“Un Governo popolare senza un’informazione popolare, o che non offra i mezzi per acquisirla, è solo il prologo di una farsa o di una tragedia; o forse di tutte e due. La conoscenza prevarrà sempre sull’ignoranza; e un popolo che vuole governare se stesso deve armarsi con il potere offerto dalla conoscenza”.Prendendo in prestito le parole di James Madison (1751 -1836, alfiere della libertà di informazione e presidente degli Stati Uniti), il presidente del Consiglio regionale, Francesco Mollica, ha aperto i lavori della giornata formativa “La trasparenza come opportunità di partecipazione ed informazione: l’esperienza del Consiglio regionale della Basilicata” che si è svolta, oggi, a Potenza, presso la sede del Consiglio regionale.
“Una giornata di lavoro, quella di oggi – ha proseguito Mollica – utile a formare le coscienze. Tutti devono acquisire quel modus operandi teso a fornire al cittadino il massimo accesso agli atti nel rispetto delle norme”. Il Presidente del Consiglio regionale dopo aver sottolineato l’opportunità di un’ “operazione trasparenza” perché “i dati prodotti dalle istituzioni pubbliche appartengono alla collettività e quindi devono essere disponibili e riutilizzabili”, ha fatto riferimento a una sua proposta di legge sugli Open data, presentata nel 2014, che è ancora all’esame delle Commissioni consiliari competenti. “Proposta – ha spiegato – che prevede disposizioni in materia di accesso, pubblicazione e riutilizzo dei documenti e dei dati pubblici dell’Amministrazione regionale in formato aperto tramite la rete internet”. “Con il D. Lgs. 97/2016 – ha aggiunto – c’è stata una evoluzione normativa con l’adozione del Freedom of Information Act (legge sulla libertà d’informazione), che ridefinisce la trasparenza come strumento di tutela dei diritti dei cittadini e di promozione della partecipazione degli interessati all’attività amministrativa. Un modello – ha concluso – al quale tutti dobbiamo tendere per rendere sempre più trasparente il ‘palazzo’ nell’interesse della collettività”.
Successivamente è intervenuto il dirigente generale del Consiglio regionale, Domenico Tripaldi il quale ha auspicato che “questi momenti di confronto e formazione diano risultati concreti nell’attività quotidiana”. “Nel corso di questi anni – ha aggiunto – abbiamo cercato di adeguarci alla normativa informatizzando tutti i processi di produzione degli atti e rendendoli visibili all’esterno, attraverso il sito. Per quanto concerne l’attività legislativa del Consiglio regionale, la pubblicazione degli atti avviene quasi in tempo reale. Il nostro sforzo – ha concluso – è di rendere trasparente l’attività di tutti gli uffici”.
“In Italia, in materia di trasparenza, scontiamo un ritardo di 50 anni rispetto agli Stati Uniti. Il primo che ha parlato della ‘casa di vetro’ è stato Filippo Turati nel 1908. Oggi la parola ‘trasparenza’ è diventata quasi un ‘mantra’, il termine più usato nel dibattito pubblico insieme a legalità”. Lo ha detto il difensore civico della Basilicata, Antonia Fiordelisi, introducendo la sua relazione sul nuovo accesso civico.
“A seguito dell’entrata in vigore del d.lgs. n. 97 del 2016 – ha proseguito Fiordelisi -, è stata introdotta nel nostroordinamento la ‘libertà d’informazione’ del cittadino, vale a dire il diritto di ‘chiunque’ di ottenere i dati in possesso della pubblica amministrazione (salvo quelli espressamenteesclusi), riconducibile al modello del F.O.I.A. (Freedom of Information Act) diorigine statunitense.La ratiodel nuovo diritto di accesso, risiedenella scelta del legislatore di un principio in virtù del quale latrasparenza della P.A. è quasi sempre la regola mentre la riservatezza e il segreto rappresentanol’eccezione.Il ‘nuovo’ diritto di accesso civico ‘generalizzato’, si affianca rispettoalle già esistenti tipologie di accesso del nostro ordinamento: accesso ‘documentale/difensivo’ e civico ‘semplice’ ingenerandonon poche incertezze interpretative e difficoltà operative.Per quanto riguarda i tempi di conclusione del procedimento del nuovo accesso civico – ha aggiunto il Fiordelisi – sono fissati in trenta giorni dall’istanza, che possono allungarsi in caso di opposizionedel controinteressato. Nei casi di diniego, parziale o totale, è previsto un meccanismo di ricorso interno,attraverso il riesame da parte del responsabile della prevenzione della corruzionee della trasparenza (o, in alternativa del difensore civico, laddove costituito), che decidecon provvedimento motivato, sentito il Garante della privacy, se è coinvolto l’interessealla protezione dei dati personali di eventuali controinteressati”.
“Quanto ai limiti all’accesso civico generalizzato – ha spiegato il Difensore civiso – essi sono più stringenti rispetto a quellistabiliti per l’accesso documentale e per la pubblicazione onlinedei dati obbligatori.La legge prevede innanzitutto due blocchi di limiti, rispettivamente a tutela di interessipubblici (sicurezza pubblica e ordinepubblico; sicurezza nazionale; difesa e questioni militari; relazioniinternazionali; politica e stabilità finanziaria ed economica dello Stato; conduzione di indagini sui reati e il loro perseguimento; regolare svolgimento diattività ispettive) e a tutela di interessi privati (protezionedei dati personali; libertà e segretezza della corrispondenza; interessieconomici e commerciali di una persona fisica o giuridica, compresi la proprietàintellettuale, il diritto d’autore e i segreti commerciali).Il terzo insieme di limiti all’accesso civico generalizzato è quellopiù esteso e indeterminato, poiché ricomprende oltre ai casi di segreto di Stato tutti
gli altri casi di divieti di accesso o divulgazione previsti dalla legge.Quanto alle differenze tra le diverse tipologie di accesso nel caso specifico di contrastotra diritto alla privacy e diritto all’accesso documentale, il secondo prevale se la pretesadi conoscenza riguarda dati necessari per esercitare il diritto alla difesa (giurisdizionalee non); mentre, nel caso di documenti contenenti dati sensibili e giudiziari, l’accessodocumentale è consentito nei limiti in cui esso è strettamente indispensabile. In caso di richiesta di dati sensibili e supersensibili– ha concluso il Difensore civico – entra in gioco il buon senso oscurando quei dati attinenti alla sfera privata”.
I lavori sono stati coordinati da Arturo Agostino, responsabile della Trasparenza del Consiglio regionale.