“Il progetto di trasformazione di Acquedotto Pugliese in una holding industriale partecipata dalle Regioni, come prova tecnica del disegno sulle macroregioni, trova la mia più totale disapprovazione”. È quanto ha affermato il presidente del Consiglio regionale Francesco Mollica che ribadisce la sua contrarietà all’ipotesi di accorpare i servizi idrici della Basilicata a quelli di altre Regioni. “Ancora una volta – ha aggiunto Mollica – la Puglia non smentisce le sue reali intenzioni e l’ipotesi che parte della nostra Regione finisca nei suoi confini. Cosa diversa, invece, sarebbe concepire il disegno di Acqua spa come l’occasione per una sana cooperazione che vada verso la federazione delle Regioni per la gestione della risorsa idrica; tanto da rafforzare le nostre radici e bocciare definitivamente qualsiasi tentativo di una fantomatica macroregione, che vedrebbe coinvolta la Basilicata”
Un concetto che il presidente ha tenuto a ribadire anche a margine dell’incontro su “Il Parlamento e il sistema delle conferenze”, tenutosi ieri a Roma su iniziativa della Commissione parlamentare per le questioni regionali, intervenendo in risposta a quanto sostenuto dal Ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Enrico Costa secondo il quale “al di sotto di un milione di abitanti non si può parlare di Regione”.
“Il tema delle Conferenze deve essere affrontato – ha sottolineato Mollica – mettendo in campo la leale collaborazione tra governo nazionale e governi territoriali. Il progetto di far diventare Acquedotto Pugliese il gestore unico del Sud è un subdolo tentativo per amministrare una risorsa preziosa qual è quella dell’acqua. Tutta lucana. In secondo luogo il disegno pugliese contribuirebbe, in una visione più allargata di accorpamento delle Regioni, a sminuire quel consolidato patrimonio lucano di valori, tradizioni ed identità portando ad una perdita dell’autonomia regionale e andando a mortificare definitivamente il ruolo del nostro territorio. Cosa ovviamente inaccettabile”.
“Se non usciamo allo scoperto per una difesa della nostra identità politica e territoriale – ha concluso Mollica – rischiamo di impantanarci in un’impasse dove la Basilicata è vista solo come fonte appetibile per le sue risorse da sempre al servizio della nazione e non come patrimonio umano. Non si può accettare l’idea che, sebbene demograficamente inferiore rispetto ad altre, possa essere smembrata. In questa battaglia di interessi, se passa l’idea della Basilicata come regione di risorse, troppo appetibile evidentemente, finiremo per svenderci e continuare ad aprire varchi ad un territorio piuttosto che ad un altro; a territori che fino ad oggi hanno fatto della Basilicata il loro hub economico marciando su nostre risorse e su beni primari come quello dell’acqua e del petrolio. Le identità regionali che ci vengono tramandate dai nostri padri costituzionali sono un patrimonio nazionale al quale non possiamo e non dobbiamo rinunciare”.