Permangono le difficoltà emerse negli ultimi anni nel rapporto fra i cittadini e le istituzioni, ma in Basilicata aumenta il desiderio di partecipazione dei cittadini e vengono ritenuti positivi gli strumenti previsti dal nuovo Statuto della Regione per corrispondere a questa istanza (istruttoria pubblica, diritto di petizione, iniziativa legislativa popolare, varie forme di referendum). E’ quanto emerge da un’indagine quantitativasu “Percezione e giudizi sull’attività amministrativa del Consiglio regionale”, condotta nel marzo 2017 con interviste telefoniche a un campione di 1.500 lucani adultidalla società Ipr Marketing, che si è aggiudicata una gara triennale per assicurare il servizio di supporto al sistema di comunicazione del Consiglio regionale.
Accanto a questa un’indagine qualitativa, condotta nello stesso periodo con interviste più approfondite a un campione di 10 persone appartenenti all’area del disagio sociale (giovani disoccupati scolarizzati, persone che hanno partecipato ai programmi Copes di inclusione sociale, persone cassaintegrate o espulse dal mercato del lavoro) per testare in particolare il gradimento delle iniziative della Regione per la riorganizzazione dei servizi per il lavoro (Agenzia Lab) e per l’attivazione del reddito minimo di inserimento.
I risultati delle due indagini sono stati illustrati in una conferenza stampa dal presidente del Consiglio regionale Francesco Mollica, dal vicepresidente Paolo Castelluccio e dai consiglieri segretari Gianni Rosa e Achille Spada. All’incontro con i giornalisti era presente anche il consigliere Giovanni Perrino.
“Aumenta leggermente il gradimento nei confronti dei Comuni (dal 25 al 30 per cento) – ha sottolineato Mollica -, mentre solo il 18% dei lucani (come lo scorso anno) ha fiducia nella Regione, anche se aumenta (dal 50 al 57 per cento) la percentuale di quanti ritengono che questa istituzione abbia ancora motivo di esistere. E la stragrande maggioranza ritiene che debba essere la Regione (con gli enti locali – 54%, da sola -21%, e con lo Stato -14%), a decidere su materie delicate quali l’uso risorse naturali (acqua e petrolio), la pianificazione territoriale e la tutela dell’ambiente”.
Quest’anno sono state inoltre testate due scelte della programmazione regionale: viene condivisa dal 63 per cento degli intervistati quella relativa al Piano regionale dei rifiuti, che prevede una tassa maggiore ai Comuni che incrementano i rifiuti depositati in discarica; è condivisa dal 43 per cento quella contenuta nel Piano di riordino sanitario, in base alla quale le sedi dei piccoli ospedali restano operative ma vengono accorpate agli ospedali più grandi con la conseguente riorganizzazione dei reparti. “Rispetto al 2016 – osservato inoltre Mollica -, è diminuita dal 25 al 16 % la percentuale di cittadini che ha avuto modo di interagire direttamente con il presidente o i consiglieri regionali. Il grado di soddisfazione per l’incontro è del 5,0/10, rispetto al 4,9/10 rilevato nel 2016, aumenta inoltre il livello di conoscenza dei consiglieri regionali”.
“In tema di comunicazione – ha concluso Mollica -, i lucani confermano la tendenza nazionale: molta tv, pochi giornali, più internet soprattutto fra i giovani. Torna, rispetto all’anno precedente, la necessità del ‘passaparola’. L’attività del Consiglio regionale è seguita oggi con regolarità dal 14% degli intervistati, dato in diminuzione rispetto alla precedente rilevazione (21%), con i giovani e chi ha un titolo di studio inferiore i target più assidui (18 %). Il 21 % dei lucani dichiara di sentirsi informato circa le attività del Consiglio regionale, dato in diminuzione rispetto al 24% del 2016, ma con la crescita dal 2 % all’8% di chi si sente molto informato. Cresce (dal 9 al 12 %) la percentuale degli utenti del sito web dell’ente”.
A parere di Gianni Rosa “questo tipo di indagini serve a capire quanti cittadini lucani percepiscono i lavori del Consiglio regionale. Quando vediamo che si informano soprattutto con la tv si vede che l’informazione del Consiglio regionale in generale ha un target un po’ stretto ed occorre invece stimolare l’informazione a diventare maggiormente plurale”.
Achille Spadaha sottolineato che “siamo in presenza di un campione sufficientemente significativo, spesso nel rapporto fra istituzioni e cittadini ci sono luoghi comuni che continuano a pesare, ma verifichiamo che la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni aumenta a seguito di una conoscenza diretta, nel momento in cui le istituzioni entrano in contatto con i cittadini ed offrono risposte”.