La grande potenzialità delle aree interne rappresenta un’opportunità ed una sfida per lo sviluppo dell’intero Paese. E’ uno dei concetti emersi, questo pomeriggio, nell’ambito del convegno “Piccole Italie e nuovi processi di sviluppo”, un importante momento di confronto sul tema delle aree interne promosso nel campus di Macchia Romana dall’Università degli studi della Basilicata con la collaborazione della Regione Basilicata e di Uncem.
Nel portare i saluti del Presidente della Regione Marcello Pittella, l’Autorità di gestione dei programmi operativi Fesr Antonio Bernardo ha illustrato le caratteristiche della strategia regionale delle aree interne. “In Basilicata – ha spiegato – si tratta di 4 aree (Montagna materana, Mercure Alto Sinni Val Sarmento, Alto Bradano e Marmo Platano) che ricomprendono 42 comuni per un totale di 94 mila abitanti sui 580 mila complessivi. Oltre alle risorse stanziate dal Governo nazionale, la Regione Basilicata ha fatto un investimento massiccio, riservando alle aree interne ben 117 milioni di risorse rinvenienti dai programmi comunitari. Tale strategia, però, ha superato il rigido steccato delle quattro aree interne, mettendo in campo politiche innovative che riguardano l’intero territorio regionale: dalla telemedicina alla rete unitaria del 118 e della protezione civile, dalla scuola 2.0 alla banda ultra larga che nel 2019 coprirà tutti i 131 comuni lucani, consentendo una navigazione di almeno 30 mbps”. L’autorità di gestione ha infine messo in evidenza la necessità di superare il forte legame tra la strategia nazionale per le aree interne ed i fondi comunitari. “Quest’ultimi – ha dichiarato – non possono finanziare la spesa corrente ed i servizi che rappresentano la vera sfida per lo sviluppo dei comuni più periferici”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Ciriaco De Mita che ha raccontato l’esperienza dell’Area Interna Pilota Alta Irpinia costituita da 25 comuni. Nel mettere l’accento sulla esiguità delle risorse messe a disposizione dal Governo nell’ambito della Strategia nazionale aree interne e sulla necessità di una programmazione tarata sulle effettive esigenze della popolazione, De Mita ha sottolineato anche l’importanza di investire e di garantire servizi, scuola, sanità e trasporti e di restituire alle università quel ruolo di opportunità formativa ricoperto in passato. “La cultura – ha affermato – è pensiero del passato che si proietta nel futuro”.
Le conclusioni dei lavori sono state affidate all’On. Enrico Borghi, consigliere delegato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’attuazione della Snai e autore del libro ‘Piccole Italie – Le aree interne e la questione territoriale’. “Il punto di partenza – ha affermato – deve essere quello di ricostruire la dimensione sistemica delle aree territoriali. Le periferie possono e devono diventare la leva per ridare un senso di prospettiva al Paese, e non soltanto alle aree interne. Una sorta di laboratorio di innovazione per l’intera nazione. In questa sfida un ruolo fondamentale – ha concluso – dovranno giocarlo le nuove generazioni che, abbandonata la logica del timore e della rinuncia, possono assumersi la responsabilità dell’innovazione e dello sviluppo”.
Hanno offerto il proprio contributo al convegno, introdotto da Giovanni Quaranta (Università della Basilicata), il Prorettore dell’Università degli studi della Basilicata Michele Perniola ed il sindaco di Stigliano Francesco Micucci (Area Interna Pilota della Montagna Materana).