Concorso Regione Basilicata, Comitato Idonei Concorso Regione Basilicata: cosa ne sarà degli idonei?
Di seguito la nota integrale.
Con l’insediamento del nuovo Consiglio Regionale ha preso ufficialmente avvio la XII legislatura. Durante i lavori, in attesa dell’elezione del Presidente del Consiglio regionale e dell’Ufficio di Presidenza, sono state comunque discusse alcune delle priorità cui la politica regionale dovrà far fronte: dalla sanità fino al trasporto pubblico, passando per le politiche industriali. Alcuna parola è stata spesa, però, riguardo ai numerosi idonei al concorso regionale che, da quasi un anno, aspettano risposte circa il proprio futuro. Si tratta per lo più di giovani laureati, in maggioranza lucani, che hanno risposto con entusiasmo e messo in campo competenze e professionalità ampiamente certificate a seguito di una procedura concorsuale, per titoli ed esami, particolarmente selettiva, indispensabile – come è stato sottolineato a ridosso delle prime assunzioni – per “immettere merito, energie nuove e competenze innovative nella macchina amministrativa”. Un obiettivo, questo, ancora più stringente non solo alla luce delle sfide sempre più complesse cui la Regione è chiamata, ma anche e soprattutto per dare inizio ad una nuova e più avveduta politica di assunzioni per il rafforzamento della macchina amministrativa regionale.
Dopo quasi un anno, però, tutto tace e le ripetute richieste di chiarimenti circa la concreta possibilità di utilizzo delle graduatorie restano inascoltate.
Anzi, nonostante la messa a disposizione delle graduatorie in favore di altri enti e amministrazioni (non solo regionali), in molti casi si è preferito continuare a bandire concorsi finanche per una singola unità. Di fatto, Comuni, Università e addirittura Enti Regionali – solo per citare alcuni esempi – hanno preferito avviare un iter concorsuale dispendioso, non solo economicamente, per selezionare profili professionali già disponibili e, soprattutto, a costo zero! Perché?
Resta poco più di un anno prima della scadenza delle graduatorie, perché non capitalizzare l’importante investimento di oltre 2 milioni di euro speso per l’espletamento delle procedure concorsuali?
Di questo passo, il rischio sempre più concreto è che la “stagione dei concorsi” rappresenti un’occasione persa non soltanto per quanti, idonei al concorso, hanno creduto di poter vedere ripagati sforzi e sacrifici, ma anche per gli enti regionali e sub-regionali, chiamati a dare concretizzazione a rilevanti progetti nazionali ed europei, ma senza poter disporre delle adeguate risorse umane, salvo continuare a far ricorso alle collaborazioni esterne, ad oggi attestate, in Regione, sulle 706 unità (a fronte dei 915 “dipendenti interni”)!!!. Dati, questi, che, se rapportati a quelli molto più bassi delle altre Regioni italiane, testimoniano, una volta di più, la sempre più stringente necessità di ulteriore personale da assumere “in pianta stabile” rispetto a quanto previsto nel PIAO 2024-26 o, comunque, di attingere dalle graduatorie esistenti anche per la concretizzazione di progetti europei e nazionali in corso di programmazione.
Si tratta, di fatto, di un’importante occasione per mettere in campo azioni concrete volte non solo a valorizzare il merito e le competenze di centinaia di lucani, ma anche e soprattutto ad arginare la costante emigrazione giovanile e non solo. Un tema, questo, al centro della campagna elettorale appena conclusa, rispetto al quale – siamo certi – le attuali rappresentanze politiche regionali non potranno che prestare la massima attenzione a partire proprio dall’utilizzo delle graduatorie concorsuali vigenti.
In tale quadro, il Comitato idonei Regione Basilicata, ancora confidando in un riscontro positivo da parte del Governo Regionale che ha fortemente voluto l’attivazione delle procedure concorsuali, auspica, dunque, una maggiore attenzione affinché ci si attivi, nel più breve tempo possibile, allo scorrimento delle graduatorie vigenti così da trattenere e non continuare a lasciare andare via giovani preparati, motivati e pronti a fare la propria parte.