Dopo la vittoria del titolo di capitale europea della cultura nel 2019 riceviamo e pubblichiamo la nota inviata da Rocco Rivelli, dirigente provinciale e regionale di Sinistra Ecologia e Libertà.
In queste ore c’è chi vorrebbe trasformare la vicenda della candidatura di Matera a Capitale Europea della Cultura in un Referendum sulla Amministrazione Comunale. Io credo che sia un errore clamoroso.
Io penso che la Città abbia fatto un buon lavoro, grazie alle sue risorse materiali ed immateriali, al suo capitale umano indigeno e non, grazie al patrimonio di intelligenze, di buone pratiche, di passioni, di tensioni civili costruite e sedimentatesi nel corso di millenni ed in particolare nella sua più recente storia repubblicana.
Non ho mai creduto che processi come nel campo del cultura cosi come in economia vivessero e/o potessero svilupparsi esclusivamente per il ruolo, pur determinante, delle classi dirigenti di un determinato territorio senza lo sforzo della carne viva di cittadine e cittadini che ogni giorno si cimentano con la condizione del loro esistere e del territorio in cui vivono.
Questo è tanto vero anche perché un Processo, e non una Procedura, non la si può inventare dalla sera alla mattina.
Tanto meno la si può costruire in sei anni, tanti quanti sono gli anni dalla prima idea di candidatura che, manco a farlo apposta, è nata dal basso, e tanto meno con effetti speciali dell’ ultima ora. Appunto è un Processo che se non è solo il frutto di una iniziativa, pur lodevole, di chi in quel frangente storico, ne ha il ruolo di direzione, nella eccezione più ampia, e quindi non solo quella politica, ma penso anche culturale, economica, civile in generale, rischia di infrangersi sul muro delle ovvietà. Queste sfide vincono se vivono nel corpo sociale di una comunità e nel caso della città di Matera possiamo affermare, senza timore di smentite, che il recupero di una identità, che non è mero identitarismo, rappresenta una prima sfida vinta.
La vera chiave di lettura sta proprio in questo inedito tentativo di costruzione di un autonomo profilo identitario che, pur mantenendo ben salde le sue radici nella sua storia, non si è rinchiusa nelle piccole ed anguste patrie campanilistiche ma ha saputo lanciare uno sguardo verso l’ Europa e il Mondo alla ricerca della ricchezza del diverso e dell’ alterità. Direi che questa avventura è la naturale, ovvia continuazione di un sogno che gruppi pionieristici della nostra città, e perché no, della nostra provincia e regione, in particolare nel secolo che ci siamo lasciati alle spalle, hanno saputo consegnarci. Un sogno, una visione condita di straordinarie pagine fatte non solo di rassegnazione ma anche di riscatto sociale e civile. Solo per citarne alcune, la costante tensione e dibattito sullo sviluppo urbanistico e relativo impatto sociale della città, la valorizzazione dei beni culturali, i movimenti ambientalisti, i movimenti di emancipazione.
Altro tratto che mi ha particolarmente e favorevolmente colpito, in questo frangente storico di ricerche di “piccole patrie” egoistiche ( vedi il dibattito contro il processo di rafforzamento dell’ Unione Europea e le pulsioni separatiste che attraversano il vecchio continente con emblematici i casi più eclatanti della Scozia e della Catatonia) è quello dell’ investimento della nostra città, insieme a tutto il Sud del nostro paese, nell’ Europa. In una visione di Europa che non può essere solo quella dell’ austerità ma che diversamente sappia essere sempre più l’Europa dei Popoli e della Cultura.
Questa chiave di lettura “ meticcia”, credo possa aiutarci anche a decodificare con meno acrimonia, ma appunto con la lente dello sguardo lungo, la scelta, che io ritengo essere stata valida, di avvalsi della collaborazione di intelligenze e professionalità c.d. “ forestiere “. Matera d’ altronde è questa. Lo è sempre stata.
Matera è la città capoluogo di Provincia, non per forza di un editto, ma soprattutto per il suo ruolo di autorevolezza e guida per tutti i territori contermini. Ed oggi che anche rappresenta il capoluogo di Regione, per molti versi, come in passato, si è impreziosita del contributo di tanti, che pur materni non erano, ma l’ hanno amata e scelta per viverci e donarle un contributo civile e culturale.
Io spero che vada bene per la candidatura a Capitale Europea della Cultura, ma penso, per concludere che Matera abbia già vinto una sfida che sicuramente la arricchita nel suo animo avviando un processo irreversibile per cui nulla sarà più come prima.
L’ Amministrazione Comunale ha fatto la sua parte. Ha accompagnato il Processo e credo anche con un tentativo di innovazione non semplice dato la novità della sfida. L’ Amministrazione Uscente, dal mio punto di vista, verrà giudicata per altro, per le cose che ha fatto e per quelle che non ha fatto, dall’ urbanistica alle delle politiche sociali, dalle questioni ambientali a quelle di bilancio e fiscali, ecc… non certamente per questa sfida, che come loro stesso hanno ammesso è il frutto di un grande processo di partecipazione e coinvolgimento popolare.
Oggi a vincere è la nostra Città e vi è tempo e spazio per discutere anche del futuro politico ed amministrativo di Matera.