Nel 2024, a causa delle nuove norme sul dimensionamento scolastico contenute nella legge di bilancio 2023, la Basilicata potrebbe essere la regione più penalizzata d’Italia.
L’allarme arriva dal presidente dell’UPI di Basilicata, Piero Marrese, che ha chiesto al governatore lucano, Vito Bardi, di “valutare seriamente l’ipotesi dell’impugnazione dinanzi alla Corte Costituzionale del provvedimento che prevede nuovi criteri per il mantenimento dell’autonomia amministrativa, così come stanno facendo altri presidenti di Regione. Se oggi il numero è di 500 alunni per scuola, che diventa di 300 per i comuni montani – ha infatti ricordato Marrese – dal 2024 crescerebbe fino a 900, con un’evidente effetto nefasto per la nostra Basilicata che pagherebbe dazio all’andamento anagrafico della popolazione studentesca costantemente in decremento. Il Governo nazionale vuole tarpare le ali alla scuola lucana: è necessario che questo disegno venga impedito.
Marrese ha quindi chiesto “ai parlamentari eletti in Basilicata di muoversi affinché assumano iniziative utili ad impedire che nella nostra regione il diritto allo studio subisca una pesante umiliazione, con annessa perdita di posti di lavoro”.
Quello del presidente della Provincia di Matera è un appello all’unione: “Non è una questione politica perché è in gioco il futuro della scuola nella nostra regione e tutti coloro che sono stati eletti in Basilicata, sia con incarichi di governo che all’opposizione, devono contribuire a migliorare la norma. E’ una battaglia di civiltà che esula dall’appartenenza politica e che, soprattutto, deve condurci a tutelare il futuro delle nuove generazioni. Come UPI Basilicata siamo disponibili a condividere ogni azione utile ad evitare le citate ripercussioni sul mondo lucano della scuola, così come la saranno le due Province lucane”.
Per la cronaca, applicando i nuovi parametri contenuti nella legge di bilancio all’attuale popolazione studentesca lucana, il numero complessivo di istituti dotati di autonomia in regione potrebbe passare dagli attuali 115 a 79, con il rischio che, tenuto conto del trend negativo del numero di studenti, questo numero in futuro si assottigli ulteriormente.