La legalità: faro assoluto dello Stato democratico. A Matera manifestazione conclusiva del progetto “Legalità: un investimento per l’Italia e l’Europa”.
Cala il sipario sul progetto “Legalità – un investimento per l’Italia e l’Europa”, programma formativo su sicurezza e legalità, al quale hanno preso parte gli studenti degli Istituti scolastici superiori di primo e secondo grado di Matera. Alla manifestazione conclusiva, tenutasi al Palazzo Lanfranchi sabato 10 aprile e moderata dal giornalista Giovanni Scandiffio, hanno partecipato attivamente i ragazzi. Presenti anche le autorità: il vice ministro dell’Interno, Filippo Bubbico, il vice capo della Polizia di Stato, Matteo Piantedosi, il presidente del tribunale di Matera, Giuseppe Attimonelli Petraglione, il presidente dell’associazione nazionale magistrati di Basilicata, Salvatore Colella, il pubblico ministero della Procura di Trani, Michele Ruggiero.
Si parte col sindaco di Matera, Salvatore Adduce, che sostiene che la legalità sia un baluardo non solo degli organi preposti alla sua attuazione, ma in primis, dei cittadini stessi che devono diffonderla, prevenendo episodi criminali. Il convegno entra nel vivo con l’esperienza di dieci ragazzi del Liceo Classico Duni di Matera che hanno partecipato al progetto MUN (Model United Nations), simulando in lingua inglese i lavori degli organi dell’ONU, e si sono confrontati con coetanei provenienti da ogni parte del mondo, affrontando i temi cardine della nostra epoca: l’economia e il diritto. Si passa alla proiezione del filmato “Finanzation”, realizzato dagli studenti dell’Istituto Professionale “I. Morra” di Matera, ambientato nell’incantevole Casa Cava e selezionato dal MIUR come progetto didattico di eccellenza. Soddisfazione per i docenti e i capi d’istituto, responsabili dell’educazione quotidiana delle nuove generazioni. Educare significa “accompagnare la capacità di esercitare la libertà” e in questa missione la scuola vi ha un ruolo fondamentale. D’altronde, essa è sempre stata la nemica più temuta dalla mafia e da ogni criminalità, come sosteneva Antonio Caponnetto.
L’incontro ha costituito una risposta risoluta alla strage avvenuta nel Tribunale di Milano il 9 aprile, una replica all’affermazione dei valori di giustizia e legalità che, come afferma il Dott. Colella, non sono principi dello Stato ma parte integrante dello Stato stesso. Anni di storia dimostrano come una società senza diritto, senza legge, senza legalità non può esistere. Ubi societas, ibi ius: dicevano i latini. “Dobbiamo essere tutti sentinelle di giustizia!” incalza il Dott. Ruggiero. “Il triste avvenimento di Milano non nasce da una falla della sicurezza, ma ha radici più profonde: è il frutto di un sistema nel quale la magistratura è stata per anni ampiamente delegittimata. Colpire i giudici, vuol dire minare le garanzie basilari della democrazia.” Accenni anche alla riforma della giustizia in Italia, tanto agognata e oggi bistrattata, perché rivolge i suoi provvedimenti contro i giudici, tralasciando le questioni sostanziali.
A questo punto, una domanda sorge spontanea: come si esce dall’assuefazione all’ingiustizia, dal “così fan tutti”? Con la libertà. Intervengono i ragazzi del Liceo Scientifico, citano Gaber e la sua “Libertà è partecipazione”. Libertà è anche responsabilità, sostiene il Dott. Petraglione. Analizzando i risultati scoraggianti della corruzione in Italia, richiama Pertini: “I corrotti sono i nemici della Repubblica, devono essere colpiti senza alcuna attenuante, senza nessuna pietà”. Chiude lanciando un messaggio chiaro ai ragazzi: “Nella vostra vita vi troverete ad un bivio: scegliere tra legalità e illegalità. La legalità è un investimento per il futuro, perché, scegliendola, conserverete la vostra libertà morale, il bene più prezioso.” All’uscita alcuni giovani partecipanti (Alessandra Porcari e Vincenzo Vaccaro) si mostrano soddisfatti del meeting, esortano ad avere il coraggio della legalità, ad essere liberi pensatori, che non vuol dire vivere scevri di regole, ma kantianamente parlando, essere difensori di una libertà che finisce dove inizia quella degli altri. E’, quindi, nell’intersoggettività che occorre agire per percorrere consapevolmente la via della legalità, star lontani dall’omertà, indignarsi! Soprattutto nel Mezzogiorno, terra di contraddizioni: tra risorse e carenze, bellezze e ingiustizie.
Veronica Mestice