Il 9 novembre si è tenuta la Conferenza Stampa di presentazione del Progetto Definitivo predisposto dall’Ufficio Tecnico Comunale per porre un serio freno allo stato di erosione, desertificazione e dissesto idrogeologico che interessa l’intero abitato.
Di seguito il testo integrale della relazione.
Il progetto definitivo è stato redatto sulla base del progetto preliminare predisposto dall’U.T.C. nel lontano 2012 e degli accadimenti del successivo recente incendio del luglio 2022.
Gli interventi sono stati di conseguenza adeguati rispetto alla progettazione preliminare considerando:
● L’evoluzione morfodinamica dello stato dei luoghi dalla data del precedente incendio
● L’incipiente diffusione del degrado del suolo oggi estremamente debole anche rispetto ai cambiamenti climatici in atto
● Il dissesto idrogeologico reale e potenziale già presente e incrementato dall’ultimo incendio a valle dell’abitato di Pisticci
● La assenza di alcun intervento realizzato nei 10 anni trascorsi dalla data del precedente incendio del 2012 per mancata assegnazione delle risorse finanziarie richieste dal Comune di Pisticci agli Enti preposti.
Nel mese di agosto 2012 un incendio di vaste proporzioni di oltre 1400 ettari ha percorso il territorio Comunale di Pisticci, iniziando in prossimità della strada SS 379 di fondo valle “Basentana”, interessando i valloni calanchivi a Nord del centro abitato e propagandosi quindi a Sud nei rimboschimenti realizzati nel contiguo bacino del fiume Cavone. Nel suo percorso il fuoco ha interessato per un’ampia superficie ed in particolare le coperture del suolo realizzate decenni orsono come misura di contenimento dei fenomeni franosi che a più riprese hanno interessato il centro abitato.
Si ricordano a tal proposito:
Frana del 1555: Franarono alcune case del Rione Casalnuovo a seguito di forti piogge. É la prima frana registrata e documentata avvenuta a Pisticci.
Frana del 1688: Dopo un’abbondante nevicata, la notte del 9 febbraio (nella memoria collettiva rimasta come la notte di Sant’Apollonia) il centro urbano di allora, costituito dai rioni Terravecchia, Casalnuovo e Loreto, si spezzò letteralmente in due parti ben distinte: tutto il rione Casalnuovo franò sotto il rione Terravecchia. Morirono 400 persone.
Frana del 1959: Improvvisamente nel novembre un’altra frana interessò i rioni Croci e Tredici e la periferia del Dirupo con le vie Meridionali e S. Martino, tra le più colpite, fino alla chiesa di Concezione. La cosa addirittura determinò l’emissione di decreto Presidenziale di “trasferimento totale dell’abitato”, il 14 agosto 1968, il decreto fu trasformato in “Trasferimento parziale“, limitato ai rioni Croci, Tredici e Dirupo e dopo circa 50 anni, fu definitivamente cancellato nel 2014. Nel frattempo era stata scelta Marconia per il trasferimento parziale dell’abitato, dove centinaia di famiglie grazie all’assegnazione di suoli e contributi, riuscirono ad insediarsi.
Frana del 1969: Un’altro movimento franoso colpì la parte nord del rione Matina col danneggiamento di diverse decine di case. Contemporaneamente l’unico campo sportivo della città, fu tagliato in due, da un abbassamento di diversi metri, che determinò la fine dell’unico spiazzo sportivo.
Frana del 1972: Avvenuta nei pressi di via Fiume interessò un’area di circa 250 m di larghezza e 800 m di lunghezza.
Frana del 1976: Una immane tragedia (si parlò del più grande disastro della Basilicata). La notte del 21 novembre 1976 una frana di inaudite proporzioni, cancellò quasi tutto il rione Croci.
Frana del 2014: Cedimento nell’agosto del 2014 della zona Marco Scerra.
Frana del 2020: Che il 29 settembre 2020 in zona Macello determinò la chiusura della provinciale di accesso all’abitato.
L’incendio del 2012 per le sue proporzioni è stato seguito con un’ampia partecipazione ed attenzione dalla popolazione ed è stato ripreso e commentato in molte testate giornalistiche locali e nazionali.
Nell’immediatezza dell’evento, con Deliberazione nr. 199 del 28.08.2012 il Consiglio Comunale ha richiesto il riconoscimento dello stato di emergenza e di calamità naturale ai sensi della L. 225/1992.
Per la sua entità e per il timore che i fenomeni erosivi e di dissesto idrogeologico potessero riprendere la loro azione a seguito del passaggio del fuoco, la Giunta Comunale, con Deliberazione n. 236 del 5.11.2012, ha successivamente, all’unanimità, deciso di far predisporre dall’U.T.C. un progetto preliminare per una serie di interventi di difesa del suolo e ripristino della copertura del suolo danneggiato dall’evento.
Tale progetto regolarmente approvato dal Comune di Pisticci ha documentato già nel 2012 “la situazione di dissesto idrogeologico cui è interessato praticamente tutto il territorio comunale” e la conseguente urgente e indifferibile necessità di intervento anche a fini di tutela della pubblica e privata incolumità evidenziata nella D.G.C. n. 236 del 5.11.2012.
A tale situazione drammatica pur in presenza di ripetute sollecitazioni ufficiali ed ufficiose del Comune di Pisticci agli Enti preposti per l’ottenimento dei finanziamenti richiesti non è seguito alcun riscontro. Si richiama a tal proposito anche la nota datata 28 novembre 2014, nella quale con Prot. N.0028675 il Sindaco del Comune di Pisticci in riscontro alla nota della Regione Basilicata Prot. 187721 del 14 novembre 2021, ha richiesto nuovamente il finanziamento del progetto in parola per l’importo di € 44.410.127,00.
In data 04 marzo 2015 con Dettaglio Istruttoria 17IR099/G1 del 4 marzo 2015 il progetto Preliminare predisposto dall’UTC è stato validato dall’ISPRA per l’importo di € 44.410.127,00, con reiterazione di richiesta finanziaria di un primo stralcio funzionale di € 7.426.308,00, cui corrispondeva una cantierabilità in 12 mesi. Contestualmente l’ISPRA classificava l’area a rischio PAI: R4 rischio idrogeologico molto elevato – Priorità Alta, persone a rischio diretto n. 225, nonchè edifici pubblici strategici.
In data 23 luglio 2022 il disastro si è ripetuto con un incendio di proporzioni significative circa 500 Ha che ha ripercorso i territori precedentemente interessati e colpito altre superfici.
Nell’immediatezza dell’evento, il giorno 26 luglio, con Verbale nr. 129 la Giunta Comunale ha nuovamente richiesto il riconoscimento dello stato di emergenza e di calamità naturale ai sensi della L. 225/1992
E’ d’obbligo a questo punto, dopo ben 10 anni dal precedente disastro, i cui interventi erano già urgenti nel 2012, al fine di prevenire un inevitabile incombente irrimediabile dissesto idrogeologico dell’intero abitato, dover intervenire con immediatezza per impedire certe inevitabili catastrofi, dettate solo dalla mancanza di disponibilità finanziarie e rispetto alle quali il Comune di Pisticci si è attivato fin da subito con le necessarie proposte progettuali.
Dalla documentazione fotografica del Progetto Definitivo (Elaborato (O), composta di n. 254 Foto, viene documentata la gravissima situazione di degrado, erosione, desertificazione e dissesto idrogeologico in cui si trova il territorio del comune di Pisticci nell’intorno dell’intero abitato. In particolare, viene dettagliata l’area compresa tra il centro abitato e la SS 407 Basentana ed il conseguente grave pericolo di stabilità del centro abitato che risulta palese. Dal confronto dello stato attuale copertura del suolo con quella risultante dall’ortofoto AGEA 2011 (Relazione generale Fig. 29) si rileva una perdita della copertura del suolo di oltre il 75% in conseguenza degli incendi. Il rimanente 25% è stato gravemente danneggiato dall’ulteriore incendio del 2022. In tale ultimo caso, sono evidenti gli inneschi dei dissesti idrogeologici provocati dall’uso di acqua del mare (e non dolce della Diga di Senise) per lo spegnimento dell’incendio 2022 (Foto 155-157). Le aree di sovrapposizione degli incendi 2012 e 2022 (Relazione specialistica Fig. 6) presentano condizioni di drammaticità (Foto 33-38). Le due linee calanchive su cui poggia buona parte del centro abitato rischiano di collassare con conseguenze disastrose (Foto 29-32, 39-40, 51-52, 57-68). Urgono senza esito gli interventi di sistemazione dei versanti previsti nel progetto definitivo sul fosso Destra Macello e Sinistra Macello (Foto 101-120, 113-120).
Il permanere di un siffatto stato di cose mette a serio rischio la stabilità dell’abitato, la viabilità di accesso allo stesso, l’incolumità degli abitanti, oltre che la stabilità delle strutture e infrastrutture esistenti, come tra l’altro già acclarato da ISPRA in data 04 marzo 2013 con Dettaglio Istruttoria 17IR099/G1.
L’ISPRA classificava l’area a rischio PAI: R4 rischio idrogeologico molto elevato con Priorità Alta, con persone a rischio diretto n. 225, nonchè edifici pubblici strategici, in conseguenza del precedente incendio 2012 rispetto al quale nessuna attività è stata svolta nonostante la predisposizione del progetto preliminare da parte dell’UTC del comune di Pisticci e la relativa richiesta di fondi agli Enti preposti che non hanno provveduto ad erogare le risorse finanziarie richieste dal comune.
Il Comune di Pisticci reitera oggi nuovamente la richiesta di finanziamento agli Enti preposti ed in particolare alla Regione Basilicata guardando anche le risorse del PNRR che prevede misure specifiche di intervento per tali situazioni di degrado e dissesto, affinchè vengano concesse le risorse finanziarie necessarie alla messa in sicurezza dell’abitato e si prevengano, disastri oggi certi in assenza di interventi, ed ancora più evidenti in relazione ai cambiamenti climatici in atto.