Leonardo Pinto, Presidente Onorario ANSB, in una nota esprime alcune riflessioni sulla presenza di Eni e Total con impianti di estrazione di gas e petrolio in Basilicata. Di seguito la nota integrale.
Vania Liscio, che non conosco personalmente, con il post pubblicato ieri sulla sua pagina Facebook, prendendo lo spunto dalla recente festa del giornale Avvenire a Matera, ha sollevato un problema serio: le estrazioni petrolifere in Basilicata.
Alla prima serata di tale festa ero presente anch’io e sono rimasto profondamente deluso sia dall’intervento di Monsignor Orofino, sia dalle sue domande all’amministratore delegato Eni, Claudio Descalzi, e relative risposte.
Tralasciando questioni che attengono i rapporti tra il giornale Avvenire e suoi i lettori, è certo che l’incontro ha completamente trascurato le ricadute negative delle estrazioni petrolifere in Basilicata, quali la compromissione irreversibile del territorio, la mancanza di attività concrete di vigilanza e prevenzione, i disastri ambientali, le conseguenti malattie tumorali, la sottrazione alle coltivazioni agricole e alle attività silvopastorali di vaste aree la cui redditualità non è stata sostituita dagli effetti delle coltivazioni di idrocarburi, anzi è peggiorata.
Dunque, Vania Liscio ha sollevato un problema realmente esistente per la mancata tutela della salute e dell’ambiente da parte degli Organi pubblici a ciò deputati. Nè si può ritenere che gli interventi dell’Autorità giudiziaria possano supplire tali carenze atteso che, come noto, l’azione penale viene esercitata quando i reati in materia ambientale si sono ormai consumati, cioè quando il danno è fatto.
Ai Lucani interessa, invece, che non si verifichino simili danni. A questo punto entra in gioco la politica che non c’è; meglio, c’è ma è complice o quanto meno acquiescente alla depauperazione del ns. territorio.
Vania Liscio, afferma <<Sono LUCANA nel Sangue, nel Cuore e nell’Anima e voi non sapete oppure peggio, fate finta di non sapere quanta povertà, inquinamento, malattie, disastro ambientale e tanto altro hanno portato Eni, Total e le trivellazioni petrolifere nella mia sventurata TERRA. Terra di mafia dai colletti bianchi, la più potente perché raggiunge le più alte vette del potere tra Lobbies e Massoneria.>>. Ha perfettamente ragione.
Il trasversalismo dei “colletti bianchi” in Basilicata, espressione di una borghesia conservatrice egoista e bacata, è terribile. Infatti, nessuno si è accorto per 17 anni che il corpo della povera Elisa Claps giaceva nel sottotetto di una chiesa ubicata nel centro di Potenza; è passato del tutto inosservato il tentativo di vendere il Palazzo di Giustizia della Corte di Appello per pagare debiti del Comune di Potenza creati dalla malapolitica; neppure ci si accorge di incompatibilità ambientali di magistrati; mentre vi sono reazioni scomposte quando i giudici sono solerti nell’emettere sentenze; si è silenti, invece, sullo smantellamento della sanità pubblica lucana e sull’inquinamento ambientale prodotto dalle compagnie petrolifere di ENI e TOTAL.
Viene lo sconforto quando i responsabili dei disastri sociali lucani continuano ad essere protagonisti politici. Alla festa del giornale Avvenire è comparso Filippo Bubbico, quale Presidente e Amministratore delegato di Acquirente Unico SpA. Il 30 giugno mi è stato chiesto di fare un intervento sulle “Libere Professioni in Basilicata”; leggendo la locandina, ho scoperto (faccio ammenda della mia distrazione) che Gianpaolo D’Andrea è attualmente “Consigliere del Ministro della Cultura”.
Che fare? Arrendersi e affidarsi al destino?
L’ANSB (Associazione Nuova Sanità e Benessere) non la pensa così, è di tutt’altro avviso.
Infatti, parafrasando Shakespeare (tragedia “Giulio Cesare”), il nostro destino non è nelle stelle ma in noi stessi; si tratta, per noi lucani, di un invito a realizzare, per il bene comune, una rivoluzione degli onesti e competenti al fine di evitare che la logica del profitto continui a prevalere su diritti inalienabili della persona. Ci sono tutte le condizioni per poterlo fare.