Liberalizzazioni, nota dei Parlamentari lucani del PDL
“L’approvazione anche da parte della Camera dei Deputati, dopo il voto del Senato, dell’art.16 del decreto liberalizzazioni che istituisce, con parte delle risorse fiscali derivanti dal petrolio estratto, un fondo per lo sviluppo dei territori che contribuiscono al fabbisogno energetico nazionale, rappresenta una vittoria del popolo lucano voluta e costruita in questi anni con determinazione dal gruppo parlamentare del Pdl lucano come dimostrano gli atti parlamentari”. Lo hanno dichiarato i parlamentari del Pdl, i senatori Guido Viceconte e Cosimo Latronico, e gli onorevoli Vincenzo Taddei e Giuseppe Moles. “ La norma perfezionata insieme con gli uffici del Ministero dello Sviluppo economico, si è avvalsa della collaborazione che con il memorandum sul petrolio è stata messa in piedi dall’allora sottosegretario Guido Viceconte e dal presidente della Regione Vito de Filippo. Con la stipula del Memorandum sul petrolio tra il governo Berlusconi e la Regione Basilicata si sono poste le premesse per giungere a questo esito che finalizza lo sfruttamento minerario agli inderogabili obiettivi di tutela ambientale e di sviluppo del territorio regionale, interrompendo un ciclo di impiego delle royalties petrolifere che fino ad oggi non ha corrisposto ai risultati attesi dalle popolazioni proprio sul piano dello sviluppo. Siamo consapevoli di aver contribuito a raggiungere un risultato storico a favore della Basilicata e delle sue prospettive di futuro. Continueremo a vigilare e ad agire perché il principio normativo contenuto nel legge sulle liberalizzazioni si trasformi subito negli atti operativi per disporre di nuove risorse e di nuovi strumenti per accompagnare la trasformazione produttiva della nostra regione”.
Liberalizzazioni, De Filippo: “Art. 16 spartiacque in storia lucana petrolio”
Per il governatore, la norma afferma due principi irrinunciabili: “Migliori tecnologie a garanzia di salute e ambiente, e contropartite di infrastrutture e occupazione per i territori interessati”
“Il voto di oggi alla Camera sul decreto liberalizzazioni, con il via libera alle previsioni dell’art.16 rappresenta uno spartiacque nella storia del petrolio lucano”. Così il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, a commento della conversione in legge del Decreto del governo Monti. “La norma approvata – ha spiegato – sancisce due aspetti irrinunciabili per la Basilicata: l’affermazione dei “principi di precauzione, di sicurezza per la salute dei cittadini e di tutela della qualità ambientale e paesistica, di rispetto degli equilibri naturali terrestri e acquatici, secondo i migliori e più avanzati standard internazionali di qualità e sicurezza e con l’impiego delle migliori tecnologie disponibili” e la previsione di ‘sviluppo di progetti infrastrutturali e occupazionali di crescita dei territori di insediamento degli impianti produttivi’”.
“Non si tratta – ha detto Vito De Filippo – di rivendicare primogeniture o risultati, ma la Basilicata nel suo complesso, anche trasversalmente rispetto al quadro politico, ha saputo fare tesoro dell’esperienza fatta con gli accordi del 1998 ed è riuscita ad andare ben oltre le sole royalty che, sebbene 14 anni fa abbiano rappresentato un passo in avanti, sono a livelli tali da non poter dare il contributo significativo di sviluppo che questa terra attendeva. A nome dei lucani devo esprimere la soddisfazione per aver imposto ad un Governo attento ad ascoltare le nostre ragioni la visione di una regione del sud che non rappresenta più un problema per il Paese, ma una grande opportunità in un settore delicato come quello energetico. E non posso non rivendicare al comune buonsenso messo in campo in questi ultimi mesi il merito di aver costruito l’affermazione che questa opportunità dovesse essere significativa innanzitutto per il territorio che offriva questo contributo alla nazione”.
Per il presidente della Regione Basilicata “non si può ora dire che tutto sia compiuto, ma – ha concludo De Filippo – l’approvazione della norma che il governo ha inserito nel decreto svela una strada divenuta in discesa tra l’affermazione di principi che, oramai, possono dirsi assunti a patrimonio comune, e la declinazione delle azioni da mettere subito in campo per tradurli in realtà”.