Il “Piano triennale di dimensionamento delle istituzioni scolastiche della Regione Basilicata 2018/2021” al centro delle audizioni svolte oggi nella quarta Commissione del Consiglio regionale (Politica sociale) presieduta da Vito Giuzio. Ad essere ascoltati alcuni sindaci e i rappresentanti di altri organismi che hanno motivato le loro osservazioni ai documenti proposti dalle Province di Potenza e Matera.
Il sindaco di Pisticci Viviana Verri ha contestato il piano proposto dalla Provincia di Matera, che comporterebbe lo smembramento dell’istituto Padre Pio, dove attualmente ci sono 643 studenti e del quale fa parte anche la scuola primaria di Craco con i suoi 57 alunni. Così facendo l’Istituto correrebbe il rischio di perdere la reggenza. Verri si è detta contraria anche all’ipotesi di trasferire solo due corsi, che a suo parere sarebbe deleteria per gli insegnanti e la didattica. Sulla base di una delibera approvata all’unanimità dal Consiglio comunale di Pisticci, la sindaca ha chiesto “di lasciare inalterato l’assetto delle nostre scuole, che non è a rischio ed ha i numeri per la reggenza”.
Sulla stessa posizione il sindaco di Craco Giuseppe Lacicerchia, che ha contestato l’ipotesi di spostare la scuola di Craco nel comprensivo di Montalbano, spiegando che “i percorsi educativi sono gestiti da moltissimi anni con l’istituto Padre Pio di Pisticci, con la realizzazione di molte attività integrative comuni”. A suo parere “non si può pensare di spostare una comunità come un pacco postale. Cambia la direzione, cambia il percorso didattico, il problema demografico è un problema generale, manteniamo lo status quo e fra sei mesi incontriamoci e facciamo una riflessione più strutturale, anche perché con l’approvazione della legge sui piccoli Comuni scattano una serie di salvaguardie e che in regione si dovranno pianificare. Bisogna far gli Stati generali della scuola per fare un disegno organico di riforma, altrimenti il rischio è che si mettono solo delle pezze. Ed è inaccettabile che tutto questo venga fatto con dei sotterfugi”.
Contraria all’ipotesi di piano della Provincia di Matera anche la presidente del consiglio d’istituto del comprensivo Quinto Orazio Flacco di Marconia, Mirna Mastronardi, per la quale “un intero territorio, il consiglio di istituto, il collegio dei docenti, il Consiglio comunale, hanno chiesto di essere ascoltati, cosa che non è avvenuta e si vogliono spostare bambini da Marconia a Pisticci senza tenere conto che quei numeri sono bambini” A suo parere “è a rischio la continuità didattica, i bambini chiedono di trovare i propri insegnanti e così non sarebbe qualora la proposta della Provincia fosse rispettata. Chiediamo che non venga modificato l’attuale assetto, abbiamo i requisiti e non capiamo perché dobbiamo essere penalizzati”. Francesco Malvasi del tavolo verde ha affermato che il Piano “non tiene conto delle esigenze dei territori, e si aggiunge al precedente Piano piano precedente che è stato fallimentare perché ha depotenziato l’offerta formativa soprattutto degli istituti tecnici, con l’aggregazione dell’agrario al classico. L’agrario è stato un punto di riferimento che ha formato generazioni di tecnici a supporto dell’agricoltura lucana, con una petizione popolare firmata da mille cittadini abbiamo chiesto che venga istituito un polo agrituristico autonomo per recuperare la specifica identità che ha caratterizzato per quarant’anni l’istruzione nel Metapontino.
Il sindaco di San Fele Donato Sperduto ha ribadito la propria contrarietà al Piano della Provincia di Potenza, che prevede di spostare l’istituto cittadino in un altro ambito. “Invito il Consiglio regionale a rettificare questa proposta con un minimo di buon senso, con una soluzione che unifichi il territorio: con Rapone c’è un passato comune che non si può interrompere. Chiediamo di mantenere San Fele, che potrebbe essere Comune aggregatore, con Rapone e l’aggregazione ad Atella”. D’accordo con lui la sindaca di Rapone Felicetta Lorenzo, che ha segnalato come lo stesso consiglio di istituto e la popolazione scolastica si sono espressi contro il passaggio di San Fele all’ambito 2. “Se viene riconosciuta l’iscrizione già richiesta dei 95 migranti residenti nell’area – ha aggiunto -abbiamo i numeri. Per il futuro poi c’è la legge sui piccoli Comuni e scattano altre salvaguardie”.
Si associa a questa richiesta anche il sindaco di Ruvo del Monte, Donato Carmine Romano. “Ci smembrano l’istituto comprensivo di San Fele, che va con Bella. Mentre – ha detto – Ruvo e Rapone vanno con Atella. Sarebbe più facile che Atella venga associato a San Fele”.
Il sindaco di San Chirico Nuovo Vincenzo Baldassarre ha segnalato che nella sua area “vengono chiuse due direzioni didattiche su quattro, agli estremi dell’area, e così si accrescono le difficoltà. Noi eravamo con Tolve ed ora siamo accorpati ad Oppido. Il nostro disegno è di accorpare San Chirico, Albano e Campomaggiore con Tolve, con cui facciamo molte attività. Portiamo avanti autonomamente anche il discorso per superare le pluriclassi, ma così il Piano scontenta praticamente tutti”. Per il sindaco di Tolve Pasquale Pepe, “con la proposta del sindaco di San Chirico nessun Comune sarebbe svantaggiato. Serve un piano corrente, logico e imparziale. Così non è, la proposta è incoerente, sono stati usati due pesi e due misure, non sono state osservate le prescrizioni delle linee guida. Chiediamo che degli attuali quattro istituti comprensivi ne vengano mantenuti tre, Oppido, Tolve, con Albano e Campomaggiore, e Laurenzana, accorpando il resto, garantendo una soglia di circa 500 alunni per ogni istituto. Questo semplice disegno non porterebbe danni a nessuno e consentirebbe di tener fede alla volontà dei sindaci e alle linee guida”.
Di parere opposto la sindaca di Oppido Lucano, Antonietta Fidanza, per la quale la procedura adottata per la definizione del piano si è svolta nella massima legittimità. “Ormai – ha detto – noi ragioniamo in termini di razionalizzazione dei servizi in ambito territoriale, superando i campanilismi. Ho appreso con stupore la posizione del Comune di Tolve, abbiamo servizi condivisi, abbiamo aderito al distretto turistico, stiamo costituendo il Gal”, ed ha aggiunto che “non c’è nessuna soppressione, la scuola resta dov’è, c’è è solo il trasferimento della dirigenza scolastica”.
Il sindaco di Satriano di Lucania Vicenzo Pascale contesta il disegno della Provincia “di smantellare l’istituto comprensivo, con un nuovo istituto che unisce Savoia, Sant’Angelo, Satriano con presidenza a Brienza. Si tratta di una cosa assurda, le linee guida sono un indirizzo che va rapportato ai territori, Satriano è un paese centrale e la percorrenza è minore rispetto a Brienza, chiediamo è che ci sia l’accorpamento ma che la direzione resti a Satriano, per la posizione geografica e per i trasporti”. Sulla stessa posizione la sindaca di Savoia di Lucania Rosina Ricciardi che ha messo in evidenza come quello del suo Comune “è un territorio frastagliato, con frazioni che distano anche 13 chilometri, ci sono 71 bambini che vengono dalle frazioni e se la direzione va a Brienza le famiglie iscriveranno famiglie i loro figli a Picerno. Così rischiamo di chiudere la scuola”.
Sulla possibilità del l’istituzione di un liceo linguistico si sono invece soffermati l’assessore del Comune di Bernalda Domenico Calabrese e il sindaco di Ferrandina Gennaro Martoccia. La questione è stata già oggetto di una richiesta al ministero dell’Istruzione avanzata dall’istituto comprensivo presente nei due Comuni del Materano. “Bernalda è territorialmente distante e non toglierebbe utenza a Matera ma la prenderebbe da Ginosa, è inoltre già collegato con i paesi del Metapontino con diverse linee di trasporto”, ha detto Calabrese. Mentre Martoccia invitato il Consiglio regionale “a prendere visione delle varie situazioni, verificare se dove può essere ubicato il liceo linguistico, a Bernalda o a Ferrandina”. Ha inoltre sottolineato che Ferrandina è a collocata al centro della provincia di Matera in una posizione utile per gli studenti che vengono dagli altri comuni.
Il sindaco di Terranova del Pollino Francesco Ciancia, infine, ha duramente criticato “l’idea scellerata di aggregare la scuola di Terranova di Pollino all’istituto comprensivo di Viggianello”, segnalando che. per quattro o cinque mesi all’anno, a causa della condizione della viabilità, ci vuole 1 ora e mezza per raggiungere Viggianello, infrastrutture e viabilità. Siamo una comunità montana, abbiamo tanti problemi, per mantenere vive le comunità facciamo i salti mortali. Chiediamo di essere lasciati con Senise. La Val Sarmento tra l’altro ha avuto pochi giorni fa un finanziamento di 1,8 milioni per un polo unico scolastico”.
Nel corso della riunione son intervenuti brevemente i consiglieri Lacorazza, Napoli, Romaniello e Giuzio e la dirigente dell’Ufficio Scuola della Regione Anna Pedio. Domani pomeriggio è prevista una nuova riunione della Commissione per l’esame di eventuali emendamenti, prima della riunione straordinaria del Consiglio regionale in programma lunedì prossimo per la definitiva approvazione del Piano di dimensionamento scolastico.
Alla riunione della Commissione, oltre al presidente Vito Giuzio (Pd), hanno partecipato i consiglieri Lacorazza e Robortella (Pd), Romaniello (Gm), Perrino (M5s), Soranno (Pp), Benedetto (Cd), Bochicchio (Psi), Rosa (Lb-Fdi) e Napoli (Pdl-Fi).
Dimensionamento scolastico, audizione del sindaco di Pisticci, Viviana Verri
Si è tenuta in mattinata l’audizione in IV Commissione regionale del Sindaco di Pisticci sul tema del dimensionamento scolastico, in cui è stata ribadita la ferma volontà di non modificare nulla dell’assetto didattico delle scuole del territorio.
“Il Comune di Pisticci ha approvato all’unanimità un deliberato di Consiglio Comunale aperto in cui si ribadisce con forza la contrarietà a qualsiasi forma di dimensionamento scolastico per gli Istituti Comprensivi del territorio che, allo stato attuale, hanno i numeri perché il loro assetto rimanga invariato.
Alla presenza del Sindaco di Craco dott. Lacicerchia, ribadimmo anche la ferma di volontà che gli alunni delle scuole di Craco non venissero assegnati all’Istituto Comprensivo di Montalbano, come paventato dalla Provincia, ma di lasciare che rimangano parte integrante del nostro I. C. “Padre Pio da Pietrelcina”, tutelando le esigenze delle famiglie della comunità limitrofa e garantendo la continuità didattica degli alunni di Craco.
Inoltre, in seguito ad una serie di incontri con le direzioni didattiche, la proposta, da parte loro emersa nel corso della riunione in Provincia, di accorpare due corsi della scuola media “Q. O. Flacco” all’Istituto Comprensivo di Pisticci è risultata impraticabile, oltre che per problemi strutturali, soprattutto per i problemi di natura didattica che creerebbe la coesistenza di due diverse direzioni all’interno della stessa scuola. Il Consiglio Comunale di Pisticci, inoltre, ha espressamente deliberato che, nel caso in cui nei prossimi anni dovessero verificarsi riduzioni della popolazione scolastica presso l’Istituto Comprensivo di Pisticci, debba essere monitorato e rivisto il Piano di dimensionamento proprio per individuare una soluzione all’interno del nostro territorio.
Per quanto riguarda gli istituti d’istruzione superiore, chiediamo che la proposta di istituzione di un convitto afferente all’Istituto Alberghiero di Marconia, ritenuta impraticabile dalla Provincia, sia rivalutata in sede regionale, poiché qualificherebbe ulteriormente l’offerta didattica del nostro territorio.
Ringrazio tutti i componenti della IV Commissione regionale per aver ascoltato le nostre richieste e chiedo al Consiglio regionale che si riunirà nei prossimi giorni, di tenere in debita considerazione la volontà dei territori su un tema delicato che coinvolge giovani studenti, conformando alla stessa i contenuti del piano proposto dalla Provincia”.