“Non dobbiamo venire meno al nostro ruolo di garanti e di tutela delle persone con disabilità, perché una società che non progetta politiche di inclusione e non si prende cura di chi è più fragile non può definirsi una società rispettosa di ogni singolo individuo. Abbiamo il dovere di lavorare perché si promuova l’uguaglianza e si garantiscano pari diritti alle persone con disabilità e lottare contro ogni forma di discriminazione”.
Così il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Carmine Cicala, nella Giornata internazionale delle Persone con Disabilità.
“Secondo il Rapporto dell’Organizzazione mondiale per la sanità, il 15 per cento della popolazione di tutto il mondo – continua – convive con la disabilità. Sul totale delle persone in questa situazione, oltre un miliardo, circa 450 milioni vivono con problematiche relative alla condizione mentale o neurologica e due terzi dei disabili non cercano assistenza medica professionale per timore di essere soggetti a stigmatizzazione, discriminazione e abbandono. Si stima, inoltre, che in tutto il mondo altri 69 milioni di individui subiscano lesioni cerebrali traumatiche ogni anno, mentre a un bambino su 160 viene diagnosticato un disturbo dello spettro autistico. Il 3 dicembre del 1981, l’Assemblea generale dell’ONU ha istituito questa Giornata per promuovere l’inclusione delle persone disabili e combattere ogni forma di discriminazione”.
“Il tema quest’anno – aggiunge – è ‘Ricostruire meglio: verso un mondo post Covid-19 inclusivo della disabilità, accessibile e sostenibile. L’Agenda 2030 dell’Onu fa proprio il concetto che non bisogna lasciare indietro nessuno e riconosce Convenzioni internazionali come la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità quale guida opponendosi alla discriminazione di ogni tipo”.
“Questa pandemia – conclude Cicala – risulta essere ancora più gravosa per le persone con disabilità e sole. Il mio grazie va a tutti coloro che prestano assistenza e al mondo del volontariato per il prezioso dono di altruismo che fanno a tutti noi. Abbiamo il dovere morale ed istituzionale di non lasciare nessuno indietro e soprattutto in solitudine e di divulgare messaggi inclusivi contro una società molto spesso pregiudizievole la cui barriera può diventare anche quella culturale”.