Nella giornata di lunedì 2 giugno anche la città di Matera celebra in piazza Vittorio Veneto la festa per il 68° anniversario della Proclamazione della Repubblica Italiana. Dopo il raduno delle autorità nella villa dell’Unità d’Italia il corteo composto dai massimi esponenti di Governo, Regione, Provincia e Comune di Matera e dalle associazioni combattentistiche e d’arma ha raggiunto piazza Vittorio Veneto per dare il via alla cerimonia con gli Onori al rappresentante del Governo Prefetto Luigi Pizzi accompagnato verso il palco delle autorità dal comandante del Comando Esercito Basilicata Pietro Oronzo La Torre, l’alzabandiera e la deposisizione della corona di alloro al Monumento ai Caduti e sulla Lapide. Ad accogliere il corteo il picchetto armato dell’Esercito Italiano e il complesso bandistico “F. Paolicelli” della città di Matera.
Quindi spazio alla lettura del messaggio del Capo dello Stato affidata al Prefetto di Matera Luigi Pizzi, alla relazione di Simone Contini, rappresentante Consulta Studenti della provincia di Matera e agli interventi istituzionali del presidente della Provincia di Matera Franco Stella e del sindaco di Matera Salvatore Adduce.
Nel pomeriggio a partire dalle ore 18 in piazza Vittorio Veneto la cerimonia ufficiale si conclude con l’ammainabandiera mentre alle ore 19 nella Casa Cava è in programma il concerto dell’Orchestra da Camera del Conservatorio Duni di Matera che esegue musiche di Mozart con i violini e la voce solista di Isabella Scalera.
Riportiamo di seguito gli interventi di Franco Stella, Presidente della Provincia di Matera e del sindaco di Matera Salvatore Adduce, dell’UGL e la fotogallery di SassiLive (foto www.SassiLive.it).
Festa della Repubblica Italiana, intervento di Franco Stella, Presidente della Provincia di Matera
Gentili Concittadini, illustri Autorità,
il 2 giugno 1946 l’Italia diveniva una Repubblica. Una conquista per la democrazia di portata storica che consegnava al popolo italiano un mandato: esercitare attivamente il proprio diritto di cittadinanza. Perché se il referendum istituzionale inaugurò uno spazio di libertà unico nella nostra storia, è pur vero che definì con altrettanta importanza il dovere per ognuno di esercitarla, quella libertà, con profondo senso di responsabilità e di coerenza nei confronti della cosa pubblica.
La partecipazione è un luogo bellissimo di espressione e di confronto che aiuta la società a non perdersi e, soprattutto nei momenti più difficili, l’aiuta a risorgere.
Io credo che oggi, molto più che in passato, dobbiamo attingere a quel senso di responsabilità per la nostra Repubblica come all’energia che può sostenere la nostra ripresa. Nessuna scorciatoia o strada privilegiata per qualcuno, serve un impegno comune per tutti. Ognuno deve fare la propria parte, a cominciare da chi interpreta ruoli istituzionali e dunque deve costituire l’esempio a cui ispirarsi.
La linea della sobrietà voluta dal Colle, già dall’anno scorso, e abbracciata dal Ministero della Difesa, che ha unito le celebrazioni istituzionali in tutta la nostra penisola, è segno che questa volontà di far bene per il bene del Paese esiste. Non possiamo omettere di riconoscerlo. Qualcuno dirà che è un timido passo, ma si comincia sempre dalle piccole cose, che tanto piccole non sono, per cambiare.
Cambiare per migliorare riassumendoci il ruolo di decisori. Azione che ci deve vedere protagonisti attenti e anche scrupolosi osservatori capaci di interpretare il presente senza delegare il proprio futuro.
La Repubblica ha bisogno di noi e noi ci saremo, insieme per il bene dell’Italia.
Festa della Repubblica, intervento del Sindaco Salvatore Adduce
Il 2 e 3 giugno 1946 gli italiani, , furono chiamati a scegliere la forma istituzionale dello Stato e al tempo stesso eleggere i componenti dell’Assemblea Costituente che doveva redigere la nuova carta costituzionale.
Fu la prima volta a suffragio universale. Non fu un voto qualsiasi. Si trattava da una parte di esprimere un giudizio inappellabile sulle responsabilità della tragedia dalla quale l’Italia era uscita distrutta aprendo la strada ad un assetto istituzionale nuovo e dall’altra eleggere i rappresentanti che avrebbero elaborato e approvato la nuova Costituzione che sarebbe divenuta il faro la guida per i decenni successivi.
E gli italiani 68 anni fa fecero una grande scelta politica, scelsero la nuova forma dello Stato: scelsero la Repubblica.
Esprimendo al tempo stesso una condanna senza appello per la corona che si era macchiata di colpe gravissime per aver assecondato l’avvento del fascismo e di averne sostenuto tutte le derive antidemocratiche, totalitarie, razziste, antisemite culminate poi nella entrata in guerra dell’Italia al fianco di Hitler e del nazismo e indicando finalmente una strada nuova mettendosi alle spalle definitivamente le lacerazioni del passato.
Ma 68 anni fa, con quel voto e con quella decisione, si realizzava anche il sogno risorgimentale che meno di 100 anni prima aveva sostenuto le grandi battaglie per l’unità d’Italia.
Fu una risposta forte non priva di contrasti. E non fu un risultato scontato come dimostrano i numeri di quel referendum: si espressero circa 25 milioni di italiani. Lo scarto tra repubblica e monarchia fu di 2 milioni di voti.
Nel nord Italia la repubblica vinse in quasi tutti i centri urbani principali, mentre al sud il voto fu quasi ovunque per la monarchia (a Napoli 900 mila voti per la monarchia contro neppure 250 mila per la repubblica; a Palermo quasi 600 mila contro 380 mila); a Roma, se pur di misura prevalse la monarchia.
Fu la prima grande battaglia politica democratica di massa dopo la resistenza partigiana e la liberazione.
Fu la prima volta di un dibattito libero, partecipato, democratico.
Quella battaglia coraggiosa è alla base della costruzione del nuovo Stato. E’ da lì che inizia il cammino verso la ricostruzione materiale dell’Italia ancora sotto le macerie della guerra e la costruzione dell’Italia nuova.
Pensate nei due giorni il 2 e il 3 giugno del 1946 andò a votare il 90% degli aventi diritto! Finalmente gli italiani potevano esprimere la loro opinione liberamente e rispettando la regola del voto segreto.
Ecco perché la Festa di oggi è importante. Questa è la festa della repubblica ma prima di tutto è la festa della democrazia!
Questa è la festa della nascita della nazione come per i francesi il 14 luglio (presa della Bastiglia) e per gli americani il 4 luglio (festa dell’indipendenza).
Non a caso nel 2001 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi volle ripristinare il giorno festivo del 2 giugno dando grande impulso alle celebrazioni di questa bellissima ricorrenza.
Ancora una volta è importante coltivare la memoria, non smarrire gli elementi fondanti della nostra comunità. Dunque quella di oggi è una celebrazione di uno dei pilastri della moderna democrazia.
Il fondamento di tutto è la partecipazione. Come accadde 68 anni fa. Quasi tutti gli aventi diritto andarono a votare. Parteciparono.
La partecipazione nel suo significato letterale: dividere con altri. Scesero in campo milioni di persone, uomini e donne per la prima volta e vollero condividere una scelta avendo idee diverse che si espressero attraverso le schede della votazione.
A quella esperienza e a quei valori dobbiamo attingere anche nel tempo che siamo chiamati a vivere.
A distanza di tanti anni abbiamo fatto nuove conquiste. Basti solo pensare alle tecnologie, al grande progresso scientifico, alle grandi innovazioni. Dobbiamo saper mettere a frutto meglio tutto questo. Dobbiamo innanzitutto indirizzare gli sforzi di tutti perché i nuovi saperi producano ricchezza e lavoro, nuovi posti di lavoro. Questa deve essere la nostra buona battaglia: concentrare tutte le forze per dare lavoro ai giovani.
La Festa della Repubblica italiana, fondata sul lavoro non può non ricordare il grande irrisolto problema dell’accesso al lavoro di milioni di suoi figli.
Seguiremo con grande attenzione tutte le iniziative del governo soprattutto quelle che svolgerà nell’ambito del semestre in cui la Presidenza del Consiglio dell’Unione europea spetta all’Italia e che inizia proprio in queste ore. L’Italia si accinge ad assumere tale Presidenza in un momento molto delicato ma con una forza straordinaria grazie al giudizio espresso dagli elettori il 25 maggio. L’Italia Paese fondatore della Comunità Europea con i trattati di Roma del 1958, si presenta oggi ancora una volta come la nazione più europeista. Ma con un giudizio molto critico sulle politiche europee di contrasto alla crisi.
Più investimenti per lo sviluppo. Qualche vincolo in meno, a cominciare dal patto di stabilità che strozza le possibilità di investimento delle amministrazioni pubbliche. Meno burocrazia. Più velocità.
Insomma come ha detto il Presidente della Repubblica al quale da questa piazza va un deferente saluto:
“l’Italia può parlare a voce alta in Europa e contribuire a cambiarne le istituzioni e le politiche”.
Anche così si ricorda bene il 68° anniversario della nascita della Repubblica Italiana.
W il 2 giugno
W la Repubblica una e indivisibile
W l’Italia
Festa della Repubblica, intervento d Simone Contini, rappresentante Consulta Studenti della provincia di Matera
Buongiorno,
innanzitutto parto col ringraziare le autorità e tutti coloro i quali hanno reso possibile la nostra presenza qui oggi. Ringrazio tutti loro non soltanto a nome della Consulta Provinciale degli Studenti di Matera ma a nome di tutti i giovani: essere qui oggi, infatti, ha un suo significato, deve averlo. Questo significato non deve essere solo un’effimera celebrazione, ma deve vedere l’essere riuniti oggi qui in questa piazza come un ricordo e una commemorazione sentita, frutto di storie legate indissolubilmente alle nostre speranze. Per noi giovani, ragazzi che confidano nel futuro, è importante essere qui oggi: oltre essere un onore, però, è anche e soprattutto una responsabilità. Responsabilità perché qui, oggi, davanti a tutti voi , rappresentiamo il futuro, il domani, il cambiamento, il progetto maggiore. Pensare al futuro, però, senza ricordare passato e presente sarebbe un’operazione fin troppo sterile, ecco perché ci stiamo incontrando, per ricordare, per festeggiare la nostra amata Repubblica: tanto chiacchierata e a volte poco difesa dalle nostre memorie. Ispirandoci alla Costituzione, che esalta la repubblica nel suo primo articolo come fosse una carta d’identità per tutti noi cittadini, dobbiamo interrogarci sul vero senso di Repubblica. Se nel corso degli anni si è lottato per parlare di Repubblica e se oggi siamo qui riuniti per parlare di Repubblica dobbiamo capire bene fino in fondo quello che è il suo significato. Proviamo a spiegarlo, almeno noi ragazzi, forse in un’ottica un po’ da sognatori, ma allo stesso tempo forti e consapevoli nelle nostre capacità, vedendo questa “mamma”, la Repubblica, come un bene comune, uno stare insieme, un condividere, un dialogare, un crescere, sia nei diritti che nei doveri, un migliorarsi continuo, un progresso. Non vanifichiamo la storia prima di noi,non dimentichiamo gli uomini e le donne che fino ad oggi hanno lottato e continuano a lottare per parlare di Repubblica, stato, regole. Continuiamo, seguendo i grandi esempi e i grandi valori, a costruire pian piano questo stare insieme per crescere. Senza parlare di grandi cose cerchiamo di applicare, ognuno di noi, per quanto gli è possibile, questi principi nelle piccole realtà che ci circondano:la casa, la scuola, il lavoro, gli amici. Contribuiamo insieme ad un miglioramento che porti al cambiamento, cambiamento in cui tutti si sentano parte di un qualcosa di più grande. Noi giovani oggi, e lo dico con grande rammarico, ci sentiamo distanti dalla Res Publica, dalla cosa pubblica che, però, ogni giorno, condiziona fortemente le nostre azioni. Siamo parte di una generazione che non riesce più a percepire lo Stato come un amico, ma piuttosto lo inquadra come un qualcosa da cui allontanarsi, proteggersi, salvaguardarsi. La frase più comune, quella che si sente più spesso è:”ma cosa me ne importa”. Invece no, oggi siamo qui non solo per celebrare la nostra una e indivisibile Repubblica, ma siamo qui per lanciare un appello a tutti: “partecipate!”. La vera libertà, come diceva Gaber, è partecipazione: solamente partecipando possiamo imprimere una svolta, possiamo vedere le nostre utopie realizzarsi. Commemoriamo la Repubblica, spendiamo tutti tante belle parole, ma la vera missione alla quale la Consulta, e con lei gli studenti e i giovani tutti, non intende assolutamente sottrarsi è un appassionamento civile, affinché i giovani non siano solo più un problema, ma diventino una risorsa, su cui nessuno abbia paura di investire. Ragazzi, amici, studenti, vi lancio questo appello e spero che anche le istituzioni riescano a farsene carico: non spegnete la TV se sentite parlare di politica, di Stato e di “bene comune”, non vi allontanate da una piazza se vedete manifestazioni pubbliche, non fuggite dal vostro e nostro comune destino. Insieme possiamo diventare il cambiamento, interessandoci e informandoci, perché solo con una pura,incondizionabile e critica coscienza potremo rendere davvero omaggio a tutti quelli che, giovani come noi, hanno immolato le proprie vite per tutto questo.
Concludo con una bellissima frase di un nostro padre costituente, Piero Calamandrei il quale, già mezzo secolo fa, ci invitava a una scelta convinta e decisa e ad un impegno diretto:
“Dietro ogni articolo della Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa Carta”
Grazie ancora a tutti: viva la Repubblica, viva il futuro di giovani che ci possono e ci devono credere!
Festa 2 Giugno, Ugl: “riaffermazione e diffusione degli altissimi valori”.
“Anche per quest’anno il difficile momento economico e sociale che il Paese sta attraversando impone un clima di particolare sobrietà nelle celebrazioni istituzionali. L’Ugl Basilicata con la sua delegazione non mancherà all’appuntamento accogliendo con orgoglio, soddisfazione e gradito, l’ invito dall’On. Prefetto di Potenza, d.ssa Rosaria Cicala, a partecipare al 68° Anniversario della Festa della Repubblica Italiana che avrà luogo in Piazza Prefettura, lunedì 2 giugno 2014”.
E’ quanto si apprende dalla segreteria generale dell’Ugl Basilicata.
“L’o.s. per i festeggiamenti di quest’anno, dedica un’attenzione speciale al tricolore e ai suoi significati. Il verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni così come definito dall’articolo 12 della Costituzione della Repubblica Italiana del 27 dicembre 1947, che simboleggia, con i suoi colori, i valori fondanti dello Stato e ricorda gli episodi storici che hanno plasmato il nostro Paese. Per l’Ugl – si legge ancora nella nota – la festa sia sempre più vicina al territorio e alla cittadinanza del meridione d’Italia. Si voglia ricordare ciò che lega il popolo Italiano, la nostra bandiera, ch’è come un ‘bignami’ della storia italiana: in essa sono riassunti e condensati due secoli importantissimi che hanno portato alla creazione della Repubblica. Sono tanti i modi per riscoprire le nostre radici e sono tutti validi se ci ricordano l’opportunità e le responsabilità derivanti dall’essere cittadini italiani in special modo nei giovani di oggi: il giorno del 2 giugno – conclude l’Ugl – deve sempre far comprendere che, solo attraverso le opportune e mirate forme partecipative e di sensibilizzazione, si può apprezzare il senso profondo e l’altissimo valore etico e storico di una ricorrenza non solo celebrativa, ma intesa quale momento di riaffermazione e diffusione degli altissimi valori di cui la nostra Costituzione e’ portatrice”.