Lorenzo Creanza, Sostituto Commissario della Polzia di Stato in quiescenza e Presidente del Sindacato di Polizia SIAP ricorda in una nota le stragi che provocarono la morte di Falcone e Borsellno e dei colleghi della scorta “per non dimenticare”. Di seguito la nota integrale.
Quest’anno, in occasione del 22° anniversario della strage di Capaci,a differenza degli anni passati, le cui ricorrenze sono state ufficialmente svolte con congressi e dibattiti in onore di quanti hanno lottato per la difesa della legalità,ho fornito il mio significativo contributo con un momento di riflessione nel luogo della strage di Capaci,esattamente sull’autostrada Palermo- Trapani,ove sono erette in entrambe le corsie i monumenti sui quali sono impressi i nomi di Falcone della moglie e dei colleghi della scorta.
Il mio saluto è stato al monumento eretto nel luogo in cui l’eroe – magistrato, con la moglie ed i colleghi della scorta ,hanno perso la vita, commemorando, ma soprattutto onorando la loro memoria, e accomunando il mio affetto ad altrettanti sentimenti di solidarietà al giudice Borsellino ai colleghi della scorta ed a coloro che hanno sacrificato la loro esistenza ,per quell’ideale di libertà, onestà e democrazia che deve avvicinare tutti noi italiani.
Ricordo in modo commosso e straziante anche la partecipazione ai funerali del collega Francesco Tammone nella ricorrenza del diciottesimo anniversario della sua tragica uccisione a Potenza durante una sparatoria con malviventi.
E’ ovvio che per quello che hanno fatto i magistrati Falcone e Borsellino i poliziotti non possono essere dimenticati dalla popolazione civile. Accadde esattamente in un pomeriggio d’estate del 1992, episodio che cambiò la nostra vita, il nostro sentimento, davanti ad una efferatezza balistica che stroncò la vita al magistrato Falcone, alla moglie ed ai colleghi della scorta.
Ma oggi c’e’ una coscienza più diffusa che non dimentica che si aggrega e da man forte a tutta la società civile nella convinzione che fare memoria sia un impegno, un dovere di fronte a quanti sono stati uccisi per mano delle mafie, un impegno verso i familiari delle vittime verso la società tutta, ma prima ancora verso le nostre coscienze di cittadini, di laici e di cristiani, di uomini e donne che vivono il proprio tempo senza rassegnazione.
Dobbiamo avere il coraggio di rompere il silenzio per costruire una verità in una società che è andata smarrita. Quest’aspetto allarmante, che coinvolge anche noi cittadini lucani, deve essere visto sia sotto l’aspetto giuridico, ma soprattutto da un punto di vista morale atteso che la Chiesa e scuola sono sempre più ignave sotto questo aspetto. Esse devono riprendere il vecchio metodo del percorso educativo.
Sono i giovani delle parrocchie, poco dediti alle frequentazioni politiche. Sono coloro che hanno scoperto i veri valori di una società ,sono i giovani che ogni anno a bordo della nave della legalità partendo da Napoli raggiungono Palermo e l’albero di Falcone per rendere omaggio agli eroi della legalità.
Sono timide analisi degli addetti ai lavori per diffondere questi principi sani verso coloro che sono poco inclini alla chiarezza o alla sobrietà. Purtroppo le inchieste giudiziarie che vedono coinvolti personaggi di rilievo della vita pubblica, ci devono vedere intensamente impegnati ad offrire spunti che spero possano rivelarsi proficui per uscire dalla crisi che sta creando una macelleria sociale. Questo modo di governare il Paese non salvaguardia la legalità in ogni parte del Paese dove il malaffare imperversa e tralascia i problemi della gente, quella umile e indigente.
Manca in questi ultimi tempi il pudore di chi svolge incarichi pubblici e con responsabilità gestionali e con esso le persone delle Istituzioni e della politica che si devono occupare delle persone che soffrono, dei ceti più deboli e delle famiglie. Siamo costretti a vivere in una società trash con tanti furboni e tanti arrivisti.
L’essere rispettosi, gentili, educati ci spinge verso un nuovo processo, verso una vitale combinazione di energie, di volontà, di risorse etiche.
Riscopriamoli pure noi questi valori che la società trash ci ha fatto da tempo immemore dimenticare. Del resto, le risultanze delle inchieste,degli scandali, degli avvenimenti tragici che si susseguono quotidianamente, ci fanno sempre di più allarmare, e confermano che la gente brava e coraggiosa si vuole risvegliare non con le minacce, ma desiderosa di regole e di giustizia e di educazione, soprattutto quella che ci aiuta a far crescere bene i nostri figli secondo fini di civiltà.
La società del pudore ,quella che rispetta il prossimo e che si emoziona avrà la prevalenza. Esse devono riprendere il vecchio metodo del percorso educativo. Forse la scuola riuscirà a ripristinare l’insegnamento dell’educazione civica. In questo modo i Falconi ed i Borsellino saranno ricordati come esempio da imitare. Si costruirà, finalmente, una società fondata sul dovere e sulla dignità. Saranno sempre più emarginati i vari bulli.
Avremo una società a misura d’uomo. Una società che non urla e non schiamazza. Noi siamo cresciuti nella società dell’utopia e del fare bene. Pur avendo contezza dei ritardi delle Istituzioni abbiamo apprezzato la sensibilità di Giudici e delle Forze dell’Ordine nel voler venire a capo di riprovevoli forme di criminalità e di violenze.
Bisogna fare di più contro la criminalità organizzata perche le mafie impediscono di sperare nel futuro e le prime vittime di questo sono le comunità ,la popolazione ed i giovani. Per esempio, di non mettere in discussione la legge sulle intercettazioni, quale strumento efficacissimo nella lotta alle mafie e alla malapolitica.E’ davvero impensabile sopprimere i tribunali di Melfi e di Pisticci presidi di giustizia storici in Basilicata e punti di riferimento dell’intera area che con il proficuo e instancabile lavoro della Magistratura e delle Forze dell’Ordine la situazione in Basilicata appare meno critica rispetto ad altre regioni limitrofe ad alta intensità criminale. Cosi come merita attenzione la situazione delle Carceri in Basilicata che preoccupa soprattutto per l’esiguo organico degli Agenti e per il sovraffollamento della popolazione carceraria costretta a vivere in strutture inadeguate.
In questi ultimi tempi anche in Basilicata è venuta a mancare “la società del pudore”.
Lo testimoniano le vicende giudiziarie che hanno visto coinvolti personaggi pubblici e con responsabilità di gestione e questi sono ripugnanti episodi.
Noi stiamo andando verso la barbarie nelle relazioni più quotidiane,a livello di comunicazione, a livello politico, tra individui e gruppi , tra partiti e istituzioni.
Questo non è il testamento che ci hanno lasciato Falcone e Borsellino,”solo le loro idee camminano sulle nostre gambe”.
Matera, 23 maggio 19 luglio 2014
Lorenzo Creanza, Sostituto Commissario della Polzia di Stato in quiescenza e Presidente del Sindacato di Polizia SIAP nella foto davanti al monumento eretto sull’autostrada Palermo–Trapani, luogo della strage di Capaci in memoria del Giudice Falcone della moglie e dei colleghi della scorta