Sono tante le iniziative messe in campo in questi giorni dal Comune di Tito per celebrare la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.
Oltre al simbolo del drappo rosso che, come ogni anno, viene esposto sulla facciata del Palazzo Civico in Piazza del Seggio, nei giorni scorsi la Commissione comunale pari opportunità ha avviato una serie di iniziative in vista del 25 novembre.
Grazie alla collaborazione dell’associazione Sotto il Castello si è tenuto un laboratorio di scrittura collettiva, con metodologia Loesje, nel corso del quale si è discusso dei temi legati alla violenza maschile contro le donne e che ha portato alla realizzazione di vari poster che sono stati affissi lungo le vie cittadine.
Inoltre, è stato promosso un concorso rivolto agli studenti della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo di Tito, chiamati a realizzare un elaborato grafico sul tema della violenza contro le donne. L’elaborato prescelto diventerà il simbolo della prima “Run in Red” che si svolgerà nei prossimi giorni: una corsa simbolica che mira a sensibilizzare i cittadini e le cittadine alla lotta contro il fenomeno del femminicidio.
Un fenomeno in costante crescita negli ultimi anni nel nostro Paese che, nel solo 2021, fino ad oggi, registra 103 casi di donne uccise (il 40% di tutti gli omicidi commessi) la cui maggior parte in ambito familiare-affettivo.
È necessaria, pertanto, un’attività costante di prevenzione ma, allo stesso tempo, anche di sostegno alle vittime. Per questo il Comune di Tito ha rinnovato il partenariato con il Ce.St.Ri.M a valere sul progetto “Persone, non schiave”, prevedendo attività a tutto a campo che mirano alla sensibilizzazione e alla responsabilizzazione della comunità locale, ma anche ad offrire un sostegno concreto alle donne vittime di tratta, in linea anche con quanto previsto dal Patto dei comuni per la parità e contro la violenza di genere.
Un patto promosso da Anci a cui il Comune di Tito ha aderito e che prevede l’applicazione della Convenzione di Istanbul, un coordinamento per lo scambio di buone pratiche e una serie di attività per garantire una governance equa e rispettosa dei diritti di ciascuna persona.