Martedì 15 marzo 2016 a partire dalle ore 19 alle ore 20.30 nella sala convegni delle Monacelle è in programma un incontro in cui si parlerà di coaching di comunità: una città consapevole per cambiare insieme verso il 2019.
Matera potrebbe essere la prima città in Italia ad applicare i principi del coaching di comunità.
Il meccanismo, che sviluppa ulteriormente la filosofia della partecipazione attiva, diventa uno strumento fondamentale in una fase di continuo cambiamento come è quella che sta vivendo Matera in vista del 2019.
Se ne parlerà martedì 15 marzo a partire dalle ore 19 alle ore 20.30 nella sala convegni delle Monacelle dove gli assessori Giovanni Schiuma, Massimiliano Amenta e Marilena Antonicelli insieme ai componenti della Comunità di pratica di coaching discuterano con i cittadini, associazioni, gruppi e realtà cittadine come il concetto di partecipazione si coniughi con quello della trasparenza della pubblica amministrazione, dello sviluppo locale, dell’inclusione sociale e delle politiche giovanili.
Sarà un gruppo di esperti a spiegare come Matera potrà far diventare i suoi abitanti, cittadini ancora più consapevoli e competenti. Raggiungere nuovi comportamenti, più adatti alla concezione di città europea, è possibile grazie a elementi come la resaponsabilità, la solidarietà intercittadini, l’apertura a nuovi contesti e la consapevolezza di quanto questo territorio sia in grado di produrre.
L’approccio passivo alla vittoria che conduce ad aspettative a volte superiori a quanto la realtà consenta, non rappresenta il modo migliore per sentirsi parte di un percorso che procede verso il 2019, anno in cui la città sarà Capitale europea della Cultura.
Mar 12
I tre della giunta li conosciamo e con quelli non andiamo lontano, almeno dite chi sono i motivatori. Il gruppo di Marianella Sclavi è valido anche se venne a motivare inutilmente l’elettorato di Adduce ma il paziente era terminale tanto è che avrebbe perso anche se il suo avversario fosse stato il cavallo di Caligola- si è difeso bene, comunque-. Il gruppo della Scalvi ha collaborato a costruire il piano di gestione del sito Unesco che poi, affidato ai locali, è divenuto aria fritta buttato in qualche cassetto. A completare l’opera adesso sono arrivati anche i Talebani!