“Basterebbe poco per invertire il circuito della fuga e renderlo virtuoso: se solo si riuscissero a convincere le comunità di emigrati a investire nelle regioni d’origine, allora la linfa potrebbe tornare alle radici. Ne è un esempio la storia di Giovanni D’Agostino che dopo aver trascorso quasi sei anni in Germania ha deciso di ritornare a Chiaromonte, suo paese di origine”. È questa la riflessione del presidente del Consiglio regionale della Basilicata Francesco Mollica nel leggere l’intervista fatta da Angelo Mauro Calza sul suo notiziario web ad un lucano che dopo anni trascorsi in Germania per cercare di garantire un futuro alla propria famiglia ha maturato la scelta di ritornare al suo paese.
“Le comunità di emigrati non sono popolate solo da gente che ‘ce l’ha fatta’ – afferma Mollica -. Certo, sono tanti quelli diventati grandi imprenditori, riconosciuti intellettuali. Altri hanno raggiunto una tranquilla sicurezza economica ingrossando le classi medie dei Paesi in cui sono arrivati. Ma altri, invece, non hanno avuto neppure quel miglioramento di vita in cui speravano e le difficoltà affrontate in Italia si sono riproposte, in forme diverse, nei paesi che li hanno accolti. O addirittura vivono il timore di perdere l’identità italiana per omologarsi ad una cultura totalmente diversa, propria del paese ospitante”.
“Un ruolo di primo piano dovrebbero rivestirlo le istituzioni – continua il presidente del Consiglio regionale – a partire dallo Stato per richiamare a sé i suoi figli. E in questa nuova e auspicabile prospettiva di sviluppo, che vede coinvolti in un progetto sinergico emigrati di ritorno e comunità di origine, non possono restare fuori Comuni, Province, Regioni. Con quale ruolo? Svolgere un’incisiva azione di indirizzo e di supporto magari con agevolazioni e sgravi fiscali così come previsto – precisa Mollica – dalla legge regionale 16 del 2002 sulla ‘Disciplina generale degli interventi in favore dei Lucani nel mondo’, secondo la quale la Regione Basilicata opera nel quadro della programmazione regionale per affrontare i problemi dell’emigrazione per agevolarne l’inserimento e il reinserimento nella vita sociale e nelle attività produttive regionali degli emigrati che rientrano in Basilicata”.
“Giovanni D’Agostino in questi giorni sta rientrando a Chiaromonte dove ha deciso di rilevare il negozio della madre. Una scelta coraggiosa – conclude Mollica – controcorrente, che D’Agostino ha fatto ‘per amore della propria terra’, per dare lavoro ed una prospettiva ai propri figli. Oggi mi chiedo: ma se ci fosse magari un’autorità, un organo, un ufficio creato apposta per supportare i ‘progetti di ritorno’, quanti farebbero la stessa scelta del nostro coraggioso Giuseppe D’Agostino? Insomma, il nostro Sud, ma la nostra Basilicata in particolare, dovrebbe attrezzarsi per creare ‘spazi’ e opportunità che facciano incontrare risorse dei territori e volontà di ritorno alle proprie origini”.