BENEDETTO (IDV), AGENDA DE FILIPPO SENZA ALCUN IMPEGNO NUOVO.
“L’agenda del Presidente De Filippo per il prossimo autunno non contiene nessun impegno nuovo rispetto a quelli già ampiamente annunciati in occasione dell’assestamento di bilancio regionale e soprattutto ha ancora troppe caselle vuote in tema di iniziative per realizzare nuovi posti di lavoro e di azioni per l’emersione dal diffuso disagio sociale”. E’ il commento del presidente del Gruppo IdV Nicola Benedetto per il quale “anche in tema di infrastrutture nel Materano ci attendevamo qualche indicazione più precisa su come e quando rimodulare i fondi in cassa, velocizzando la spesa ancora troppo lenta, e su come e quando sarà possibile contare sui fondi aggiuntivi a partire da quelli richiesti al Governo con il Memorandum d’Intesa sul petrolio. Ripetere ai giornalisti le stesse cose che il Presid ente sostiene già da qualche tempo non credo – dice ancora Benedetto – possa essere utile a dare un segnale, particolarmente atteso dalle nostre popolazioni, di voler avviare una svolta nella gestione delle risorse finanziarie, sicuramente inadeguate, e per determinare occasioni ed opportunità di occupazione e crescita di imprenditoria. Dunque è mancato quel coraggio in più per annunciare almeno qualche novità vera nelle politiche produttive e per il lavoro, in quanto il richiamo al rigore e alla responsabilità di tutti non può diventare un alibi per nascondere una carenza di progettualità. Del resto, le scelte di rigore sono già state effettuate e pertanto la gente che pagherà i ticket sanitari o che contribuirà al rigore con i nuovi sacrifici richiesti ha il diritto di sapere cosa è possibile fare per superare l’emergenza sociale. Sicuramente è stata persa un’occasi one, così come avevo chiesto alla vigilia, per recuperare quella credibilità istituzionale che tra le nostre comunità continua a vacillare e a trasformarsi in sfiducia. Specie dopo l’inutile conferenza stampa di oggi, con la consegna del solito materiale d’archivio, la proposta che nei giorni scorsi ha visto numerosi sostenitori all’interno del centrosinistra di tenere un tavolo politico di coalizione è ancora più necessaria per aiutare il Presidente ad aggiornare l’agenda di settembre e a riempire le caselle vuote. Pur non avendo alcuna ricetta miracolistica noi – conclude Benedetto – continuiamo a tendere una mano e non riusciamo a capire i motivi di tanta ostinazione nel rifiutare idee e proposte e di tanta caparbietà e a sicurezza nel voler fare da solo”.
OBIETTIVO BASILICATA 2012. CNA : NON SI REGGE UN TAVOLO CON UNA GAMBA SOLA
Ancora oggi nella conferenza stampa di questa mattina il Presidente De Filippo ha invocato il valore salvifico del Patto di sistema per il lavoro e la crescita – Obiettivo Basilicata 2012 – quale rimedio per buona parte dei problemi occupazionali e di sviluppo della nostra Regione, Patto che è bene ricordarlo vede il solo protagonismo di una Associazione importante ma non maggioritaria della regione e di CGIL-CISL E UIL. Inoltre, afferma Leo Montemurro Segretario regionale CNA , appare ancora più anomala la scelta della Regione di interloquire con una sola Associazione datoriale nel momento in cui a livello nazionale tutte le Associazioni maggiormente rappresentative dell’economia reale vengono chiamate a dare il loro contributo, in termini di sacrifici ed anche di idee, vista la gravità della situazione. Evidentemente in Basilicata la situazione non è tale da richiedere il contributo di tutti ma solo di pochi selezionati interlocutori.
Ricordo – conclude Montemurro – solo il peso del mondo della piccola e micro impresa artigianale e non solo artigianale: rappresentano 1/3 della imprese totali operanti in Regione per quasi 20.000 occupati diretti ed indiretti e producono quasi il 25% del PIL regionale, ma per qualcuno non esistono né nel mondo reale nè sulla carta. Terremo bene a mente quanto sta accadendo e faremo presente il tutto in sede di Comitato di sorveglianza dei fondi FESR e FSE ai rappresentanti dell’UE e dei Ministeri competenti, evidenziando una concertazione in questa specifica situazione molto approssimativa se non del tutto inesistente tra il massimo Ente regionale e le Associazioni di rappresentanza dell’artigianato e della microimpresa.
Leo Montemurro, presidente Cna Basilicata
Obiettivo Basilicata 2012, petrolio, alluvione, finanziaria e ticket, infrastrutture. Sono le principali azioni che la Regione Basilicata intende mettere in campo entro la fine dell’anno. Il Presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo ha deciso di illustrarli nel corso della conferenza stampa che si è svolta in mattinata presso la Regione Basilicata
Obiettivo Basilicata 2012– La scheda
Il Patto di sistema (Obiettivo Basilicata 2012) per il lavoro e la crescita, sottoscritto il 15 luglio scorso dalla Regione Basilicata, Cisl, Uil, Cgil e Confindustria Basilicata avvierà da subito un pacchetto significativo d’iniziative riguardo al credito, alla semplificazione amministrativa, all’edilizia residenziale agevolata, alla banda larga, al disegno di legge sui Contratti di rete.
Microcredito
Si tratta di un prestito di piccola entità che la Regione, tramite Sviluppo Basilicata, suo soggetto gestore, eroga ad imprese, costituite o costituende, altrimenti non bancabili. La modalità sarà a sportello, previa pubblicazione su Bur di un apposito Avviso pubblico. Beneficiari saranno microimprese, lavoratori autonomi; liberi professionisti; operatori del privato sociale e organizzazioni no-profit, disoccupati, inoccupati e inattivi, lavoratori in CIGS e mobilità; immigrati, con quote di riserva per donne e immigrati; individui in condizione di svantaggio e individui con disabilità, la cui specifica condizione di svantaggio verrà declinata negli specifici Avvisi pubblici. Le risorse disponibili ammontano a 9 Meuro per il triennio 2011-2013, la forma tecnica di erogazione sarà quella dei mutui chirografari con importo di 5.000, 10.000 o 25.000 euro a seconda della tipologia di beneficiari.
Fondo di garanzia
La misura massima della garanzia che la Regione, attraverso Sviluppo Basilicata assicura ad imprese costituite o costituende, altrimenti non bancabili, rispetto a prestiti richiesti da costoro ad istituti di credito e’ di 48 mesi, nessuna spesa per l’istruttoria della pratica e l’importo massimo finanziabile è pari all’80% del finanziamento fino ad un massimo di 25.000 euro e per prestiti di minimo 5.000. 6 Meuro per il triennio 2011-2013.
Fondo regionale di venture capital
La Regione intende promuovere la crescita delle piccole e medie imprese con potenziale innovativo e supportarle nel perseguimento dello sviluppo di nuovi prodotti e di nuovi servizi; nella fase di lancio sul mercato; nel finanziamento del capitale circolante; nell’efficientamento della struttura finanziaria e nel miglioramento dell’immagine aziendale verso stakeholder interni ed esterni con l’istituzione di un Fondo regionale di Venture Capital. Il fondo, la cui dotazione ammonta a 10 Meuro consente di mettere in sinergia il sistema regionale della ricerca e le imprese, andando ad incrementare la possibilità di collegare le operazioni di aumento di capitale sociale tramite prestito partecipativo e di sostegno al capitale circolante.
Industria delle costruzioni
L’edilizia, che è un settore tradizionalmente rilevante per l’economia regionale, sta vivendo una forte crisi congiunturale. Vi è dunque la necessità di lanciare un programma di iniziative che possano consentire se non un vero e proprio rilancio del settore almeno una inversione di tendenza sviluppando l’intervento pubblico in questo settore e rispondendo nel contempo al fabbisogno insediativo dei cittadini. Il programma di edilizia residenziale pubblica agevolata il cui Avviso di concorso per Cooperative Edilizie è scaduto il 30.07.2011, prevede 25 Meuro, di cui 16.666.666,00, pari ai due terzi, destinati alla provincia di Potenza ed 8.333.334,00 pari ad un terzo, destinati alla provincia di Matera, tramite avviso di. Sarà inoltre istituito un Osservatorio Regionale per l’Edilizia e i Lavori Pubblici con l’obiettivo di monitorare e controllare l’andamento delle opere pubbliche sul territorio regionale (bandi ed avvisi di gara, tipologia di opere, importi, procedure di scelta del contraente, imprese partecipanti, esiti delle aggiudicazioni, ribassi) e delle vicende legate all’intero percorso successivo alla stipula dei contratti e fino alla conclusione delle opere stesse.
Task force sburocratizzazione
Le analisi condotte dalle principali organizzazioni internazionali hanno individuato nella complicazione burocratica una delle principali cause dello svantaggio competitivo dell’Italia. Per questo la Regione Basilicata istituirà la Task force per la sburocratizzazione con l’obiettivo di predisporre interventi di semplificazione amministrativa per favorire lo sviluppo, la competitività, la crescita economica e l’innovazione del sistema produttivo lucano. Agendo sulla base del principio di semplicità dei rapporti tra cittadini, imprese ed istituzioni, la task force opererà in funzione della rimozione e della revisione di norme non più necessarie e per la significativa riduzione di adempimenti amministrativi superflui o eccessivi e dei relativi costi, nonché la riduzione dei tempi per il loro espletamento.
Banda larga
Le comunicazioni ad alta velocità e i servizi a banda larga sono riconosciuti come uno dei bisogni primari e come uno principali indicatori dello sviluppo e della competitività di un territorio. Questi strumenti sono utili ai cittadini perché costruiscono nuove possibilità di accesso alle informazioni, servono alle imprese per la loro doppia valenza d’innovazione di processo e di prodotto e per ampliare il loro mercato di riferimento territoriale e rappresentano per le Istituzioni uno strumento per migliorare la propria efficienza e per garantire maggiore trasparenza. Le risorse consistenti necessarie all’infrastrutturazione e la ricerca di significative ricadute commerciali da parte degli investitori ha di fatto privilegiato le aree con maggior rapidità di ritorno degli investimenti ed ha penalizzato quelle con una particolare conformazione del territorio e con una significativa rarefazione insediativa (le cosiddette aree a fallimento di mercato), creando una situazione di divario tecnologico. La Regione Basilicata per superare definitivamente il digital divide, intende investire 20 Meuro, attraverso un bando pubblico che, nel rispetto delle regole comunitarie, sarà oggetto di specifica notifica alla Commissione Europea.
Contratti di rete
Tramite apposita legge regionale, si disciplineranno le modalità di riconoscimento e di supporto di varie forme di aggregazione inter-imprenditoriali che assumano la forma di sistemi produttivi locali e di meta-distretti produttivi. Gli obiettivi dichiarati sono rafforzare la competitività dei territori ed incentivare le aggregazioni di imprese, al fine di effettuare progetti di interesse strategico comune. La legge considererà i sistemi produttivi locali, costituitisi in rete d’impresa quali soggetti di programmazione negoziata ed individuerà le modalità di sostegno finanziario a tali aggregazioni. In particolare, si stabilirà che le imprese operanti nell’ambito di un sistema produttivo locale, di un distretto produttivo o di una rete avranno un punteggio premiale nei bandi regionali per l’erogazione di regimi di aiuto. Si stipuleranno altresì appositi accordi con l’agenzia per la diffusione delle tecnologie, al fine di fare politiche di sostegno per la R&S e l’innovazione tecnologica nei distretti e nelle reti di imprese. Infine, misure di semplificazione amministrativa saranno previste, per consentire ai comitati ed organi comuni di distretti e reti di operare, anche con procedure uniche, in nome e per conto di tutte le imprese aderenti; di operare telematicamente con gli uffici dell’amministrazione; di convocare conferenze di servizi.
Petrolio: non solo royalty dal greggio lucano.
All’erario finisce qualcosa come il 40% del valore estratto in gran parte come forme di imposte. La Regione chiede che si reinvestano qui
Le royalty sul petrolio che si dividono Regione e Comuni della Basilicata ammontano al 7 per cento del valore del greggio (e un altro 3 per cento va allo Stato) ma la ricchezza estratta dal sottosuolo lucano arricchisce in maniera più sostanziale le casse erariali, sfiorando il 40% (esattamente 38,89) del valore totale dell’oro nero.
Il dato, che emerge da uno studio dello Studio Wood Mackenzie effettuato per il Ministero dello Sviluppo Economico, testimonia come dal contributo energetico che la Basilicata fornisce al Paese lo Stato ricavi non solo un vantaggio strategico, ma anche notevoli contropartite economiche che la Basilicata chiede ora di reinvestire, almeno in parte, sul suo territorio per infrastrutture, sviluppo e occupazione.
La questione, insomma, è quella di un’allocazione delle risorse. La Basilicata, per la prima volta a livello mondiale, ha ottenuto che la negoziazione del ristoro per le attività estrattive avvenisse con una Regione (in tutto il mondo le Compagnie negoziano con gli Stati) ma, come si evince dai dati, la partita più rilevante resta tra Stato e compagnie.
Per questo, per un verso, la Regione chiede agli operatori petroliferi di investire sulla Basilicata, anche portando attività produttive ad alto contenuto occupazionale, a differenza di quelle direttamente legate al petrolio, ma per il resto vede come indispensabile anche un percorso di confronto con lo Stato perché riversi sul territorio lucano buona parte del gettito ottenuto grazie al greggio estratto qui. E la percentuale totale di “beneficio” potrebbe essere ben diversa da quel 7% da molti, erroneamente, considerato l’unica parte di ricchezza per il sistema pubblico prodotto dalle attività estrattive.
La Basilicata gioca la partita su petrolio
Il memorandum del 29 aprile ha messo un punto fermo nelle relazioni tra la Regione e lo Stato. Le politiche dello sviluppo sono la contropartita dell’apporto al fabbisogno energetico nazionale
La Basilicata gioca una partita importante nel sistema energetico del Mezzogiorno, ma svolge altresì un ruolo rilevante per l’intero Paese, coprendo oggi il 6 per cento del fabbisogno nazionale, che si presume di incrementare al 10 per cento nel 2015.
Il territorio lucano, infatti, garantisce oltre l’80 per cento dell’estrazione nazionale di petrolio.
Un flusso di greggio ottenuto dal più grande giacimento petrolifero dell’Europa continentale, quello della Val d’Agri, al quale nel 2015 dovrebbero aggiungersi i sette nuovi pozzi di Tempa Rossa nell’alta Valle del Sauro.
In Basilicata si registrano due gruppi di concessioni estrattive: l’Eni- Agip, con il Progetto Trend 1 in Val d’Agri, e un secondo gruppo intestato a Total con il Progetto Tempa Rossa.
Oggi però la Regione Basilicata ha chiesto di più al petrolio. In termini di sviluppo, crescita, occupazione e rispetto ambientale. La Regione, accanto alle esigenze locali e nazionali in materia energetica, ha inteso governare il processo di estrazione petrolifera, garantendo che ai benefici per l’economia nazionale corrispondano opportunità per il sistema produttivo, i lavoratori e lo sviluppo lucano, Ed ha chiesto, ottenendolo, il riconoscimento da parte del Governo del ruolo di servizio che la Basilicata ha nei confronti dell’intero Paese.
Un punto fermo è stato messo con la firma il 29 aprile del Memorandum d’Intesa Stato-Regione. Si tratta di un primo risultato frutto dell’impegno congiunto e convergente di tutti i rappresentanti istituzionali lucani, ciascuno nelle proprie competenze e nelle diverse posizioni politiche. Un lavoro, che ha visto in prima persona impegnato il presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo.
Ambiente, infrastrutture, occupazione, energia. Sono gli assi portanti del Memorandum. A fronte dell’apporto della Basilicata alla bolletta energetica del Paese, la contropartita per il territorio lucano devono essere lo sviluppo e la competitività del sistema produttivo. Al Governo la Basilicata ha chiesto politiche aggiuntive di sviluppo industriale, che producano occupazione promuovendo nuove iniziative in campo ambientale, turistico e industriale, incrementino le infrastrutture attraverso la connessione con i nodi delle reti nazionali della mobilità e generino investimenti in ricerca e innovazione connesse alla ricerca e coltivazione delle fonti fossili.
L’intesa sarà attuata mediante l’implementazione di specifiche linee d’azione:
– realizzare un Distretto energetico in Basilicata, puntando essenzialmente sull’innovazione;
– garantire le iniziative di corretta informazione e di sensibilizzazione pubblica sul ruolo delle attività energetiche e geominerarie nel Paese;
– attivare i programmi di prevenzione e sicurezza sul territorio, rigenerazione urbana e ambientale e di miglioramento della qualità della vita;
– realizzare infrastrutture industriali ed energetiche ad alto contenuto innovativo e ambientalmente compatibili;
– assicurare condizioni e procedure coordinate per la ricerca e lo sfruttamento sostenibile delle risorse energetiche;
– raccordare e stabilire la cooperazione tra le strutture tecniche e amministrative centrali e quelle regionali e sviluppare programmi di ricerca scientifica;
– costituire reti di impresa per lo sviluppo di tecnologie innovative e a basso impatto ambientale per l’estrazione e lo sfruttamento sostenibile delle risorse energetiche;
– realizzare un Centro di Studi Europeo sull’Energia e sulla Sicurezza Energetica;
– promuovere e sviluppare rapporti tra le Università per la creazione di corsi di laurea specifici e di alta formazione;
– creare una Scuola Superiore di Formazione sull’Energia per la formazione di quadri e di tecnici giuridico‐amministrativi, economico‐finanziari e industriali nel campo dell’energia e più in generale nei settori dell’edilizia ecosostenibile, della rigenerazione urbana e rurale, del rischio sismico e idrogeologico, della protezione ambientale e geologica e della certificazione di qualità”.
Alluvione, le azioni della Regione
L’interlocuzione con il governo, la cabina di regia, i provvedimenti per le imprese agricole del Metapontino danneggiate
La Regione ha messo in campo tutte le azioni possibili in favore delle aziende del Metapontino danneggiate dall’alluvione del 1 marzo scorso. A quasi cinque mesi, però, manca l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri che indica le modalità di attuazione del dichiarato stato di calamità. Condizione essenziale per la rilevazione dei danni e la concessione di aiuti legati al riconoscimento di una percentuale del danno. In autunno continueranno le interlocuzioni per sbloccare la situazione di impasse e sollecitare al governo gli atti necessari per ristorare le aziende. Un dialogo non sempre facile e, in alcuni momenti, reso complicato da leggi fondate su un federalismo non proprio solidale. Così la Regione ad aprile ha impugnato davanti alla Corte Costituzionale la cosiddetta “tassa sulle disgrazie”, una norma introdotta dal decreto “Milleproroghe”, che prevede in caso di calamità naturale il ricorso da parte della Regione che ne è colpita a una tassa aggiuntiva di 5 centesimi al litro sulle accise dei carburanti. Nelle more della decisione della Suprema Corte, dal ministro all’Agricoltura Saverio Romano la Regione ha ottenuto d’intesa con i parlamentari lucani l’impegno a sostenere la richiesta della Basilicata di sostituire con risorse proprie quelle che dovrebbero essere ottenute dalla “tassa sulle disgrazie” come condizione per accedere al Fondo nazionale di Protezione Civile per il ristoro dei danni causati dall’alluvione del 1 marzo e per mettere definitivamente in sicurezza il territorio.
Dal primo momento, le azioni della Regione sono state caratterizzate da una forte unitarietà. La Protezione Civile si è subito attivata per monitorare la situazione e fronteggiare l’emergenza. Una cabina di regia ha messo insieme le istituzioni, le organizzazioni, il Comitato Terre Joniche, gli agricoltori e gli operatori turistici danneggiati per individuare gli interventi più opportuni. Nonostante l’assenza del governo, la Regione ha destinato 2,5 milioni di euro al ripristino del potenziale produttivo delle imprese agricole alluvionati, facendo ricorso alla Misura 126 del Regolamento della Comunità Europea 1698/05.
Nei mesi scorsi, risorse pari a 100 mila euro sono state assegnate alle imprese agricole che hanno subito danni oltre il 30 per cento della produzione lorda vendibile per contributi in conto capitale. Cento mila euro sono stati erogati a favore dei Consorzi di difesa per concedere contributi fino a 15mila euro quali anticipi su eventuali e future indennità in favore di imprese agricole alluvionate che abbiano subito una perdita di almeno il 70 per cento della produzione lorda vendibile. Duecentomila mila euro sono stati destinati al ristori dei danni alle imprese che hanno registrato perdite di bestiame. 1,5 milioni di euro al Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto per l’abbattimento dei canoni irrigui.
La declinazione del rigore garantendo sviluppo e coesione
Le conseguenze dei tagli dello Stato e la necessità di rendere il sistema più efficiente. Le scelte per la Sanità.
La manovra di assestamento di bilancio 2011 proposta dalla Giunta e varata dal Consiglio Regionale ha dovuto far fronte ad una serie di “falle” nel sistema finanziario regionale senza pari, interamente determinate dal riverbero in sede locale dei tagli operati dal Governo nazionale.
“La sequenza delle manovre 2010 e 2011 del Governo nazionale – ha spiegato il presidente della Regione Vito De Filippo al Consiglio – con scelte opinabili ma in un quadro di necessità hanno prodotto una situazione preoccupante nei bilanci della Regione Basilicata che pure ha sempre presentato una storia diversa e distintiva tra i sistemi pubblici regionali non solo del Mezzogiorno. Lo Stato mette in campo una manovra da 48 miliardi di euro nel quadriennio, costituita per il 40 per cento da tagli e di questi tagli circa la metà hanno una ricaduta diretta sulle Regioni. In particolare, per la Sanità c’è un taglio nel quadriennio di 8,5 milioni di euro che può mettere ko il sistema sanitario in tutte le Regioni italiane, anche perché si somma a un blocco dell’adeguamento all’inflazione già attuato da anni. La Cgil stima il taglio complessivo in oltre 13 miliardi di euro, il che significa un taglio di circa 130 milioni di euro nel quadriennio al sistema sanitario lucano”.
Oltre ai tagli ci sono gli ulteriori impegni economici finiti sulle spalle della Regione per il disimpegno dello Stato sul cui bilancio gravavano in precedenza. Dal primo gennaio di quest’anno la Regione Basilicata si è dovuta far carico di attività che danno lavoro a 800 persone, e cioè quelle che riguardano i 280 dipendenti delle Comunità montane, i 400 dipendenti dei Consorzi di Bonifica, i 150 lavoratori delle Associazioni provinciali allevatori. Altri 19 milioni di euro per le politiche sociali, in precedenza finanziate da Roma, sono finiti a carico del bilancio Regionale.
A questi tagli si sono poi aggiunti quelli ulteriori per la Sanità che, per il Governo, vanno recuperati con l’imposizione del ticket. Alla Basilicata sono stati tagliati 3.776mila euro, ma da calcoli regionali il gettito del ticket non sarà superiore a 2milioni e 325 mila euro, con un “buco” ulteriore di quasi un milione e mezzo. E questo nonostante la Regione, a malincuore ma responsabilmente, abbia provveduto ad applicare da subito la legge statale, mettendosi al riparo, come invece avvenuto per altri che hanno esitato, da un mancato introito e dal conseguente danno erariale.
“In autunno – spiega De Filippo – saremo chiamati a dare seguito alle scelte di rigore che siamo stati costretti a fare, e cercheremo di farlo senza trascurare coesione ed efficienza. Ma servirà un forte senso di responsabilità di tutti, perché nel quadro delineato a qualcosa bisognerà rinunciare. La strada che indichiamo è quella di non rinunciare al sostegno allo sviluppo, alla coesione sociale, con interventi per le fasce più debole, e territoriale, con attenzione alle aree periferiche e ai piccoli centri. Ma la necessità di non poter derogare dai più alti criteri di efficienza non potrà conciliarsi con il tutto, subito e sotto casa. Questo a partire dalla Sanità per la quale la scelta, che ci aspettiamo di consacrare con il nuovo Piano Regionale della Salute ora all’attenzione del Consiglio, è di mantenere reti diffuse sul territorio, ma inquadrate in un sistema unico regionale che dia ad ogni realtà una propria specializzazione e ai pazienti di essere assistiti sempre da strutture di eccellenza per ciascun caso”.
Infrastrutture, un primo passo con il Fas
Saranno così realizzate strade e collegamenti ferroviari importanti per collegare la Basilicata a nodi strategici
La crescita della Basilicata è strettamente collegata allo sviluppo delle infrastrutture, perno del programma del governo regionale. Il Piano Sud, a cui il Cipe ha dato nei giorni scorsi il via libera sbloccando quasi 220 milioni di euro del Fondo Fas per la Basilicata, avviando la realizzazione di un piano di infrastrutture da 620 milioni di euro in territorio lucano permetterà di mettere finalmente un punto fermo ad opere infrastrutturali essenziali per tutto il territorio regionale e fortemente sollecitate dalle comunità lucane. Così sono interamente finanziati il primo stralcio del terzo lotto del secondo tronco della Bradanica, fondamentale per il completamento e la completa percorribilità dell’arteria, i tre lotti della Saurina Corleto-Camastra e l’adeguamento e messa in sicurezza di Basentana e Raccordo Potenza-Sicignano, la variante di Brienza sulla Tito Brienza, il primo lotto SS 585 abitato di Lauria e l’eliminazione del pericolo di caduta massi sulla SS18 per Maratea per un totale di 302 milioni e mezzo di euro. Finanziati solo parzialmente il “Nuovo itinerario Potenza Melfi” e il tratto Pisticci-Tursi della Murgia Pollino (con poco più di 100 milioni a fronte dei 300 necessari). Il Fondo Fas con sei milioni e mezzo di euro sovvenziona solo la progettazione (essenziale per renderli cantierabili e accedere ai finanziamenti) di altre cinque infrastrutture, quelle relative agli svincoli di Tito e Satriano sulla Tito Brienza, l’itinerario Potenza Salerno Bari nel collegamento tra Basentana e SS96 bis, la Murgia-Pollino nel tratto Matera Ferrandina Pisticci e la Gioia del Colle Matera, movimentando in tutto risorse per 409 milioni e 250mila euro, circa per metà rivenienti da fondi Fas e per altri oltre 200 milioni da finanziamenti in bilancio regionali, fondi dell’ex Agensud, piani protocolli del passato che non avevano mai trovato attuazione.
Il completamento del programma sulla viabilità richiede, però, altri 950 milioni di euro. Perciò il piano delle infrastrutture per quel che riguarda la Basilicata deve poter contare anche su risorse aggiuntive. Tra queste quelle che la Basilicata ha in cassa per precedenti intese non attuate e che è pronta a rimodulare sul territorio, ma anche fondi aggiuntivi che devono essere riconosciuti alla Basilicata per il grande contributo in tema energetico che questa terra sta offrendo al Paese. Il tema infrastrutture, infatti, è uno degli assi portanti del Memorandum sul petrolio sottoscritto tra Governo e Regione
Il tutto rientra in un più generale piano di infrastrutture da circa 1600 milioni di euro.
Interamente finanziati, invece, i due interventi sulla rete ferroviaria con 208 milioni e 820mila euro. I 200 milioni serviranno all’ammodernamento della Potenza Foggia, i rimanenti 8 milioni e 820mila (gli unici finanziati dal Fas) all’intervento sulla linea Potenza-Avigliano-Altamura-Bari delle Fal.
Interamente finanziati anche i 3 milioni e 200mila euro necessari per il nodo intermodale di Pisticci, in questo caso interamente tramite i fondi Fas.