Lunedì 29 febbraio l’Ispettore Michele Cosola e l’Assistente Capo Maria Carmela Calabrese, in servizio presso il Comando Provinciale di Matera del Corpo Forestale dello Stato, hanno partecipato all’assemblea d’istituto del liceo scientifico statale “D. Alighieri” di Matera per affrontare il tema “Ecomafia e tutela dell’ambiente”.
Durante l’incontro è intervenuto anche Francesco Pio Acito in rappresentanza dell’associazione ambientalista Legambiente.
Michele Cosola, il quale ha lavorato anche in indagini delegate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza, ha spiegato agli studenti che le mafie sono “organizzazioni criminali che, agendo all’interno di un vasto e ramificato contesto relazionale, configurano un sistema di violenza ed illegalità finalizzato all’ accumulo di capitale ed all’acquisizione di posizioni di potere territoriale appoggiandosi su un proprio codice interno di regole e godendo di un certo consenso sociale”. I forestali poi hanno fatto un breve excursus sulle origini e sulla storia delle mafie, soffermandosi sui concetti strutturali, sugli scopi e sugli indici rivelatori del fenomeno mafioso.
I forestali hanno fatto rilevare ai convenuti che le mafie si evolvono e che una nuova categoria criminale si afferma in ambito mafioso: “l’imprenditore mafioso”. A riguardo è stato detto che “storicamente esisteva la figura del mafioso/imprenditore. Oggi la situazione è profondamente cambiata. Esiste l’imprenditore/mafioso con società in chiaro. Non affiliati prestano attività a favore del clan: cambio assegni, assunzioni pilotate e regali di vario genere. In cambio hanno appalti pilotati e protezione sul mercato. L’imprenditore che fa regali al clan è una parte del sistema, l’imprenditore che subisce l’estorsione è, per lo più, una vittima del sistema.”
Il dibattito è proseguito con specifica e approfondita trattazione delle ecomafie e dei settori in cui operano. I forestali hanno evidenziato che l’attività illecita gestita dalle ecomafie che crea più allarme sociale, poiché determina danni irreparabili agli ecosistemi e alla salute umana, è il traffico dei rifiuti. I traffici di rifiuti, per anni, sono stati la più importante fonte di guadagno per le ecomafie. Recentemente, anche a causa dell’attenzione dedicata a tali attività dalle forze dell’ordine e all’inasprimento delle pene, vi è stata una inversione di tendenza, con l’interessamento delle ecomafie ad altre attività “meno rischiose” sotto il profilo sanzionatorio (agroalimentare, delitti contro fauna e flora protetta, ecc.).
Durante l’incontro sono stati proiettati filmati girati durante attività investigative connesse a traffico di rifiuti tossici e nucleari effettuate dal Corpo Forestale di Matera negli anni ’80 e’90, indagini dalle quali sono scaturiti processi ormai passati in giudicato. Queste indagini hanno portato alla luce i gravi danni arrecati al territorio dalle attività illecite, danni questi, che faranno sentire i loro effetti sugli ecosistemi e sulla salute dei cittadini per moltissimi anni.
Dopo la proiezione si è aperto un dibattito tra gli studenti, i forestali ed il rappresentante di Legambiente.
I forestali hanno evidenziato agli studenti, che formeranno il tessuto socio – economico del futuro, che le macro problematiche che determinano le mafie e che alimentano le stesse sono: disoccupazione, evasione obbligo scolastico, corruzione del sistema istituzionale e danno urbanistico – territoriale. Non si possono sconfiggere le mafie prescindendo dall’affrontare queste problematiche e limitandosi esclusivamente all’attività repressiva.
Feb 29