ’66, o a L’Aquila per il terremoto che l’ha colpita e recentemente in Emilia Romagna, dove il Governo ha dichiarato, lo stato di emergenza in conseguenza della recente alluvione.
Per i territori romagnoli anche il Comune di Matera esprime piena solidarietà e, rispondendo all’appello di ANCI e con la collaborazione della protezione civile nazionale, offrirà 10dipendenti comunali, 10 nostri agenti di Polizia Locale, chenon hanno esitato di fronte all’idea di lasciare affetti e radici in nome della solidarietà nazionale. A loro i miei più sentiti ringraziamenti.
E’ questa solidarietà, questa parola chiave ricorrente, uno degli elementi distintivi e unitari della nostra Italia, e non poteva che essere così, non solo perché è sancito nella nostra Costituzione ma perché fa parte del nostro dna di un popolo generoso, non stravolgiamo questo spirito, non sostituiamo il regionalismo solidale a quello competitivo e differenziato che l’Italia, con i suoi squilibri economici e territoriali, non potrebbe reggere.
La giornata dedicata a festeggiare la Repubblica Italiana assume alloratanti significati: il ricordo della lungimiranza dei nostri padri e dei nostri nonni, che ci hanno permesso di vivere in un Paese senza guerre; l’apertura al diritto di voto per le donne; la creazione di uno Stato Democratico.
Con impegno e duro lavoro, donne e uomini si sono rimboccate le maniche e dalle macerie dei missili e dalle ferite ideologiche, hanno trasformato l’Italia nel paese che tutti conosciamo.
Questa difficile fase storica, segnata da incertezze, paure, mancanza di fiducia, ci sfida a dare prova della nostra capacità di rimanere uniti, di non cedere all’individualismo, al si salvi chi può, ma di affrontare insieme le avversità e gestire i cambiamenti economici, sociali e climatici. Dobbiamo accettare questa sfida, così come, 77 anni fa, hanno fatto le nostre madri e i nostri fratelli, ritrovandosi tra le mani le macerie di un Paese da ricostruire.
Lavorare insieme per un futuro più sereno per tutti, con nuove consapevolezze e più attenzioni verso gli altri, verso il clima e l’ambiente.
Per l’ambiente, il nostro faro è l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, sottoscritta dall’Italia, insieme a tutti gli altri Paesi membri delle Nazioni Unite, e approvata dall’ONU. Dovremmo ricordarci più spesso i 17 obiettivi da perseguire entro il 2030, tra questi c’è il contrasto alla povertà, alla fame, ai cambiamenti climatici, alle diseguaglianze, ma c’è anche l’obiettivo di perseguire la pace.
Oggi l’incubo della guerra è tornato, con sé porta come sempre morte, distruzione, violenza. E’un incubo incostituzionale. La nostra costituzione ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali con l’eccezione dell’assistenza agli alleati. Infatti in questi 77 anni l’Italia non ha mai inviato nessun fucile a nessun paese che non sia suo alleato.
Da quando è scoppiata la guerra in Ucraina,il nostro Paese, al pari di tanti, ha offerto 310 milioni di euro di aiuti finanziari e 660 milioni di euro di aiuti militari, il Parlamento nei mesi scorsi ha deciso di aumentare la spesa militare di 1,2 miliardi l’anno.
Diceva Gino Stada”la vera sicurezza per i cittadini è la salute non la difesa armata”
Investiamo in armi per salvare vite ma la gente muore nei nostri ospedali o nei disastri climatic perché stiamo riducendo gli investimenti in sanità e tutela dei territori.
L’Italia ripudia la guerra e dovrebbe ripudiare qualsiasi forma di armamento e puntare sui negoziati di pace. I negoziati costituiscono l’unica vera forma di solidarietà internazionale.
Torno a dire, lavoriamo insieme per un futuro più sereno per tutti, con nuove consapevolezze e più attenzioni verso le persone, lasanità, il clima e l’ambiente.
Il mio augurio è che questa celebrazione sia occasione per ricordare e condividere quei valori fondamentali dell’Italia, fratellanza e solidarietà, libertà e democrazia, pari dignità e tanta, tanta speranza in un futuro di pace.
Viva la Repubblica! Viva l’Italia!
La fotogallery della cerimonia per la festa della Repubblica (foto www.SassiLive.it)