“La mancata parifica del rendiconto finanziario della Regione per il 2015 richiede un’attenta analisi di tutti gli aspetti messi in rilievo dalla Corte dei Conti, che il Consiglio regionale svolgerà in maniera trasparente nelle sedi a ciò deputate. Faccio appello al senso di responsabilità di tutti: il governo regionale e i suoi uffici, così come i consiglieri di maggioranza e delle opposizioni, non faranno mancare il proprio impegno per correggere i conti, approvando in tempi brevi i provvedimenti conseguenti e garantendo così la stabilità finanziaria che è essenziale per poter rispondere in maniera adeguata alle aspettative dei lucani”.
Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale Francesco Mollica.
“Le cause che hanno determinato le criticità rilevate dalla Corte dei Conti – ha aggiunto Mollica – saranno oggetto degli approfondimenti nelle Commissioni e in Consiglio regionale, oltre che del confronto politico che si sta svolgendo già in queste ore. Mi preme sottolineare che nell’immediato non ci saranno ripercussioni sulle attività in essere. La correzione dei conti, infatti, sarà operata utilizzando l’avanzo di amministrazione per coprire i residui contestati dalla Corte dei Conti. Si tratta essenzialmente di partite contabili risalenti a diversi anni fa, che la Regione aveva iniziato a sistemare con un lavoro graduale per non incideresulle politiche sociali. Ora questa attività di ripulitura dei conti dovrà subire necessariamente un’accelerazione con la riapprovazione del Rendiconto 2015, il che significa che diminuiranno i margini di manovra per l’assestamento al bilancio di previsione 2016, che siamo impegnati a portare in Aula entro la fine del mese di novembre. Il Consiglio lavorerà inoltre anche sui rilievi della Corte dei Conti riguardanti il drafting legislativo, che hanno potuto ingenerare confusione sulla copertura finanziaria di alcune leggi”.
“Va anche sottolineato – ha aggiunto ancora Mollica – che il procuratore aveva chiesto una parifica parziale, con prescrizioni vincolanti, e dovremo lavorare anche per ridurre la sperequazione fra i residui passivi della Regione e i residui attivi degli enti locali, che comunque non arrivano alle cifre pubblicate da qualche organo di stampa. Si tratta infatti di 60 milioni a bilancio contro i crediti indicati dal sistema degli enti locali pari a circa 180 milioni, e non 500. Come pure è opportuno un approfondimento sul senso della operazione programmata dalla Regione per trasformare Sviluppo Basilicata in un soggetto in grado di sostenere il credito delle imprese. Anche perché non possiamo lasciare gli imprenditori, titolari di finanziamenti pubblici, nelle morse del credit crunch che rende a volte impossibile accedere al sistema bancario, un po’ come è avvenuto su un altro piano con i cittadini coinvolti nella vicenda dei titoli tossici di Veneto Banca, che ha toccato anche la Basilicata e sulla quale il Consiglio regionale ha approvato una mozione nell’ultima seduta”.