Un convegno per celebrare i 30 anni della Fondazione Lucana Antiusura “Monsignor Vincenzo Cavalla”. E’ l’iniziativa organizzata questa mattina nella Sala Joseph Ratzinger della Parrocchia di Sant’Agnese a Matera. All’iniziativa hanno partecipato le massime autorità del territorio: l’Arcivescovo Monsignor Pino Caiazzo, il sub commissario del Comune di Matera, Mariarita Iaculli, il consigliere regionale Casino, don Angelo Tatarani e Annamaria Cammisa per la Caritas.
Durante il convegno è intervenuto per una relazione testimoniale Maurizio Fiasco, sociologo romano, esperto di problemi concernenti la sicurezza pubblica, consulente da venticinque anni della Consulta Nazionale Antiusura delle Fondazioni Antiusura, applicato strenuamente alle questioni del sovraindebitamento e dell’azzardo.
Il ceramista Giuseppe Mitarotonda ha consegnato al sociologo romano Maurizio Fiasco il Premio nazionale Città cristologica giunto alla 6^ edizione. A Fiasco è stato consegnato un assegno di 2 mila euro e una terracotta, originale pezzo unico della sua bottega. Questa la motivazione letta da Michele Fanelli, revisore dei conti della Fondazione:
“La Fondazione Lucana Antiusura Mons. Vincenzo Cavalla Onlus, consegnando a Maurizio Fiasco il Premio Città cristologica, giunto alla sesta edizione, non può non rilanciare la motivazione con la quale lo studioso il 9 ottobre 2015 è stato insignito con motu proprio del Presidente della Repubblica del titolo di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, che recita: Per la sua attività di studio e ricerca su fenomeni quali il gioco d’azzardo e l’usura, di grave impatto sulla dimensione individuale e sociale.
L’epigrafica motivazione vale ancora oggi come riconoscimento dell’assiduo e imponente contributo didattico e pubblicistico che il sociologo romano offre alla società civile e alla politica contro l’usura e l’azzardo sbrecciato che, annessosi il lemma innocente di gioco, ne è divenuto una delle cause più rilevanti e che destruttura l’anima e l’economia di donne e uomini, di famiglie e imprese, insomma del nostro popolo.
Applicato allo strenuo smascheramento di tali traiettorie deviate della realtà italiana, da oltre due decenni Maurizio Fiasco affianca con la sua consulenza la Consulta Nazionale Antiusura San Giovanni Paolo II e le 35 Fondazioni Antiusura che concerta, condividendone toto corde la profezia dei suoi padri fondatori e le battaglie seguitene, nella coltivazione della speranza laica e cristiana di una Italia fatta di persone solidali e libere”.
Nell’occasione è stata una plaquette con una silloge di articoli riguardanti la Fondazione, quarta a sorgere fra le 35 del genere, unica ad avere avuto per levatrice un chilo di tritolo (1994) e a essere stata malmenata ingiustamente da un improvvido attacco giudiziario (1998).
A seguire, in un brainstorming regolato da Basilio Gavazzeni, si sono succeduti gli interventi del rappresentante della Questura, di Brunella Carriero, il notaio che costituì la Fondazione, di Angelo Festa primo presidente e attuale vicepresidente della Fondazione, di Eustachio Quintano commercialista prossimo fin dalle origini alla Fondazione, di Andrea Carriero segretario generale di Cofidi Sviluppo Imprese, di Abramo Cardinale animatore di Giocatori anonimi, di Angelo Tataranni e Anna Maria Cammisa della Caritas diocesana e di Tommaso Conese, rappresentante del Banco delle Opere di Carità di Basilicata. Le conclusioni sono state affidate a Monsignor Pino Caiazzo, Arcivescovo di Matera-Irsina e Vescovo di Tricarico. Il soprano Nunzia Rizzi ha aperto il convegno con “Non, je ne regrette rien” di Èdith Piaf e lo ha chiuso con “We Shall Overcome” di Joan Baez.
Convegno per celebrare i 30 anni della Fondazione Lucana Antiusura Monsignor Vincenzo Cavalla a Matera, intervento di Basilio Gavazzeni: “Riflessioni in fila per una commemorazione dovuta”. Di seguito l’intervento integrale.
A trent’anni dalla nascita della Fondazione Lucana Antiusura Mons. Vincenzo Cavalla di cui sono cofondatore, testimonial e presidente, rifletto: sulla preghiera di ringraziamento a Dio e sull’esternazione di gratitudine a molti, che nello stesso tempo devono presiedere alla commemorazione; su me stesso, il mio carattere e le bias che secerne, e le vicende che hanno predisposto il mio incondizionato coinvolgimento nella Fondazione; sulla mia infanzia in cui capii quanto pesasse il prestito contratto da mio padre e mia madre per assicurarci una casa; sui sacrifici e le rinunce alle quali fui educato dai Padri Monfortani; sulla povertà abbracciata e praticata fin dalla giovinezza; sulla mia naturale inclinazione alla generosità contro l’istinto di avere; sulla compassione e il dono delle lacrime che non posso trattenere davanti ai bisogni altrui; sul prestito senza interesse che, seguendo il Vangelo e potendo, ho sempre esercitato; sull’indignazione e la ribellione che provo dinnanzi a chi prevarica sugli altri e sulla manifesta sprezzatura verso chi fa del potere un ambìto traguardo e poi manca al servizio; sulla lezione antidebito e antiusura ricevuta dal santo gesuita Massimo Rastrelli inventore della prima Fondazione Antiusura; sulla malabestia dell’usura che nel 1994, fra i primi in Italia, mi trovai a denunciare; sul conseguente attentato dinamitardo che oltraggiò la chiesa parrocchiale di Sant’Agnese a me affidata e sugli avvertimenti che la precedettero e seguirono; sulla costituzione della Fondazione Lucana Antiusura voluta dal Prefetto Tommaso Blonda, dall’Arcivescovo Antonio Ciliberti e dal Presidente della Camera di Commercio Gianfranco Manfredi, congiuntamente alle Istituzioni, ai corpi intermedi e alla meglio società civile di Matera; sulle provvidenze che pervennero da ogni parte e formarono il patrimonio privato della Fondazione e si elevarono a £ 310 milioni per propiziare quello stragrande, complessivamente di £ 4 miliardi e 700 mila dello Stato ex articolo 15 delle legge 108/1996, sul paio di impudenti usurai che tentarono di convincermi che il loro operato era lecito; sulla luminosa mattinata a Bari che partecipai alla costituzione della Consulta Nazionale Antiusura unitamente a Massimo Rastrelli (Napoli), Alberto D’Urso (Bari), Sergio Baravalle (Torino), Luigi Di Liegro (Roma); sulla legge 108/1996 prima vera legge antiusura, a detta di Massimo Rastrelli; sull’improvvido attacco subìto dalla Procura dello Stato e sui cinque anni e cinque mesi fra il 1998 e il 2004 trascorsi sub iudice; sul riconoscimento in giudizio dell’insussistenza del fatto e, perciò, del crimine ascrittomi di malversazione e stornamento; sul perché, mistero ancora irrisolto, la contestazione provenne dalla stessa Procura materana, non da denunce esterne; sul fatto che lo Stato non chiese perdono al cittadino percosso erroneamente, se non per ragioni altre, dai dipendenti della sua Giustizia e non lo indennizzò nemmeno di quel che aveva speso per farsi difendere; sul servizio assicurato alla Fondazione anche in quei giorni amari che non ero più consigliere; sulla riammissione nel Consiglio di Amministrazione della Fondazione, ma non a quello della Consulta Nazionale Antiusura; sui tre avvisi di garanzia che collezionai: il primo per aver difeso con solitaria franchezza in una intervista televisiva il cardinale Michele Giordano, arcivescovo di Napoli, ex arcivescovo di Matera, da due accusatori in odore di falsità approdati alla Procura di Lagonegro, avviso caduto nel vuoto; il secondo concretatosi nel processo di cui sopra; il terzo, dopo l’assoluzione, per una mia risposta a una giornalista che innestava una trafiggente citazione del poeta Rocco Scotellaro, avviso non finito in processo grazie alla tardiva benevolenza di colui che chiamavo il mio ispettore Javert; sul film del passato che, tramite la moviola della memoria, posso rivedere avanti e indietro e fermo immagine, volti e storie dei richiedenti soccorsi e salvati, dei beneficiari riprecipitati nei debiti e nell’esclusione, di quelli infedeli e sleali fino alla truffa, alla testa, i peggiori, purtroppo, alcune donne, e infine di quelli che, ahimè!, non è stato possibile aiutare; sulle escussioni che hanno danneggiato il Fondo Statale e il cui denaro non è facilmente recuperabile; sulla costatazione che, per lo più, le cause delle debitorie sono l’avidità, lo stile di vita incontrollata, le dipendenze divoranti, la dissoluzione della famiglia, insieme alla mancanza di un’elementare cultura economica; sull’arte di non pagare i debiti perseguìta da alcune persone che meriterebbero il più ruvido trattamento usurario; su ricchi con un piede nella fossa, ma pervicacemente intransitivi; sull’incremento dell’usura da parte dell’esploso azzardo e dei suoi adepti a rischio anche di azzardopatia; sulla necessità che la legge antiusura 108/1996 benefica, ma usurata, debba essere riveduta; sulla legge 3/2012 e aggiornamenti insufficienti ad arginare il sovraindebitamento che travolge 2.200.000 persone-famiglie; su questo anniversario che non si celebra per bramosia di rinomanza, ma per segnalare che si esiste per gli altri e che contro il male umilmente si può fare sempre qualcosa, e per invitare, nella consapevolezza che siamo tutti debitori, a condividere fattivamente un nuovo cammino. Aujourd’hui, ça commence avec toi! Con Te, con te, con voi, con noi.
La fotogallery del convegno (foto www.SassiLive.it)