Le associazioni sotto riportate hanno inviato una lettera alla Regione Basilicata, al Consorzio di Bonifica, alla Protezione di Civile e ai sindaci dei Comuni interessati a seguito dell’avviso pubblico della Regione Basilicata che prevede la possibilità di installare impianti fotovoltaici flottanti sugli invasi lucani.
Di seguito la nota integrale.
Istanze di concessione demanio idrico – improcedibilità, richiesta di revisione e annullamento in autotutela delle procedure, richiesta di accesso a informazioni di carattere ambientale.
Si fa riferimento agli avvisi pubblici emanati dall’Ufficio Risorse Idriche della Regione Basilicata inerenti la concessione di aree demaniali del ramo idrico a società energetiche per l’insediamento di impianti fotovoltaici galleggianti su una serie di invasi lucani. 1 La semplificazione per impianti fotovoltaici flottanti, con il richiamato DL 39 del 14.4.23 come convertito da L 68 del 13.6.23, non è ai sensi dell’art.4 bis come dichiarato negli avvisi e inutilmente cercato sulla norma di riferimento. Tale semplificazione è ai sensi dell’art. 4 (comma 4 bis) del medesimo DL 39/23, che a sua volta va a modificare il DL 1° marzo 2022, n. 17 (già convertito con legge 34/22). Lo stesso provvedimento normativo nazionale citato – DL 39/23, art.4 , comma 4 bis – fa comunque salve – al punto 3 del medesimo comma – le canoniche procedure di VIA e autorizzative in caso di aree vincolate o comunque per potenze superiori ai 10 MW: “La procedura di cui al primo periodo non si applica agli impianti di cui al comma 1 ubicati all’interno delle aree previste all’articolo 136 del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, delle aree naturali protette di cui alla legge 6 dicembre 1991, n. 394, o di siti della rete Natura 2000. Per gli impianti di cui al comma 1 di potenza superiore a 10 MW si applica la procedura di autorizzazione unica di cui all’articolo 12 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387. Nell’ambito del procedimento di autorizzazione unica sono rilasciati tutti gli atti di assenso necessari,….”. Vi è quindi l’obbligo di sottoporre, in linea di mero principio, l’istanza anche e soprattutto all’Ufficio VIA. Tuttavia, tutti o quasi gli invasi lucani sono interessati da tutele vincolistiche (Area Protetta, SIC, ZPS, ZSC, IBA, vincolo paesaggistico ope legis o istituito secondo il DLgs 42/2004, artt. 132 e 146, ecc) . In forza di tali tutele e in ossequio alle Linee Guida nazionali in materia di insediamento di impianti energetici rinnovabili (2010), la Regione Basilicata aveva emanato provvedimenti (PIEAR e DGR n. 903 del 7.7.2015), seppur drammaticamente insufficienti rispetto alla scandalosa e disonorevole speculazione territoriale odierna, individuando alcune aree interdette (“Non idonee”) appunto agli insediamenti di impianti rinnovabili, tra cui anche alcune oggi interessate dalla questione in narrativa. Nello specifico dei siti oggetto di istanza (limitatamente a quanto sia dato conoscere) risultano in Aree Non Idonee di cui alle norme di riferimento, quanto meno gli invasi: lago di Ponte Fontanelle – Camastra (vincolo paesaggistico/area di notevole interesse pubblico, AreaØ protetta, IBA) lago di S. Giuliano – (vincolo paesaggistico/area di notevole interesse pubblico, Area protetta, ZSC,Ø ZPS, zona Ramsar) lago di monte Cotugno – (vincolo paesaggistico/area di notevole interesse pubblico, Area protetta,Ø IBA, ZPS) Ne consegue che (almeno) per tali aree, dette istanze (per quanto di “sola” concessione) e le relative procedure di cui agli avvisi pubblicati dalla Regione sono da ritenersi improcedibili, in quanto espressamente finalizzati all’insediamento di tali impianti che invece sono interdetti sulle aree medesime. Per altro si tratta di istanze finalizzate a interessi privatistici, confliggenti con le primarie funzioni di interesse pubblico che caratterizzano alcune delle tutele prima accennate. Si rammenta, tra l’altro, che sulla scorta di sentenze del Consiglio di Stato passate in giudicato, i provvedimenti regionali di individuazione delle Aree Non Idonee di cui alle Linee Guida del 2010, hanno carattere preventivo, spostando a monte la prognosi di negatività della valutazione, sì da evitare aprioristicamente tali istanze , in ottemperanza allo snellimento procedurale della Pubblica Amministrazione. Per tempi contingenti non si sono analizzati gli altri siti (“vasche”) coinvolti che sarebbe opportuno attenzionare ove assumessero interesse di carattere faunistico e/o paesaggistico. Per inciso si deve stigmatizzare come, quantunque fosse, procedimenti di simile portata ben opportunamente avrebbero dovuto essere notificati anzitutto al Consorzio di Bonifica, quale ente delegato alla governo idraulico degli invasi, oltre che alla Protezione Civile i cui aerei antincendio notoriamente utilizzano gli invasi durante gli interventi di contrasto ai roghi, fino alle Amministrazioni 2 Comunali deputate al locale governo territoriale, atteso che una evidenza pubblica di 30 gg su un sito web appare del tutto minimale rispetto al ruolo di tali enti. A tal proposito i predetti Enti sono coinvolti per opportuna conoscenza con la presente, ove intendessero adottare proprie determinazioni sulla scorta di quanto descritto. Per quanto sopra evidenziato, S I C H I E D E all’Ufficio Demanio Idrico regionale, una urgente revisione in regime di autotutela amministrativaØ dei procedimenti in atto per le istanze in narrativa in quanto non procedibili e il ritiro degli avvisi di concessione per tutti gli invasi ricadenti in “Aree Non Idonee”, ovvero per eventuali altre istanze in analoghe situazioni territoriali e di cui non si è a conoscenza; ciò anche in ossequio a criteri di buona gestione della Pubblica Amministrazione evitando l’avvio di procedure inutili; di conoscere dagli Uffici Demanio Idrico e Compatibilità Ambientale regionali, ai sensi delle vigentiØ norme sull’accesso alle informazioni di carattere ambientale (D.Lgs 195/2005 e ss.mm.ii.), se e quali altre istanze siano eventualmente state formulate sugli altri invasi o laghi naturali e se per questi siano state già esperite procedure di concessione demaniale di specchi acquei; di conoscere dall’Ufficio Compatibilità Ambientale regionale, sempre ai sensi delle precitate normeØ di accesso alle informazioni di carattere ambientale, se le Aree Non Idonee agli impianti energetici rinnovabili siano ancora quelle di cui ai provvedimenti in narrativa o se siano subentrate variazioni, di carattere normativo e/o in ottemperanza a eventuali sentenze della Giustizia Amministrativa; di sapere dall’Ufficio Pianificazione Territoriale e Paesaggio regionale perché tali Aree (Non Idonee)Ø non appaiono ancora contemplate nel Geoportale della Regione Basilicata, a beneficio della trasparenza e dell’accesso di tali informazioni territoriali per la popolazione lucana e i portatori di interessi collettivi. Si rimane in attesa di cortese riscontro, comunque entro i termini di legge (D.Lgs 195/2005).
LIPU – coord. per Basilicata e Puglia
ALTURA (Associazione per la tutela dei rapaci e loro ambienti)
Presidenza nazionale – Stefano Allavena
AIW (Associazione Italiana Wilderness)
Delegazione Basilicata – Saverio De Marco
CERM (Centro Rapaci Minacciati)
Presidenza nazionale – Guido Ceccolini
EPHA (European Heat Pump Association) – Grottole
Bruno Scarabaggio
Italia Nostra – Senisese
Domenico Totaro
Comitato Ruoti Terra Nostra
Vincenzo Scavone
ASD Basilicata Sport&Adventure
Gabriele Lotano
Paesaggi Meridiani
Antonio Graziadei
Comitato No Radar Monte Li Foj Picerno
Antonio Genovese
Comitato Piani del Mattino e zone limitrofe
Gianluca Candela
Comitato Balvano Libera
Mario Bagnulo
Italia Nostra – Vulture Alto Bradano
Vitantonio Iacoviello, cons. nazionale
Cova Contro – Basilicata
Giorgio Santoriello
Giovani Europeisti Verdi
Basilicata – coordinatrice Marina Bianchi
Europa verde – Matera
Lucia Summa e Mario Montemurro
Legambiente – Matera
Giovanni Moliterno
Italia Nostra – Matera
Isabella Marchetta