Michele Martulli Vicepresidente Fiavet Campania Basilicata, denuncia il degrado nell’area del cantiere di Porta Postergola, in cui è stata ritrovata una chiesa rupestre. Di seguito la nota integrale.
Matera, una città che trasuda cultura e storia ad ogni angolo, un luogo in cui la tradizione e le testimonianze del passato sono parte integrante del presente, in particolare nei rioni dei Sassi. È una città che ha visto passare secoli di eventi storici e che ha dato i natali a personaggi illustri. Tuttavia, camminando per le sue strade e ascoltando le parole dei tanti turisti che visitano i Sassi, emerge una nota dolente: l’abbandono e l’incuria in cui versano alcune delle aree più iconiche. “Che peccato! Perché tutto questo degrado?” si chiedono, senza trovare risposte, i visitatori che ogni giorno si trovano a contatto con un patrimonio culturale che, lentamente, sembra essere lasciato a se stesso.
Tra i luoghi che più colpiscono per questo triste fenomeno, spicca l’area degli scavi di Porta Postergola. A pochi passi da un meraviglioso belvedere e dall’ingresso del celebre ponte tibetano, ciò che dovrebbe essere un punto di grande attrazione turistica si presenta come un esempio lampante di incuria. Spazzatura, teloni con gli stemmi comunali strappati da tempo e nessun segno di intervento da parte dell’amministrazione. Il degrado è palpabile, ed è difficile ignorare l’impressione che questo angolo di Matera sia stato abbandonato. Una mancanza di attenzione che, a giudicare dallo stato dell’area, si trascina da anni.
È deprimente, per chi ama Matera e la sua storia, non solo vedere il degrado, ma anche rendersi conto che nulla viene fatto per invertire la rotta. La cultura e la storia, che dovrebbero essere i pilastri della nostra identità e del nostro futuro economico, rischiano di essere dimenticate. Non bisogna dimenticare che i Sassi di Matera, oggi patrimonio UNESCO, sono stati anche il risultato del lavoro e del sacrificio dei nostri antenati, i quali ci hanno lasciato un’eredità preziosa che abbiamo il dovere di proteggere.
L’area di Porta Postergola è solo uno degli esempi più lampanti, ma rappresenta una ferita aperta per la città. Nonostante ci siano otto assessori e un sindaco che dovrebbero vegliare su questi tesori, sembra che il degrado sia passato inosservato o, peggio, sia stato ignorato. Forse a causa dei troppi impegni o forse per una mancanza di interesse, l’amministrazione sembra distante dalla realtà di questa zona, che ogni giorno accoglie centinaia di turisti.
Un suggerimento : utilizzare i fondi della tassa di soggiorno per risanare quest’area. Questi soldi, spesso investiti in eventi di dubbia utilità per l’attrazione turistica, potrebbero invece essere impiegati per mantenere pulita e curata l’area di Porta Pistola. La riparazione dei teloni, la rimozione dei rifiuti e il recupero degli affreschi emersi durante gli scavi restituirebbero dignità a un sito che, oltre a essere di grande interesse storico, è anche uno dei punti più frequentati dai turisti grazie alla presenza del ponte tibetano e del belvedere.
La storia di Matera è un bene che non possiamo permetterci di perdere. L’incuria distrugge ciò che il tempo ci ha lasciato, e se continuiamo su questa strada, rischiamo di compromettere il futuro della città stessa. La zona degli affreschi, in particolare, attira ogni giorno tantissimi visitatori, ed è inaccettabile che un’area così importante per il turismo e per la cultura venga lasciata a se stessa.
L’amministrazione comunale deve ricordare che preservare la storia significa preservare la nostra identità. Matera ha già dimostrato di saper rinascere dalle sue ceneri, con la designazione dei Sassi a patrimonio UNESCO. È ora di agire con la stessa determinazione per salvaguardare anche Porta Pistola, affinché la bellezza e la storia di Matera continuino a brillare nel tempo.