Nel secondo appuntamento con i “Cantieri della Transizione Ecologica in Basilicata” il 28 settembre scorso la delegazione di Legambiente guidata dal Presidente nazionale Stefano Ciafani ha visitato l’impianto di recupero e valorizzazione dei rifiuti di Latronico.
Nell’incontro con il Sindaco De Maria, i rappresentanti della Giunta Comunale e della società Ageco srl, sono state illustrate le caratteristiche dell’impianto, inaugurato 10 mesi fa, sottolineando come esso rappresenti un tassello fondamentale per una gestione moderna dei rifiuti basata sui principi dell’economia circolare. Infatti l’impianto recupera materia a partire da rifiuti non pericolosi rappresentando un fondamentale elemento di passaggio dalla raccolta differenziata al riciclo dei rifiuti e intercettando i flussi provenienti dai Comuni vicini, consentendo quindi di minimizzare il trasporto dei rifiuti e quindi i costi a carico delle amministrazioni comunali e dei cittadini.
“Purtroppo – sottolinea Antonio Lanorte, Presidente di Legambiente Basilicata – l’esempio di Latronico, il cui iter peraltro è stato ostacolato e ritardato da elementi di avversione immotivati ed ideologici, non rappresenta ancora la prassi in Basilicata, dove il sistema di gestione dei rifiuti ancora oggi non riesce a dotarsi dell’impiantistica necessaria e funzionale ad un modello di raccolta differenziata spinto”.
“Il corredo impiantistico di cui disponiamo è, infatti, al momento – continua Lanorte – quasi del tutto al servizio della gestione del “tal quale”: discariche, impianti di biostabilizzazione che producono “compost grigio”, inceneritori. Per raggiungere i nuovi target di riciclo dettati dalla normativa europea servono gli impianti per la valorizzazione dei materiali da raccolta differenziata, come gli impianti di digestione anaerobica e/o aerobica per il trattamento della frazione organica dei rifiuti, che in Basilicata, unica Regione in Italia con la Val d’Aosta, ancora non ci sono. Nella speranza che il cantiere dell’impianto di digestione anaerobica a Colobraro, finanziato con il PNRR, veda la luce. Mentre per l’impianto di compostaggio di Venosa le speranze le abbiamo forse perse del tutto, dopo 12 anni di attesa”.
“Ma servono anche – continua Lanorte – impianti come quello di Latronico, che migliorano il livello di purezza della materia derivante dalle raccolte differenziate. Così come servono gli impianti per la produzione di biometano da reflui zootecnici, perchè se è vero che è sacrosanto denunciare tutti i casi di sversamento più o meno illecito di liquami da allevamento, sarebbe anche opportuno spingere per la realizzazione di impianti che sfruttano tali reflui per produrre biogas e biometano”.
“Vogliamo continuare a sottolineare – rimarca Lanorte – che la mancanza di impianti sul territorio, oltre ad avere un impatto ambientale notevole perchè incentiva il ricorso alle discariche e il “nomadismo” dei rifiuti, oltre che fenomeni di illegalità, incide anche sui costi pagati dalle utenze. Inoltre ostacola una riorganizzazione del servizio basata sull’adozione di tariffe puntuali e quindi il passaggio dalla tassa alla tariffa commisurata sulla base della quantità e della qualità dei rifiuti conferiti che, peraltro, permetterebbe anche di incentivare la raccolta differenziata”.
“Economia circolare – sostiene Stefano Ciafani, Presidente nazionale di Legambiente – vuol dire sopratutto creare investimenti, occupazione ed economia sul territorio. Raccolte differenziate di qualità, più impianti per il riciclo e il riuso dei rifiuti urbani e speciali, protagonismo della pubblica amministrazione e delle aziende, e coinvolgimento dei cittadini sono gli ingredienti principali per un’efficace gestione dei rifiuti. Il messaggio della campagna Cantieri della transizione ecologica promossa da Legambiente è proprio questo: occorre aprire, moltiplicare e portare a compimento quei cantieri che fanno bene all’Italia, capaci di coniugare sostenibilità ambientale e innovazione. E i cantieri dell’economia circolare sono tra quelli indispensabili”.