“Anche quest’anno Viggiano si appresta a festeggiare la Madonna del Sacro Monte (proclamata ‘Regina e Patrona della Lucania’ da San Paolo VI e incoronata, nel 1991, da San Giovanni Paolo II) in maniera diversa con un programma religioso e civile ridimensionato per via del protrarsi dell’emergenza sanitaria a seguito della pandemia da Covid-19. Limitazioni che, sicuramente, non impediranno di cogliere la profonda essenza di questo rito religioso che in tutta la regione e nel meridione d’Italia ha radici profonde ed antiche”. Così il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Carmine Cicala, in occasione delle celebrazioni in onore della Madonna Nera domenica 5 settembre prossimo. Un appuntamento di forte richiamo che riunisce il popolo di Maria che, ogni anno, rinnova la sua devozione e il suo amore in una manifestazione che diventa sintesi di attesa e speranza.
“Il Sacro Monte di Viggiano, custode della venerata immagine della Madonna Nerache – sottolinea Cicala – insieme ai suoi sentieri e alle sue feste rappresenta un patrimonio culturale da far conoscere e riconoscere come un interessante esempio di diversità e di creatività umana e, dal punto di vista sociologico, assolve una funzione importantissima: ravvivare il sentimento di appartenenza alla comunità, conservare la credenza e la fede, diventando un bene della lista del Patrimonio Mondiale Unesco si attesterebbe come uno dei ‘significanti’ dell’identità regionale da tutelare e trasmettere. Un risultato che per essere centrato ha bisogno dell’impegno collettivo dei diversi attori (in questa direzione il percorso di comunità avviato dal Comune di Viggiano che vede insieme gli Enti istituzionali presenti sul territorio), conferendo così valore a questa eredità da preservare ericonoscendole un ruolo adeguato nel processo sviluppo culturale ed economico della regione”.
“L’auspicio – conclude il Presidente del Consiglio regionale – è che la nostra Basilicata, già presente nell’elenco dei beni dell’Unesco con i Sassi di Matera e il parco delle Chiese Rupestri e la Foresta di Cozzo Ferriero nel Parco Nazionale del Pollino, possa offrire accanto a questi siti naturali di straordinaria bellezza anche tradizioni religiose, espressioni orali, pratiche sociali e riti da tutelare per le generazioni future”.