Una cerimonia speciale quella celebrata quest’anno a Matera per il 72° anniversario della festa della Liberazione: per la prima volta infatti il gonfalone della città di Matera ha sfoggiato durante la manifestazione la medaglia d’oro al valor civile, consegnata ad ottobre scorso dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri nel corso di un incontro ufficiale al Quirinale.
Dopo la deposizione di corone di alloro al Cippo di via Lucana da parte del sindaco di Matera De Ruggieri e del presidente della Provincia di Matera De Giacomo, le autorità civili e religiose hanno raggiunto la chiesa di San Francesco d’Assisi per partecipare alla Santa Messa, celebrata quest’anno da Monsignor Pierdomenico Di Candia, che ha sostituito in questa occasione Monsignor Pino Caiazzo, ricoverato d’urgenza nei giorni scorsi a Crotone per un piccolo intervento chirurgico.
Al termine della funzione religiosa in piazza San Francesco le autorità e le associazioni combattentistiche e d’arma si sono radunate per avviare il corteo che ha raggiunto piazza Vittorio Veneto, dove si svolge l’appuntamento più atteso delle celebrazioni.
Dopo gli onori alle massime autorità del Governo Italiano, rappresentate dal Prefetto di Matera Antonella Bellomo e dal Comandante militare Esercito “Basilicata”, Donato Ninnivaggi, l’esecuzione del “Silenzio” affidato per la prima volta quest’anno agli allievi del liceo musicale di Matera, diretti dal professore Basile e coadiuvati dalla docente Papapietro, ha accompagnato l’alzabandiera e a seguire la Polizia Locale, alla presenza del sindaco di Matera De Ruggieri, del presidente della Provincia De Giacomo, del Prefetto di Matera Bellomo e Comandante militare Esercito “Basilicata”, Donato Ninnivaggi in rappresentanze delle Forze Armate, ha deposto una corona d’alloro al Monumento ai Caduti.
Sono intervenuti Arianna Antezza, presidente della Consulta degli Studenti della Provincia di Matera e studentessa del Liceo scientifico “Dante Alighieri, il professore Franco Lisanti, orfano di guerra e Presidente dell’Associazione Nazionale Mutilati ed invalidi di guerra di Matera, il presidente della Provincia Francesco De Giacomo e il sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri.
Il sindaco De Ruggieri ha sottolineato il valore storico di questa giornata per la città di Matera: “Il mio saluto affettuoso d’amore è per il gonfalone di Matera, sul quale oggi brilla come il sole la medaglia d’oro al valore civile, non legata ad una corsa ma ad un cammino sul quale è appoggiata la storia della nostra città. Riprendo il discorso della giovane Antezza per invitare gli uomini e le donne di Matera a scrollarsi di dosso la paura, perchè oggi Matera è simbolo di dignità e di raggiunta autorevolezza di cui dobbiamo essere fieri ed orgogliosi testimoni. Ringrazio anche i giovani allievi del Liceo Musicale di Matera e ringrazio i parenti delle vittime del 21 settembre 1943, oggi rappresentate dalla figlia del Brigadiere Vincenzo Rutigliano. Voglio inoltre ricordare Pasquale Zingarelli, fuori dalla toponomastica cittadina e al quale dobbiamo dare il giusto riconoscimento”.
Nel pomeriggio, intorno alle 17,30 in Piazza Vittorio Veneto le celebrazioni del 25 aprile si concludono con la cerimonia dell’ammaina bandiera.
Michele Capolupo
Di seguito il report integrale con tutti gli interventi e il testo integrale dell’intervento di Arianna Antezza, presidente della Consulta degli Studenti della Provincia di Matera e studentessa del Liceo scientifico “Dante Alighieri.
“Dobbiamo vivere questo momento di riflessione attenta, come un momento di comunità”. Ha esordito così il sindaco Raffaello de Ruggieri aprendo il suo intervento oggi in piazza Vittorio Veneto, durante la celebrazioni per il 72mo anniversario della Liberazione e aggiungendo, con orgoglio, il richiamo alla Medaglia d’Oro al merito civile, che quest’anno per la prima volta era appuntata al Gonfalone di Matera.
“Quel riconoscimento è legato a una vicenda storica su cui poggia il cammino di questa città – ha aggiunto – dal Dopoguerra a oggi, e rappresenta la nostra raggiunta autorevolezza”.
Nei saluti, il sindaco ha ringraziato i familiari delle vittime del i fatti del 21 settembre 1943. “Oggi, in piazza, c’è la figlia del brigadiere Vincenzo Rutigliano, Vincenza.
A lei come a tutti gli eredi delle vittime di quell’eccidio io porgo il saluto deferente di questa città, ricordando anche Pasquale Zigarelli che non è inserito negli elenchi cittadini ,ma a cui va il nostro dovuto riconoscimento.
Celebriamo il 25 aprile per i valori che conosciamo ma – riferendosi all’intervento della Presidente della Consulta giovanile, Arianna Antezza, che lo aveva preceduto ha proseguito: “Non possiamo vivere una memoria da conservare, dobbiamo trasformarla in un valore attuale, la libertà liberatrice che toglie le paure e crea le condizioni per diventare protagonisti del futuro perchè coloro che sono morti durante la resistenza, anche su questa piazza il 21 settembre 1943, siano un segno di speranza. Bisogna essere militanti civili, registrare il tempo e inventare il futuro – ha precisato – L’economia di questa città è vissuta nel mattone e nel cemento e non ha creato sviluppo, ma solo ricchezza per qualcuno. Dobbiamo perciò ritrovare il sentiero, grazie a ciò che ci hanno indicato coloro che sono morti, attraverso la libertà del lavoro.
Questa giornata ci deve trovare insieme, a riproporre con forza il senso della crescita democratica, del rafforzamento del pluralismo sociale e democratico, della partecipazione popolare. E’ finito il tempo delle pause; ora è quello dell’azione che nasce dalla memoria di coloro che sono morti per darci la libertà. Il 25 aprile, dunque, deve essere il momento della ripartenza, come accadde a coloro che riportarono l’Italia alla democrazia”.
Le celebrazioni si erano aperte in mattinata con la deposizione delle corone d’alloro al Cippo di via Lucana alla presenza delle autorità civili e militari.
Era seguita la messa celebrata da don Vincenzo Di Lecce nella chiesa di S. Francesco, proseguita con la cerimonia in piazza Vittorio Veneto che aveva ospitato gli interventi di istituzioni e rappresentanti delle associazioni.
L’intera manifestazione aveva contato sulla formazione del Liceo musicale dell’istituto magistrale “Stigliani” , diretta dal prof. Basile con la supervisione della prof. Papapietro.
Il Prefetto Antonella Bellomo, accompagnata dal Comandante Militare Esercito Basilicata, ha ricevuto gli onori militari. E’ seguita la cerimonia di onore ai Caduti, al Monumento posto in piazza alla presenza del Prefetto Bellomo, del sindaco De Ruggieri e del Presidente della Provincia De Giacomo.
Subito dopo, l’intervento della Presidente della Consulta degli Studenti, Arianna Antezza: “Il mio incarico si alterna alla mia vita di giovane che legge, si informa.
L’Italia vive un periodo storico segnato da un’ondata migratoria senza precedenti, da una crisi economico finanziaria e da una crisi del lavoro drammatica. Sono passati 72 dalla Liberazione dell’oppressione nazista – ha aggiunto – ma noi prima europei e poi italiani, non possiamo dirci liberi perché abbiamo paura e quindi votiamo per un democratore e non pe rla democrazia. Ci ostiniamo ad avere una visione economica unilaterale e una visione politica complottista. E’ possibile che non ci siano più gli spirit, come Nilde Jotti, Tina Anselmi? La Resistenza non si è conclusa e noi dovremmo sentirci tutti ancora partigiani in lotta. Quelli che sono caduti hanno lottato per se’ stessi e per noi, hanno fatto giustizia e hanno vinto per noi. I giovani devono lottare per un obiettivo che, a Matera – ha concluso non è quello legato alla realizzazione di alcuni progetti del Dossier. Matera deve lottare per la stabilità economica e lo sviluppo industriale”.
Il prof. Franco Lisanti, in rappresentanza delle associazioni combattentische e d’Arma si è soffermato su altri dei temi forti di questa giornata: “Dopo 72 anni la memoria rischia di svanire – ha detto – è una festa a rischo oblìo, ha scritto qualcuno.
Ed è un rischio concreto, perché si dimenticano i valori comuni della libertà, della democrazia.
E’ possibile – si è poi chiesto – arrivare a una memoria storica condivisa, una memoria che non sia faziosa e parziale? Dopo quanto tempo si può consisderare maturo un popolo? La questione riguarda anche l’Europa e la sua identità comune, da trovare elaborando il proprio passato attraverso la ferma condanna delle atrocità commesse che devono essere ricordate”.
Angelo Tataranno, a nome dell’Associazione Nazionale Partigiani è intervenuto subito dopo: “Commemorare significa ricordare insieme; in caso contrario rischia di essere una semplice passerella, un obbligo istituzionale da assolvere. Il 25 aprile è un condensato di storia e valori – ha aggiunto – chi non ha memoria, non ha futuro. Questa giornata va ricordato per il lungo periodo che si chiudeva con questa giornata, in cui la parola fondamentale era libertà.
Una conquista, questa – ha concluso – talmente importante che ogni giorno dobbiamo chiederci chi ce l’ha data e a chi dobbiamo tramandarla”.
Il presidente della Provincia, Francesco De Giacomo ha tracciato l’itineraio segnato da questa ricorrenza: “Questa giornata – ha detto – ha segnato la storia in modo indelebile – a distanza di 72 anni ha ancora oggi un valore di guida e di insegnamento per tutti noi ed è punto di riferimento per il futuro.
La nostra Costituzione è un prodotto della Resistenza, naturale prosecuzione di un movimento che ha saputo restituire dignità, libertà e orgoglio a un Paese mortificato da 20 anni di dittatura fascista. Anni di sofferenze, devastazioni e paura.
Eppure – ha proseguito – c’è chi ancora insiste sull’idea che possa esserci stato un fascismo buono, da contrapporre a quello delle guerre e delle leggi razziali.
Noi diciamo che non c’è mai stato un fascismo buono, questa è storia. Un dirigente politico che non conosce la storia del proprio Paese non saprà capire le fondamenta etiche della sua responsabilità e del lavoro che genera. Scegliere da che parte stare è il primo atto di resistenza – ha proseguito – non permettiamo che altri decidano per noi.
Molte donne, all’epoca scelsero: non possiamo non ricordare che rappresentavano nel movimento partigiano, una componente imprescindibile nella lotta al nazifascismo, nel collegamento fra le brigate, fra i partigiani e le loro famiglie. La celebrazione odierna ci obblighi ad una riflessione sul tema della libertà – ha concluso – tema essenziale nella nostra democrazia.
Non basta essere liberati per essere liberi”.
Il vice ministro dell’Interno, Filippo Bubbico, impossibilitato a partecipare ha inviato un messaggio al Prefetto: “”L’unità, l’indipendenza e la libertà sono conquiste straordinarie e irrinunciabili che vanno difese ogni giorno come capacità di cooperare per il bene comune, superando le contrapposizioni per convergere sull’interesse superiore.
Questo anniversario è dunque l’occasione per manifestare, ancora una volta, l’impegno che si rinnova ogni giorno, contro vecchi e nuovi egoismi, in nome dei valori fondamentali di ogni cittadino italiano. Il ricordo di quei tragici giorni, ci fa sentire il dovere di essere uniti nell’amore per il nostro Paese, uniti nell’orgoglio delle nostre grandi tradizioni di civiltà, uniti nell’impegno a contribuire al progresso e alla pace di tutti i popoli”.
Intervento di Arianna Antezza, presidente della Consulta degli Studenti della Provincia di Matera e studentessa del Liceo scientifico “Dante Alighieri.
Salve a tutti,
Mi chiamo Arianna Antezza e da circa 2 anni ormai rappresento presso il Ministero dell’Istruzione tutti gli studenti delle Scuole Superiori della Basilicata. Sono stata eletta democraticamente nel mio Istituto e ho ricevuto l’incarico di Presidente tramite una seconda elezione, durante la quale si sono espressi i rappresentanti di Consulta eletti per ogni Istituto della Provincia di Matera.
In Primis , saluto la Prefetta Antonella Bellomo: la Prefettura è un ente che ci ha sostenuti, ha collaborato alla realizzazione di numerose iniziative e sicuramente senza quest’organo non saremmo mai venuti in contatto con giornali di portata Nazionale ,come Avvenire.
A questo proposito un abbraccio va a Filomena Di Bari sul Palco e all’arcivescovo della Diocesi di Matera, Monsignor Caiazzo, il quale ha inoltre accolto con gioia il mio invito a partecipare ad una delle Assemblee d’istituto del Liceo Scientifico D. Alighieri di Matera.
Saluto il Presidente della Provincia di Matera , Franco De Giacomo e il Segretario, Filippo Luberto, che mai hanno declinato un appuntamento con la sottoscritta e sono in prima linea per favorire la partecipazione dei ragazzi dei paesi limitrofi alla Festa dello Studente di quest’anno.
Un caloroso saluto va, inoltre, all’illustre vice- ministro dell’Interno Filippo Bubbico, alla senatrice Maria Antezza e al Sindaco di questa città, Raffello De Ruggieri.
Questa posizione di rilievo che oggi assumo in qualità di rappresentante degli studenti si alterna continuamente con la mia vita quotidiana di giovane che si informa, legge e si pone domande riguardo le politiche internazionali, i flussi economici , il malcontento popolare. L’Italia vive in un periodo storico segnato da :
– un’ondata migratoria senza precedenti
– Terrorismo
– una crisi economico- Finanziaria non ancora deterioratisi collegata ad una drammatica crisi del lavoro.
Com’è noto dai dati sulla disoccupazione giovanile sul debito pubblico italiano , sulla produttività nei diversi settori, i seguenti fenomeni incidono sulla popolazione inerte, stanca, scocciata, diventata ratto da laboratorio , oggetto di studio dei sociologi di tutti i paesi.
Sono passati 72 anni dalla liberazione dell’oppressione nazista e fascista , ma noi cittadini europei, italiani, non possiamo ritenerci liberi . Noi , oggi, abbiamo Paura.
Abbiamo paura e ricerchiamo soluzioni politiche semplici , anche se non esiste alcune soluzione a ciò che stiamo vivendo
Abbiamo paura e preferiamo votare per l’incremento dei controlli , anche se ciò può ledere alla nostra privacy
Abbiamo paura e quindi votiamo per un democratore e non in onore della democrazia
‘’ ‘’ e ci ostiniamo ad avere una visione unilaterale in campo economico e complottista in quello politico
Abbiamo così tanta paura da etichettare una religione automaticamente come estremismo e da negare la possibilità di sopravvivenza a profughi.
Abbiamo paura che lo Stato non possa difendere i nostri diritti umani e che dicenti il nostro Primo nemico.
Ma è possibile che non ci siano spiriti come quello di Tina Anselmi? Carla Capponi , Nilde Iotti , Irma Bandiera ! La Resistenza non si è conclusa, noi dovremmo sentirci tutti, di nuovo, Partigiani in lotta.
I partigiani caduti, hanno vinto. Hanno lottato per sé stessi e noi stessi : hanno fatto giustizia e loro hanno vinto. I giovani devono lottare , Matera deve lottare per un obbiettivo che non è più la realizzazione dei progetti del dossier, ma la stabilità economica e lo sviluppo del settore industriale negli anni successivi. 2019 non è la data di scadenza degli studenti, ecco perché vi invito a chiamare i giovani, aiutarli a convertire in materia le loro idee , a spronarli , stimolarli a non retrocedere mai, se serve dimostrare loro l’impatto che possono produrre sulle altre giovani menti , la speranza che inculcano in chi non ci crede più. Non promettere ma insegnare loro la magia della cultura, partecipazione e azione concreta, affinchè siano essi stessi artefici delle modifiche che tutti vogliamo vedere.
La fotogallery delle celebrazioni per la festa della Liberazione a Matera (foto www.SassiLive.it)