A seguito del Consiglio provinciale aperto sulle criticità della Sanità nel Materano, che si è svolto l’11 gennaio scorso a Pisticci Scalo riportiamo di seguito la nota di Don Giuseppe Ditolve, Parroco della Chiesa San Giuseppe Lavoratore di Pisticci Scalo.
Cari amici Sindaci della Provincia di Matera,
Dopo il Consiglio Provinciale di Matera nella sala mediateca di Pisticci Scalo con la vostra presenza del 11.01. c.m., rimurginando quel dibattito, mi sono venute alla mente alcune perplessità e per di più, per non fare di quell’incontro una probabile ed ennesima passerella propagandistica politica da qui ad un anno circa, cerco di sintetizzare e di essere concreto senza se e ma, chiedondovi cortesemente azioni concrete prendendovi le responsabilità che sono sancite dal vostro ruolo di primi cittadini, denunciando nero su bianco a chi sta sopra di voi, la reale situazione sanitaria lucana, visto e considerato che non è stato preso in seria considerazione il documento: ”Patto sulla sanità”, sottoscritto nella Città dei Sassi da voi sindaci e non dei distretti sanitari della provincia. La pandemia COVID-19 ha confermato il cagionevole stato di salute del Servizio Sanitario Nazionale, facendo emergere soprattutto l’imponente depauperamento del personale sanitario e la fragilità dell’assistenza territoriale, oltre che l’incapacità di attuare un’unica catena di comando. Tuttavia, se nel pieno dell’emergenza tutte le forze politiche convergevano sulla necessità di potenziare e rilanciare il Servizio Sanitario Nazionale, progressivamente la sanità è rientrata nei ranghi. E di fatto, le criticità rilevate sono ben lontane dall’essere risolte, non solo per l’impatto dell’emergenza sanitaria che ha prima paralizzato e poi fortemente rallentato la gestione ordinaria della sanità pubblica, come ampiamente riportato dal 5° Rapporto GIMBE sul SSN. Bisogna incentivare di più sul servizio pubblico per dare spazio alle fasce povere dei cittadini.
La sanità lucana ha bisogno di essere curata ma, in modo particolare, di relazioni, interconnessioni e famigliarità. Pertanto, le sfide del futuro della sanità in Basilicata alla luce di quello che è successo e continua ancora, è mettere al centro una ricerca scientifica che dia una medicina traslazionale che vada sul paziente e ritornare ad una medicina che curi l’uomo nella sua totalità, in maniera olistica cioè curare la persona, non solo la sua malattia ed avere una medicina di vicinanza con delle grandi eccellenze che sono gli Hub, investire su questo e su una medicina di medici di famiglia che siano non più dei prescrittori ma dei curatori. La sanità è un diritto per tutti! È impensabile che al giorno d’oggi una parte dei cittadini con redditi bassi e medio-bassi – soprattutto, ma non soltanto, nelle regioni del Sud Italia – afferma più che in altri paesi europei di dover rinunciare ad alcune cure sanitarie per motivi di costo, distanza o liste di attesa, mentre,somme di danaro invece, vengono spesi il più delle volte inutilmente, ed è per questo che serve un commissario sanitario prefettizio che vigili attentamente per non sprecare il dio denaro invano. È vero che sulla salute non c’è colore politico che appartenga ma, un’unica voce, un grido roboante che faccia capovolgere il sistema. E con la gracile salute non c’è tempo da perdere. Tutti ormai conosciamo e decantiamo il famoso articolo 32 della Costituzione Italina e voi come sindaci siete i difensori e custodi della salute dei cittadini e per questo, non dovete solamente ricordare ma mettere in pratica con una semplice firma denunciando penalmente i diritti dei cittadini, il primo passo spetta a voi e di conseguenza voce al popolo.