Ricostruire il percorso della Via Appia attraverso ricerche archeologiche nel territorio di Melfi. I risultati del Progetto «Cammini Lucani. Alla Ricerca della Via Appia- La Regina Viarum e i Tratturi nel territorio di Melfi ” saranno presentati martedì 24 agosto , alle ore 18, sulla pagina facebook del Comune di Melfi e sul canale youTube della Città di Melfi.
Interverranno il Soprintendente Sabap Basilicata, Francesco Canestrini ed il Rettore Università di Foggia, Pierpaolo Limone. Seguiranno le relazioni su “Cammini ritrovati. Risultati delle Ricerche” della Prof.ssa Maria Luisa Marchi dell’Università di Foggia, “I dati della fotointerpretazione e della cartografia storica” a cura di Giovanni Forte e Antonella Frangiosa dell’Università di Foggia, la relazione su ” I dati della ricognizione” a cura di Magda La Trofa e Grazia Savino dell’ Università di Foggia e “Le ricerche della Soprintendenza e la tutela del territorio” di Sabrina Mutino della SABAP Basilicata. Le Conclusioni saranno affidate all’On. Nunzio Angiola, Deputato della Repubblica.
Lo rende noto il sindaco di Melfi, Livio Valvano.
“Il progetto è il frutto di una collaborazione tra il Comune di Melfi – che ha fortemente voluto un Protocollo d’Intesa stipulato ad agosto del 2020- l’Università di Foggia, Dipartimento di Studi Umanistici e nello specifico il Laboratorio di Cartografia Archeologica, (diretto dalla prof.ssa Maria Luisa Marchi) e la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Basilicata (arch. Francesco Canestrini e dott.ssa Sabrina Mutino). L’auspicio è quello di vedere esteso l’esperimento condotto a Melfi per arrivare alla carta archeologica regionale, strumento strategico di orientamento delle politiche di sviluppo”.
L’equipe del Laboratorio di Cartografia Archeologica guidata dalla prof.ssa Marchi e composta dai dott. Giovanni Forte, Antonella Frangiosa, Maddalena La Trofa e Grazia Savino ha condotto un ricerca di ricognizione topografica nel comprensorio di Melfi. L’indagine è stata effettuata da settembre 2020 a maggio 2021 con le grandi difficoltà dovute all’emergenza Covid. Le attività si inseriscono in un ampio progetto dell’Università che ha portato a ricostruire il percorso della Regina Viarum fino a Venosa pubblicato in un volume nel 2019 (M.L.Marchi, Appia Antica La Regina Viarum in Lucania- Osanna edizioni).
Con il Protocollo d’Intesa stipulato ad agosto del 2020 l’Università ha avuto l’incarico di condurre una ricerca nel comprensorio di Melfi finalizzata in particolare alla ricostruzione del percorso della Via Appia sulla base della realizzazione di una “Carta Archeologica” come strumento operativo, in cui le informazioni inserite fanno convivere le testimonianze del passato con le esigenze del presente e del futuro.
Il progetto ha avuto come presupposto il fatto che uno degli strumenti più efficaci per la salvaguardia e la tutela del territorio è la sua conoscenza, con la consapevolezza che solo attraverso la ricostruzione storica e ambientale dei paesaggi antichi, si può ottenere una pianificazione corretta del paesaggio attuale e soprattutto la progettazione di quello del futuro.
Studiare il paesaggio nella sua interezza e integrità comporta in primo luogo una conoscenza delle identità culturali stratificate nel corso del tempo e del rapporto tra insediamenti umani ed ambiente attraverso molteplici analisi interdisciplinari (storiche, geografiche, antropologiche, archeologiche, geo-archeologiche, agrarie e, più in gene-rale, territoriali, ecc.). Si tratta di una sfida che ha come protagonisti i ricercatori e gli studiosi, ma anche le comunità locali che attraverso di essi ricercano le proprie radici.
Il paesaggio attuale, infatti, altro non è che il risultato del continuo rapporto tra uomo e ambiente.
La pianificazione territoriale e urbana, infatti, può basarsi solo su una conoscenza dettagliata di tutte le presenze archeologiche. Piani paesaggistici, archeologia preventiva e valorizzazione possono avere un effetto positivo sul territorio solo quando questo sia
stato esplorato, documentato e compreso nella sua evoluzione topografica di lungo periodo.
“Conoscere i Paesaggi antichi per Progettare il Paesaggio del Futuro” può sembrare solo uno slogan ma racchiude un significato profondo che lega le comunità che abitano il territorio alle proprie radici ed all’esigenza di riappropriarsi della propria storia.
Questo lavoro ha avuto inoltre lo scopo, di colmare alcune lacune sulla ricostruzione del percorso della via Appia dal suo passaggio sull’Ofanto e il territorio di Melfi, dubbi emersi sia nel dibattito scientifico di questi ultimi anni sia nelle pubblicazioni più recenti.
Le indagini condotte quest’anno hanno permesso attraverso una ricerca multidisciplinare con ricognizioni sul campo, analisi bibliografica, lettura e interpretazione delle fotografie aeree, analisi delle cartografie storiche e voli mirati con il drone, di ricostruire il percorso della Regina Viarum dall’Ofanto a Melfi.
Dal famoso Ponte sull’Ofanto (Pons Aufidi degli antichi Itinerari romani) la strada antica che si ripercorre attraverso una serie di Tratturi, tra cui anche il Regio Tratturo, raggiungeva Venosa in un suggestivo percorso costellato di insediamenti, ville, villaggi e necropoli, la principale delle quali quella da cui proviene il famoso sarcofago di Rapolla conservato al Museo Archeologico M. Pallottino di Melfi.
Ma di non minore importanza i risultati che hanno portato alla ricostruzione della rete di Tratturi e tratturelli che collegavano Melfi con Monteverde. Il principale di questi tratturi era senza dubbio il Tratturo di San Guglielmo, un percorso di devozione e di pellegrinaggio in una suggestiva cornice di indubbia bellezza naturalistica.
L’equipe dell’Università diretta da Maria Luisa Marchi è composta da un gruppo di archeologi: Giovanni Forte, Antonella Frangiosa, Magda La Trofa e Grazia Savino.
Le attività di ricerca si sono svolte in stretta collaborazione con la funzionaria Sabrina Mutino, si ringrazia il Soprintendente Francesco Canestrini per la disponibilità dimostrata nel corso del progetto.
Si ringrazia per l’assidua collaborazione il gruppo dell’Archeoclub di Melfi in particolare il Presidente Michele Sedile, Vincenzo Fundone e l’Ufficio Tecnico del Comune.