Legambiente: Avvisi Pubblici Regione Basilicata per impianti fotovoltaici flottanti su tre laghi lucani protetti sono atto maldestro e insensato. Così si crea anche confusione e allarme sulle fonti energetiche rinnovabili e si rischia di ostacolare la necessaria accelerazione sulla loro diffusione”. Di seguito la nota integrale.
“A distanza di diversi giorni dalla pubblicazione da parte del’Ufficio Risorse Idriche della Regione Basilicata degli Avvisi pubblici riguardanti la “concessione per l’utilizzazione di beni del Demanio pubblico dello Stato-Ramo Idrico”, ancora non riusciamo a capire come e perchè tra i 15 avvisi si sia consentito di inserire quelli riguardanti tre invasi regionali i cui territori sono compresi in aree protette”. Questo il commento di Antonio Lanorte, Presidente di Legambiente Basilicata, agli atti emanati dalla Regione Basilicata lo scorso 7 dicembre.
“Ci riferiamo, come è noto – prosegue Lanorte – alle istanze relative al Lago di San Giuliano (Zona Ramsar di interesse internazionale, Zona di Protezione Speciale, Riserva regionale), al Lago di Monte Cotugno (Parco Nazionale del Pollino, Zona di Protezione Speciale) e al Lago della Camastra (Parco Regionale di Gallipoli-Cognato e piccole Dolomiti Lucane), oggetto appunto di tre avvisi per la concessione di parte consistente delle loro superfici, finalizzata all’installazione di pannelli fotovoltaici flottanti per potenze complessive pari rispettivamente a 60MW, 88MW e 10MW”.
“Stentiamo a credere – continua Lanorte – che un Ufficio regionale abbia potuto equiparare le procedure amministrative riguardanti questi tre siti protetti a quelle degli altri 12 riguardanti vasche di accumulo dell’acqua. Ulteriore confusione e sconcerto suscitano poi le precisazioni fornite dell’ assessore all’Ambiente Territorio ed Energia Cosimo Latronico e dal Direttore Generale Roberto Tricomi, i quali affermano che “nessuna autorizzazione sarà concessa senza le valutazioni ambientali richieste dalla normativa vigente”.
“Il punto a nostro avviso – sottolinea Lanorte – non è questo: le procedure amministrative per i tre laghi, semplicemente, non andavano attivate, perchè non ha nessun senso rispondere ad un avviso di manifestazione di interesse sapendo che gli impianti previsti dal progetto non potranno essere realizzati perchè sono incompatibili con la conservazione dei siti secondo le norme vigenti. Non c’è obbligatorietà di pubblicazione che tenga se è evidente che si sta dando avvio ad una procedura a dir poco “fallace”: si tratta solo di esprimere un diniego alla manifestazione d’interesse o istanza di parte che dir si voglia semplicemente perchè tale istanza è irricevibile”..
“In più gli atti riguardanti i tre siti citati – sostiene ancora Lanorte – non sono stati minimamente condivisi da altre strutture dello stesso Dipartimento Ambiente della Regione, come l’Ufficio Parchi, Biodiversità e Tutela della Natura. Ciò rende chiaro il carattere del tutto maldestro dell’operazione”.
“Pertanto – conclude Lanorte – sulla base di queste considerazioni, Legambiente Basilicata chiede l’annullamento delle procedure per manifesti vizi di legittimità, violazione di legge, eccesso di potere ed incompetenza. Sottolineiamo inoltre che provvedimenti e atti di questo tipo generano anche confusione e allarme sociale rispetto alle fonti rinnovabili di energia sulla cui diffusione bisogna assolutamente accelerare superando inutili ed ideologiche contrapposizioni, evitando, però, dall’altro lato, che vengano commessi errori grossolani come questi, perchè la necessaria transizione ecologica ed energetica deve essere accompagnata da una progettazione di grande qualità, fatta di Comunità energetiche e grandi impianti, oltre che dal protagonismo delle comunità locali”.