Celebrata questa mattina anche a Matera la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, organizzata dalla Prefettura e dal Comando Provinciale Carabinieri di Matera. Alla cerimonia hanno partecipato il Prefetto di Matera, Sabte Copponi, le Autorità civili, militari e religiose e le varie Associazioni Combattentistiche e d’Arma.
Nella circostanza, il Prefetto e i Comandanti Militari e dei Corpi di Polizia, alla presenza di tutte le Autorità, delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma e della cittadinanza, hanno commemorato i Caduti con la deposizione di due ghirlande di alloro, prima al cippo di via Lucana e, dopo aver percorso il centro storico in corteo da piazzetta Pascoli verso Piazza Vittorio Veneto, al Monumento ai Caduti, posizionato nel cuore del centro storico cittadino.
Durante la celebrazione è stato schierato un reparto di formazione composto da una rappresentanza delle Forze Armate, della Guardia di Finanza, dei Corpi di Polizia, Croce Rossa Italiana, Vigili del fuoco e da volontari delle Associazioni Nazionali dei Carabinieri e della Polizia di Stato; è stata inoltre data lettura dei messaggi inviati dal Capo dello Stato e dal Ministro della Difesa e sono seguiti gli interventi del rappresentante della Consulta Studentesca, Stefano Melodia, di Franco Lisanti Orfano di guerra in rappresentanza delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, del Presidente della Provincia di Matera, Piero Marrese e del Sindaco di Matera, Domenico Bennardi.
Presenti tra gli altri sul palco anche Monsignor Pino Caiazzo, Arcivescovo della diocesi di Matera-Irsina, il il deputato Aldo Mattia, la vice sindaco e assessore comunale Rosa Nicoletti, gli assessori comunali Tiziana D’Oppido e Giuseppe Digilio, il consigliere comunale, Francesco Salvatore, Gianfranco Losignore e Augusto Toto e il consigliere regionale Piergiorgio Quarto.
Nicola Roberto Lerario ha letto il messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
I brani musicali della cerimonia sono stati eseguiti dalla Banda “Nunzio Vincenzo Paolicelli” di Matera.
Al fine di garantire l’interazione con la cittadinanza e le scolaresche, il Comando Provinciale Carabinieri di Matera sarà aperto al pubblico negli orari 09.00 – 13.00 e 16.00 – 19.00 del 4 novembre 2021. Nella circostanza, i visitatori potranno osservare da vicino i veicoli e le apparecchiature in dotazione all’Arma, nonché visionare filmati istituzionali. Inoltre, allo scopo di favorire la partecipazione della popolazione e delle scolaresche, il “Museo storico dei cimeli di guerra”, allestito presso l’Associazione Invalidi e Mutilati di Guerra, in via Francesco D’Alessio 52, sarà visitabile dalle 09.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 19.00 nella giornata del 4 novembre mentre per tutto il mese, nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì, dalle ore 10:00 alle ore 12:00.
Michele Capolupo
Ugl Matera alla Festa dell’Unità d’Italia e delle Forze Armate
Su gradito invito del Sindaco di Matera, Domenico Bennardi, l’Ugl Matera con il Segretario Provinciale, Pino Giordano ha partecipato, alla ricorrenza della Festa dell’Unità d’Italia e delle Forze Armate: celebrazione iniziata alle ore 11 in Piazza Vittorio Veneto, presenziata dalla Prefettura e dal Comando Provinciale Carabinieri di Matera con il Prefetto di Matera, Sante Copponi, le Autorità civili, militari e religiose, nonché le varie Associazioni Combattentistiche e d’Arma.
“Salutando le Autorità – dice Giordano -, in particolar modo il Presidente della Provincia di Matera, Piero Marrese, ho trasferito il pensiero espresso dal Segretario Generale dell’Ugl, Paolo Capone per tale giornata, nel contesto celebrativo e unico per tutta la nazione: in occasione della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, celebriamo l’eroico sacrificio di quanti sono caduti in difesa della Patria. A nome dell’Ugl, rivolgo un sentito ringraziamento agli uomini e a alle donne in divisa che ogni giorno, con dedizione e spirito di servizio, rischiano la propria vita per tutelare la sicurezza in Italia e nelle missioni oltre confine. Viva l’Italia, Viva le Forze Armate!”
Intervento del deputato Aldo Mattia di Fratelli d’Italia
“Onore alle Forze Armate e a chi si è speso, anche il proprio sacrificio, per garantirci un’Italia libera e unita. A loro ribadiamo il nostro grazie”. Lo ha detto a Matera il deputato di Fratelli d’Italia, Aldo Mattia, partecipando, assieme al consigliere regionale di FdI, Piergiorgio Quarto, alla cerimonia per la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. ” Sono loro l’orgoglio della nostra Italia, le tante donne e i tanti uomini che quotidianamente si spendono per garantire la sicurezza dei cittadini dentro i fuori i confini nazionali”.
Intervento del presidente della Provincia di Matera, Piero Marrese
Signor Prefetto, autorità civili, militari, politiche e religiose, associazioni degli ex combattenti, concittadini,
come da tradizione, anche quest’anno il 4 novembre viene celebrata la Festa delle Forze Armate per ricordare il sacrificio dei quasi settecentomila giovani soldati morti per difendere la nostra Patria nel primo conflitto mondiale e gli ideali risorgimentali che hanno trovato vera compiutezza solo con la Costituzione repubblicana del 1948.
Il 4 novembre ricorda infatti l’emissione del Bollettino della Vittoria con il quale venne annunciata nel 1918 la resa dell’Impero Austro-Ungarico all’Italia che poneva fine alla prima guerra mondiale. Il solo sentirlo ancora oggi suscita grandi emozioni!
Il 4 novembre non solo ricordiamo la vittoria della prima guerra mondiale ma soprattutto il superamento del primo evento drammatico dall’Unità d’Italia.
Oggi, più che mai, ha senso ricordare quella data. Soprattutto alla luce dei gravi fatti di guerra che si stanno verificando in diverse parti del mondo.
Altre Caporetto, altre sconfitte avrebbero provato gli italiani i quali puntualmente hanno sempre saputo reagire e risorgere non solo da sconfitte militari, ma anche da immani tragedie naturali, disordini sociali, drammatiche crisi economiche e in ultimo dalla terribile pandemia.
Non possiamo così dimenticare i giovani protagonisti della battaglia di Vittorio Veneto, gli eroici comportamenti dei carabinieri durante la seconda guerra mondiale, la grande abnegazione dei militari all’indomani dell’alluvione di Firenze, della tragedia del Vajont, la generosità degli alpini dopo il terremoto del Friuli come anche dopo il terremoto dell’Irpinia e della nostra Basilicata. Si deve sempre alle forze Armate l’aver sconfitto il terrorismo e ancora la quotidiana lotta alle mafie. Le forze armate vanno ricordate come portatori e difensori della pace nel mondo per gli innumerevoli interventi dove la pace è in pericolo.
Uomini e donne delle Forze Armate siate tutti orgogliosi, fieri e rispettosi delle diverse divise che indossate perché rappresentano il simbolo di sacrifici, di rinunce e di grandi atti di eroismo che ci permettono ogni giorno di vivere in piena libertà.
Questa libertà è stata duramente conquistata da quanti hanno sofferto, sino all’estremo sacrificio, per lasciare alle giovani generazioni un’Italia unita, indipendente, libera, e democratica che, quotidianamente, è difesa dalle nostre Forze armate che rappresentate.
Per tutto questo esprimo la mia personale gratitudine a quanti di voi operano, ogni giorno, per garantire la sicurezza e la massima espressione di libertà di parola e di pensiero.
Viva l’Italia, Viva le Forze Armate, Viva la Repubblica!
Intervento di Franco Lisanti Orfano di guerra in rappresentanza delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma
Il ricordo dei nostri cari che non ci sono più, di quelli che riempiono i nostri ricordi di infanzia e di quanti si sono conosciuti, ci accompagna in questi giorni di novembre.
Abbiamo abbracciato le loro tombe.
Oggi festa dell’unità nazionale d’Italia e delle forze armate, ci ritroviamo intorno a questo sacro monumento omaggio e riconoscenza che le istituzioni e il popolo vollero rendere alla memoria dei caduti di tutte le guerre.
Ci ritroviamo con lo sconforto di constatare che, anzichè aver compiuto qualche passo verso la pace, dobbiamo parlare ancora di guerra, come se la dura lezione degli ultini due conflitti mondiali non avessero insegnato nulla all’umanità così confusa ed inquieta.
Tanti sono i focolai di guerre sparse, oltre all’ucraina, in tutto il mondo, e tante sono ancora le atrocità che si consumano nei confronti di innumerevoli persone umane.
Questa ricorrenza del quattro novembre ci parla, invece, di valori autentici di civiltà, di diritto contro ogni prevaricazione, oppressione e servitù.
Dobbiamo rifiutare, perciò, la violenza, ma non solo quella degli attentati e aggressioni belliche che sono, purtroppo, all’ordine del giorno, ma anche quella più subdola che si nasconde dentro di noi e che, a volte, ci fa calpestare la dignità degli altri.
La violenza, sia nella forma più palese, sia nelle sue espressioni più appariscenti è sempre dietro l’angolo.
Bisogna sempre stare in guardia, perchè il seme dell’odio può incunearsi in ogni momento della nostra vita.
Dai giovani caduti viene un invito da giovani a giovani, ma che è rivolto a ciascuno di no: quello di un impegno fermo e responsabile per contribuire a migliorare le nostre relazioni che, a volte, si frantumano per futili motivi rendendo debole il tessuto umano delle nostre comunità.
Se tornando a casa, ci sentiremo più motivati per dare il nostro personale contributo alla costruzione di un mondo più giusto e più pacifico non sarà passata invano questa giornata dedicata ai nostri cari caduti in guerra.
Questi sentimenti e queste speranze deponiamo, insieme alla corona di alloro, ai piedi di questo sacro monumento.
Un pensiero riconoscente va alle forze armate, che nello spirito della costituzione, assicurano la pace e la sicurezza dell’italia e, quale autentica Espressione del nostro popolo, dimostrano un impegno morale ed un insuperabile spirito di sacrificio.
E’ doveroso accomunare le forse dell’ordine, che all’unisolo con le forze armate, hanno sempre espresso la stessa forza morale e lo stesso spirito di fedeltà alle istituzioni democratiche del paese.
L’italia può continuare nel suo cammino democratico e costruire il suo avvenire di pace, di libertà e di giustizia, anche perchè sa di poter contare sulla loro operosità, lealtà e sulla loro piena dedizione che è anche offerta con tanta generosità dalle associazioni combattentistiche e d’arma, dalla croce rossa, dalla protezione civile e dal mondo del volontariato.
Viva l’unità d’Italia!
Viva le forze armate!
Onore ai gloriosi caduti!
Viva l’Italia!
Intervento del presidente della Consulta Studentesca della provincia di Matera, Stefano Melodia
Da parte dell’Ufficio Scolastico Provinciale e dei miei colleghi studenti della Provincia saluto e ringrazio le autorità civili, militari e religiose perché ancora una volta è stata data ai più giovani la possibilità di esprimersi in giornate di così grande interesse per la nostra comunità nazionale.
In queste stesse ore, mentre celebriamo la ricorrenza nella nostra Città e nella nostra Provincia, il Presidente della Repubblica, il Ministro della Difesa assieme al Governo e a tutte le alte cariche dello Stato sta deponendo, per tutti noi, una corona sulla tomba del Milite Ignoto. Un uomo, un cittadino italiano che ha perso la vita in nome della propria Patria e che rappresenta le migliaia di eroi ai quali, a più di un secolo dalla loro morte, non siamo ancora in grado di associare dei corpi.
Sappiamo bene che per la nostra cultura il rito della sepoltura e del culto dei morti rappresenta un contatto tra chi vive ancora sulla Terra e chi invece la lascia. Possiamo pertanto immaginare quanto potesse essere stato difficile, negli anni della guerra, per delle madri, per delle mogli, vedere i propri uomini partire e fare ritorno in Patria, da morti e senza una identità.
È proprio per questo che da 101 anni rendiamo omaggio simbolicamente al Milite Ignoto, rivolgendo a lui gli onori di tutti coloro i quali per il nostro Tricolore hanno eroicamente donato la loro vita. Penso ai caduti del 1861, l’anno in cui la Penisola si unificò in un unico Stato; ai caduti della Prima Guerra Mondiale; ai caduti della Seconda guerra Mondiale; ai martiri della Resistenza e delle Foibe, vittime tutte dell’irrespirabile clima sociale che viveva l’Italia postfascista.
Quest’anno, tuttavia, celebriamo questa importante giornata con una nuova guerra alle porte dell’Europa, continente e comunità alla quale noi siamo orgogliosi di appartenere. Una istituzione sovranazionale che ha, tra gli altri, il compito di garantire la pace e la collaborazione tra le grandi Nazioni del Vecchio Continente. Ruolo al quale eravamo sicuri che tenesse anche la Federazione Russa. Ma così non è stato, e da febbraio rivediamo in televisione le inquietanti immagini del “fronte”, delle fosse comuni, degli aerei che bombardano le città. Ascoltiamo, purtroppo anche sui social, i rumori delle sirene che avvertono nelle città di un imminente bombardamento.
Dobbiamo dunque pensare che la storia non abbia assolto al suo ruolo? Che non sia stata in grado di istruire le nostre coscienze? Che giornate come queste, celebrate in tutte le Nazioni, non abbiano aiutato a creare una memoria condivisa sugli orrori delle guerre?
No, non dobbiamo pensare questo. Dobbiamo sempre ricordare che i veri registi delle guerre non vengono mai direttamente coinvolti nei conflitti che mietono migliaia e migliaia di vittime. Non dobbiamo chiedere al Presidente della Federazione Russa o al suo ambasciatore in Italia cosa ne pensano della guerra, dobbiamo chiederlo al soldato russo costretto ad imbracciare un fucile per volere di qualcun altro, dobbiamo chiederlo alla mamma del soldato russo, ai suoi figli. E state certi che la loro opinione sarà la stessa che condividiamo qui oggi tutti noi.
Da questa piazza si innalzi oggi il grido di “libertà”, non solo di “pace”. Perché una pace senza libertà è una sconfitta. Non solo per l’Ucraina, ma per l’intera Umanità che, in tempi diversi nella storia, ha maturato e affermato l’inviolabile principio di autodeterminazione dei popoli.
La nostra autodeterminazione è difesa e preservata ogni giorno dalle nostre Forze Armate, fedeli servito di una Patria, una Repubblica che ripudia la guerra come strumento di offesa, ma sempre pronte a scendere in campo nella ormai non più impensabile aggressione militare di un altro Paese.
La scuola, la cultura, l’istruzione, vigilino sempre sulle nostre memorie e sulle nostre coscienze affinché la consapevolezza di oggi sia la consapevolezza di tutti i giorni.
Onoreai caduti di tutte le guerre!
Viva le forze armate!
Viva l’Italia!