Il cinquantenne Franco Cirelli di Cirigliano e il quarantacinquenne Gerardo Pepe di Sasso di Castalda sono i due lucani morti nell’esplosione avvenuta nel pomeriggio di lunedì 9 dicembre in un deposito Eni a Calenzano, centro in provincia di Firenze.
Lo hanno confermato i sindaci di Cirigliano, centro della provincia di Matera di circa 300 abitanti in cui viveva Cirelli e di Sasso di Castalda, centro della provincia di Potenza di circa 700 abitanti in cui era residente Pepe, nato in Germania.
Nei due paesi sarà proclamato il lutto cittadino in occasione dei funerali.
La notizia della morte dei due lavoratori ha lasciato profonda impressione e profonda tristezza nelle due comunità e in tutta la Basilicata.
I due erano dipendenti della “Sergen”, ditta con sede a Grumento Nova, centro del Potentino che opera nel settore della manutenzione degli impianti petroliferi: nessuno dei responsabili ha voluto parlare con i giornalisti.
Nella stessa ditta lavora anche Luigi Murno, di 37 anni, di Villa d’Agri di Marsicovetere, centro della provincia di Potenza, rimasto gravemente ustionato e attualmente ricoverato a Pisa.
Cirelli aveva due figli piccoli, Pepe una figlia di 12 anni.
A Cirigliano e Sasso di Castalda, tanti cittadini hanno riferito ai giornalisti che sia Cirelli sia Pepe erano due persone dedite a lavoro e alla famiglia.
“E’ terribile sapere che due onesti lavoratori sono usciti di casa e non vi sono più rientrati”. E’ quanto hanno dichiarato i sindaci dei due Comuni, Marco Delorenzo di Cirigliano e Rocchino Nardo di Sasso di Castalda.
“Apprendo con dolore della tragica scomparsa di due operai lucani a seguito del grave incidente avvenuto in un deposito carburante a Celenzano, in provincia di Firenze. In questo momento di lutto desidero esprimere le mie più sentite condoglianze alle famiglie delle vittime, ai loro amici e colleghi”. E’ quanto sottolinea il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi.
“Tutta la comunità lucana è scossa da questo tragico evento ed è in apprensione per le sorti di un terzo operaio, Luigi Murno, trentasettenne di Villa d’Agri, rimasto ustionato in modo grave.
Quanto accaduto dimostra ancora una volta come sul tema della sicurezza sul lavoro sia necessario intensificare ogni sforzo. La vita di ogni lavoratore è preziosa e dobbiamo fare tutto il necessario per proteggerla”.
Aliandro: solidarietà alle famiglie dei due lucani morti nell’esplosione a Calenzano. Di seguito la nota inviata dal consigliere regionale, Gianuario Aliandro.
“E’un dolore grandissimo per me , come per tutta la comunità lucana apprendere della morte dei due dispersi, Franco Cirelli e Gerardo Pepe che erano in Toscana per lavori di manutenzione nel sito di Calenzano. Due lavoratori impiegati in un’azienda lucana, che si trovavano in trasferta e che purtroppo hanno perso la vita nello svolgimento del loro lavoro.
Lo sgomento è enorme, così come l’afflizione che ci colpisce ogni qualvolta si parla di morti sul lavoro, un tema per il quale sembra che non si faccia mai abbastanza.
Adesso è il momento della vicinanza alle famiglie delle due vittime, alle quali va la mia assoluta solidarietà umana e il mio affetto.
Al giovane operaio ferito di Villa D’Agri, rivolgo il mio pensiero affinché ci arrivino notizie incoraggianti sul suo stato di salute.”
Due operai lucani (di Cirigliano e Sasso di Castalda) morti nell’esplosione della raffineria Eni a Calenzano, messaggio di Somma (Confindustria Basilicata)
“Siamo sgomenti e profondamente addolorati per la tragedia che ha colpito i due lavoratori lucani nel tragico incidente di Calenzano. Il mio pensiero e quello di tutta Confindustria Basilicata va alle famiglie delle due vittime, agli amici, alle comunità e ai colleghi colpiti da questo drammatico lutto. Esprimiamo loro le nostre più sentite condoglianze e un sentimento di sincera vicinanza in queste ore così difficili. Continuiamo a seguire con apprensione le sorti del terzo lavoratore lucano coinvolto e gravemente ferito”.
Due operai lucani (di Cirigliano e Sasso di Castalda) morti nell’esplosione della raffineria Eni a Calenzano, Ugl: “Cordoglio alle famiglie delle vittime”.
“Monitoriamo con grande preoccupazione l’evolversi della situazione a Calenzano, in provincia di Firenze, dove una terribile esplosione ha provocato morti e feriti. Porgiamo alle famiglie le nostre più sentite condoglianze e ai feriti un augurio di pronta e completa guarigione. Attendiamo ulteriori sviluppi, ribadendo che, ovunque, la sicurezza dei lavoratori è un diritto inalienabile, per il quale dobbiamo tutti tenere l’attenzione costantemente elevata. Esprimiamo il nostro profondo ringraziamento ai Vigili del fuoco e a tutti gli operatori che, con il loro tempestivo intervento, hanno provveduto a riportare la situazione sotto controllo”.
Lo hanno dichiarato in una nota congiunta Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL e Eliseo Fiorin, Segretario Nazionale UGL Chimici, in merito all’esplosione avvenuta nel deposito carburanti nell’area del sito Eni a Calenzano, in provincia di Firenze.
“Un’altra inaccettabile morte sul lavoro si è consumata in un deposito Eni a Calenzano (Firenze) dove due lucani, Franco Cirelli, di 50 anni, e Gerardo Pepe, di 45, sono morti nell’esplosione. L’Ugl Basilicata esprime un sentito cordoglio alle famiglie delle vittime, ai feriti un augurio di pronta guarigione, auspicando che le forze dell’ordine facciano piena luce sulle cause di questo ennesimo incidente su un luogo di lavoro. È un obbligo morale fermare immediatamente questa strage”.
Così in una nota congiunta i segretari generali dell’Ugl in Basilicata, Florence Costanzo, Giuseppe Palumbo e Pino Giordano in merito all’incidente avvenuto a Calenzano.
“Non possiamo permetterci di parlare di fatalità davanti a questi brutti eventi. L’Ugl continuerà le iniziative di mobilitazione per sensibilizzare il Paese di fronte al fenomeno delle cosiddette morti bianche. Perché adesso più che mai urge la promozione di una vera e propria cultura della sicurezza sul lavoro. È necessario puntare sulla formazione e su un addestramento adeguato a cominciare dalle scuole secondarie e, al contempo, occorre intensificare il dialogo avviato fra istituzioni, parti sociali e datoriali per rafforzare gli investimenti sulla sicurezza e intensificare i controlli. La mancata garanzia della sicurezza sul lavoro è diventata una vera e propria emergenza nazionale, servono misure efficaci e tempestive per prevenire simili tragedie. La notizia della morte dei due lavoratori lascia profonda impressione e profonda tristezza non a Cirigliano (MT) – dove viveva Cirelli – e a Sasso di Castalda (PZ), comune di residenza di Pepe ma, in tutta la Basilicata. Si è stufi di una cantabilità che certifica le disgrazie che colpiscono i lavoratori ed è indispensabile che questo stillicidio abbia fine poiché, la perdita di una vita umana crea un vuoto incolmabile che colpisce, straziando, l’esistenza di una famiglia e porta il disonore alla società. In un paese dove si lavora non più per migliorare la propria esistenza, ma per la sopravvivenza, è assolutamente inaccettabile morire sul posto di lavoro. Per l’Ugl – concludono Giordano, Florence e Palumbo – servono subito maggiori risorse da destinare alla prevenzione ed alla sicurezza sui luoghi di lavoro: #LavorarePerVivere”.
Due operai lucani (di Cirigliano e Sasso di Castalda) morti nell’esplosione della raffineria Eni a Calenzano, intervento Cavallo (Cisl): “Non tutto il possibile è stato fatto per evitare questa tragedia”
«Siamo sgomenti per questa ennesima tragedia sul lavoro e ci stringiamo alle famiglie delle vittime. È inaccettabile questo bilancio di sangue che sembra non avere fine. Altre viste spezzate, altre famiglie distrutte, altro dolore. Ci aspettiamo indagini rigorose per un rapido accertamento delle circostanze e delle responsabilità che sono alla base di questo episodio, costato la vita a cinque lavoratori, tra i quali i lucani Gerardo Pepe e Franco Cirelli, mentre un altro giovane lucano, Luigi Murno, è ricoverato in gravi condizioni. Resta l’agghiacciante consapevolezza che non tutto il possibile è stato fatto per evitare questo gravissimo incidente. È evidente che anche in questo caso non c’entra il destino, ma una probabile falla nelle procedure di sicurezza in un settore notoriamente ad altissimo rischio. Dietro questo genere di episodi c’è anche l’insensata rincorsa dell’efficienza a tutti i costi che alimenta la catena di appalti e sub appalti e che produce un generale allentamento delle maglie della sicurezza. È ora di dire basta e di aprire una riflessione collettiva su un modello economico che ha messo al centro il profitto e che non è più sostenibile sul piano umano oltre che su quello ambientale. E serve farlo al più alto livello istituzionale. L’impegno per la sicurezza nei luoghi di lavoro deve essere politico prima ancora che amministrativo. Ci sono stati avanzamenti negli ultimi anni sul piano legislativo, come la patente a punti per le imprese fortemente sostenuta dalla Cisl, ma le leggi, anche le più severe, per essere efficaci devono essere sostenute sul piano culturale, con più formazione e sensibilizzazione, e da una rete di controlli che deve essere capillare».
Due operai lucani (di Cirigliano e Sasso di Castalda) morti nell’esplosione della raffineria Eni a Calenzano, intervento Consigliere regionale Lacorazza (PD): “La sicurezza sul lavoro in generale deve essere una priorità”.
“A nome del gruppo Pd esprimo dolore per le vite spezzate dal e sul lavoro nel drammatico incidente avvenuto a Calenzano, in Provincia di Firenze. Sentiamo ancor più vicina la tragedia che ha colpito le famiglie lucane. Viviamo con apprensione l’evoluzione della condizione di salute dei feriti. La sicurezza sul lavoro in generale deve essere una priorità, tanto più per una Regione che, avendo industrie a rischio di incidente industriale, deve fare quanto di sua competenza per far avvertire il massimo della sicurezza a lavoratrici e lavoratori”. Così il capogruppo del Pd, Piero Lacorazza.
Due operai lucani (di Cirigliano e Sasso di Castalda) morti nell’esplosione della raffineria Eni a Calenzano, intervento Calamita (Fiom Cgill): “Urgono interventi di istituzioni nazionali e regionali”
“La Fiom Cgil Basilicata si stringe alle famiglie delle vittime dell’incidente al deposito Eni di Calenzano, che ha coinvolto tre lavoratori lucani, tutti e tre dipendenti dell’azienda Sergen di Grumento Nova, in appalto all’Eni per lavori di manutenzione. L’ennesima strage sul lavoro, dove ancora una volta, come troppo spesso accade, a perdere la vita sono lavoratori della catena di appalti e subappalti. Alla luce di questa ennesima tragedia, è necessaria una forte azione di contrasto alle morti sul lavoro da parte delle istituzioni nazionali e regionali, con un coinvolgimento attivo delle imprese che scaricano sui lavoratori i costi di produzione, ritenendo la sicurezza un costo e non un investimento. Facciamo appello alla Regione Basilicata e al prefetto perché ci sia più vigilanza, specie nelle imprese in appalto e subappalto. Come Fiom Cgil continueremo la nostra battaglia al fianco dei lavoratori e delle loro famiglie. Adesso è il momento del silenzio e del cordoglio. Ci sarà poi il tempo per verificare eventuali responsabilità che, se accertate, dovranno essere perseguite”. Lo afferma la segretaria generale Fiom Cgil Basilicata Giorgia Calamita.
Due operai lucani (di Cirigliano e Sasso di Castalda) morti nell’esplosione della raffineria Eni a Calenzano, intervento di Resistenza Popolare di Basilicata
Resistenza Popolare di Basilicata si unisce al dolore delle famiglie di Franco Cirelli, che lascia moglie e due figli piccoli e Gerardo Pepe.
Siamo vicini anche a Luigi Marino, rimasto ustionato in modo grave.
Operai impiegati alla Sergen, ditta appaltatrice che si occupa di manutenzione e pulizia di impianti industriali.
Rimasti coinvolti nella strage avvenuta nel deposito Eni di Calenzano.
Le cause del disastro sono in via di accertamento.
Ma è evidente a tutti che è il sistema degli appalti al massimo ribasso il vero responsabile, che incide pesantemente sulla sicurezza e sui salari dei lavoratori.
Bisogna fermare questo scempio.
No al sistema degli appalti.
Si alla nazionalizzazione delle multinazionali come l’ENI.
Due operai lucani (di Cirigliano e Sasso di Castalda) morti nell’esplosione della raffineria Eni a Calenzano, intervento Avs Basilicata: “Sicurezza sul lavoro priorità inderogabile”
La tragica esplosione avvenuta presso il centro Eni di Calenzano, che ha provocato quattro vittime e ventisette feriti, mette ancora una volta in luce le gravi lacune nelle politiche di sicurezza sul lavoro. Tra le vittime, due lavoratori lucani – Gerardo Pepe e Fabio Cirelli – mentre un altro lucano, Luigi Murno, versa in gravi condizioni. Secondo i dati Inail, nei primi dieci mesi del 2024 si sono verificati 890 incidenti mortali sul lavoro, con un aumento del 2,5% rispetto all’anno precedente. A fronte di un lieve calo degli incidenti avvenuti sul luogo di lavoro, sono significativamente cresciuti quelli in itinere. Numeri che descrivono una realtà allarmante, resa ancora più inaccettabile quando riguarda aziende con utili multimiliardari come Eni, che dovrebbe garantire standard di sicurezza eccellenti. Non possiamo ignorare i rischi già segnalati, anche di recente, per il sito di Calenzano: rilascio di vapori tossici, contaminazione delle falde acquifere e un paventato e percepito incremento delle malattie respiratorie e tumorali nell’area. Questi elementi sottolineano la necessità di un’indagine approfondita e indipendente sulle condizioni di sicurezza degli impianti Eni, nonché di un impegno concreto per la tutela dei lavoratori e delle comunità locali. AVS Basilicata chiede al Governo di intervenire con urgenza, convocando Eni per un confronto chiaro e trasparente. La sicurezza sul lavoro non è un costo, ma un diritto imprescindibile. Non c’è spazio per ulteriori ritardi o omissioni.
Due operai lucani (di Cirigliano e Sasso di Castalda) morti nell’esplosione della raffineria Eni a Calenzano, intervento Carmine Ferrone, vice presidente Provincia Potenza, PD: “E’ una battaglia democratica di civiltà contro la barbarie della strage di lavoratori.
La strage di lavoratori a Calenzano si sta rivelando sempre più grave e drammatica con un bollettino pesantissimo di cinque morti e 26 feriti, di cui due operai lucani – Gerardo Pepe, 45 anni, residente a Sasso di Castalda, e Franco Cirelli, cinquantenne di Cirigliano -della Sergen di Grumento Nova, impegnata in attività di manutenzione all’interno del sito. Oggi è il giorno del dolore e del cordoglio per le famiglie che hanno perso operai che stavano semplicemente facendo il proprio lavoro per garantire il sostentamento della famiglia e il futuro dei figli. La ricostruzione di quanto è realmente accaduto è essenziale per capire cosa poteva essere fatto per salvare le vite umane e mettere fine ad un tributo di sangue: 890 morti sul lavoro nei primi dieci mesi dell’anno. La prima risposta che è venuta da sindacati e lavoratori in Toscana con lo sciopero generale e i presidi è la riprova della grande volontà e dell’impegno affinchè l’emergenza degli incidenti sul lavoro diventi per il Governo una priorità. Sono certo che i sindacati e i lavoratori lucani dopo l’onda emotiva e di cordoglio si mobiliteranno come hanno già fatto in occasione dello sciopero generale e della manifestazione di Cgil e Uil a Potenza il 29 novembre scorso. Come sono certo che anche gli enti locali sapranno individuare iniziative ed azioni di sostegno a questa che è diventata una battaglia democratica di civiltà contro la barbarie della strage di lavoratori.