Matera è ancora priva di un collegamento ferroviario efficiente e lo storico materano Gianni Maragno riapre il dibattito su SassiLive con un documento esclusivo estratto daalla relazione semestrale del Sottoprefetto Verri al Prefetto di Potenza che racchiude l’elenco dei “bisogni del circondario di Matera. Siamo nel secolo scorso ma nulla è cambiato nonostante il titolo di capitale europea della cultura conseguito dalla città di Matera per il 2019. Di seguito la nota di Gianni Maragno.
Verri reclama la ferrovia a Matera
Il ruolo di Capitale Europea della Cultura, che Matera sarà chiamata a rivestire nel 2019, risveglia a ogni piè sospinto l’ormai secolare dibattito sull’assenza di un collegamento ferroviario efficiente che raggiunga la Città dei Sassi integrandola finalmente con il resto del mondo.
Di sicuro prevalgono le attrattive e le peculiarità di una terra caratterizzata in modo esponenziale da pregi paesaggistici, ambientali e turistici, ma il ruolo di Capitale, primariamente ‘culturale’ per vocazione, retaggio e ambizione, non può prolungare la cronica carenza di efficaci e dinamiche infrastrutture che ne incentivino e consolidino risorse e potenzialità anche in campo economico e commerciale, con auspicabili ricadute a vantaggio sia della collettività cittadina che dei territori irradiati dalla sua funzione di guida.
Il sogno di una strada ferrata in grado di coinvolgere Matera, è da troppo tempo represso e ancora una volta rischia di svanire. Le falangi di politici che si sono avvicendate negli ultimi 150 anni, non hanno saputo, o potuto, realizzare questa legittima aspirazione. Anzi, sfogliando le pile di documenti ufficiali o tentando di recuperare con la memoria – o la fantasia – le parole delle promesse, poi risultate vane, per istituire questa ‘benedetta’ ferrovia, si ha quasi l’impressione che un potere occulto abbia congiurato ad arte per bloccare ogni tentativo affinché una tale operazione accendesse focolai di progresso e di sviluppo per la Città dei Sassi.
Eppure, per stare al passo con il tempo e fronteggiare l’urgenza di un così prestigioso traguardo, la tratta, quasi ultimata, da Ferrandina a Matera, per esempio, arrecherebbe notevoli vantaggi a tutto il territorio regionale, con un sostenibile impegno di risorse, e consentirebbe anche al notevole flusso di visitatori diretti a Matera un’alternativa al trasporto su gomma. Inoltre, si darebbe corpo, per la prima volta, a un collegamento ferroviario diretto tra Matera e Potenza, dispiegando all’area materana e murgiana finitima, una concreta alternativa alle sollecitazioni non soltanto commerciali di Bari, in modo da rendere il Capoluogo di Regione finalmente più accessibile.
Prospettive e soluzioni che nel corso di tanti lunghi anni sono state avanzate e registrate, come si può evincere da questa lettera che risale agli anni ottanta di ben due secoli orsono, esattamente al 25 luglio del 1883, e che racchiude l’elenco dei “bisogni del circondario di Matera”, segnalati al Prefetto di Potenza da parte del Sottoprefetto dell’epoca. Eccone il testo:
Dalla relazione semestrale del Sottoprefetto al Prefetto
R. SOTTO PREFETTURA DEL CIRCONDARIO DI MATERA
1mo Semestre 1883
Bisogni degli Ufficii e del Circondario.
M’è forza su questo argomento ripetere ciò che replicatamente esposi nelle consimili passate relazioni, vale a dire che questo Ufficio di Sottoprefettura e l’alloggio del Sottoprefetto sono meno che decorosamente arredati. Prego quindi di nuovo la Superiorità a disporre perché una persona competente si porti a rilevare gli accennati bisogni, al fine di provvedervi.
La pubblica istruzione elementare è in generale sostenuta dai Municipii; quella però riguardante i fanciulli, poiché le scuole serali e domenicali per gli adulti, a dire il vero, fanno poca buona prova. Insisterò a rappresentare il bisogno di diffondere il più possibile la istituzione degli Asili Infantili. Avvenne in alcuni dei comuni, ma sarebbe desiderabile vederli in ciascuno. Ad ottenere un tale scopo più agevolmente, proporrei, come ho fatto altra volta, che una parte dei capitali dei Monti frumentarii fossero investiti alla istituzione di Asili d’infanzia. Il bisogno di diffondere la educazione si fa ognora più evidente, mentre che la istituzione dei Monti frumentarii è cosa che ormai ha fatto il suo tempo.
La viabilità. È questo altro degli argomenti che deve richiamare seriamente il riflesso degli uomini preposti alla cosa pubblica. In questi venti anni di vita libera molto si è operato in tale importantissimo ramo del pubblico servizio. Parecchie strade obbligatorie si sono costruite; altre si trovano in corso di costruzione; di altre ancora si sta per intraprendere il lavoro. Ma anco senza di ciò la strada ferrata del Basento basterebbe di sé sola a mostrare che questa regione seppe vedersi de’ nuovi tempi.
Però molto rimane ancora da fare, e se forse negli ultimi anni non si è operato quanto taluno sarebbe per pretendere, devesi vederne la cagione più che altro nella natura del territorio, montuoso e frastagliato da torrenti e burroni. Ciò che anzitutto ora si richiede sono le strade comunali, affinchè più facile riesca a parecchi de’ comuni di godere de’ benefici della ferrovia. Quindi si presenta ognora più il bisogno di uno o più ponti sul Basento, i quali cementino dirò così le due parti nelle quali il Basento divide questo territorio circondariale. E già si parla che sia pervenuto al Genio Civile di Potenza l’ordine di intraprendere urgentemente gli studii per il progetto di un primo ponte sul Basento che verrà gettato dal lato di Ferrandina.
Per la città di Matera si presenta in particolar modo il bisogno di veder realizzata nella costruzione della strada ferrata Ponte S. Venere – Gioia del Colle, la variante propugnata dall’opuscolo pubblicato nello scorso anno dall’Ingegnere A. Rosi, e redatto di incarico del Municipio di Matera. Merce questa variante la strada ferrata in discorso, giunta ad Altamura, divergerebbe per tagliare la strada provinciale, che unisce questa a quella città in un punto pressocchè intermedio fra i due paesi, e dove Matera avrebbe la propria stazione. Così per toccare la ferrovia Matera non avrebbe bisogno di giungere ad Altamura, percorrendo ben 20 chilometri e più, ma la troverebbe a metà circa della strada fra qui ed Altamura. In quest’ultima città si è aperto testé l’Ufficio governativo che ha l’incarico degli studii inerenti alla detta linea, e nasce ad ognuno di questi cittadini la speranza che siano esauditi i voti di Matera; voti che saranno coronati dal successo desiderato ove il Governo, come non è a dubitare, voglia considerare che Matera è pure un centro considerevole; che le ferrovie devono giovare in quanto possibile il maggior numero di paesi, e che la variante propugnata da Matera, mentre non va a ledere menomamente gli interessi di Altamura, è attuabile con un maggior dispendio di poca entità.
La città di Matera si è anche adoperata in addietro ad agevolare in quanto le proprie finanze lo permettevano, la costruzione di una ferrovia economica che partendo da Molfetta, passando da Terlizzi, avrebbe dovuto toccare Altamura e Matera, per allacciarsi poi alla ferrovia calabra nel punto di Metaponto. Si sono fatti su questo proposito anco degli studi sul terreno. Se non che l’affare si è arrestato, ne saprei dir ora quali argomenti inceppino il progredire di un progetto che pure starebbe tanto a cuore di questa cittadinanza. Non mancherà la Sottoprefettura, in quanto valga la sua opera, di rimuovere gli ostacoli che si frapponessero al conseguimento dei desideri giustissimi che emanano da una città importante per numero di popolazione e per la ricchezza del suolo che la circonda.
Matera, 25 luglio 1883. Il Sottoprefetto Verri
Sorprende la compostezza con cui il compito funzionario governativo elenca le necessità del territorio sottoposto alla sua sorveglianza; seppure ammantata dalla consueta retorica della burocrazia statale, la missiva segnala con competenza e obiettività l’ineludibile importanza – già in quei lontanissimi anni – di una linea ferroviaria a Matera, delineandone un tracciato non diverso da quello che oggi da più parti viene rivalutato. Ma meraviglia e accende la fantasia con richiami di vichiana memoria la constatazione che il sobrio ma pugnace estensore di questo documento, relativo alla condizione di Matera, risponda al nome di Verri, sì, proprio al cognome della guida che ha consentito alla nostra Città di raggiungere l’ambito traguardo del titolo di Capitale.
È auspicio di tutta la collettività che, pungolato da una pur casuale coincidenza onomastica, il Verri contemporaneo sappia, con caparbietà ed eguale impegno civile, proseguire nell’impresa avviata più di un secolo fa dal suo omonimo, conseguendo, con le sue capacità e per via dei mutati assetti politici ed economici del nostro territorio, quel risultato che noi oggi finalmente reclamiamo, quell’obiettivo vanamente atteso dalle generazioni passate, ma divenuto propizia e favorevole garanzia per le nuove leve della società di domani.
Gianni Maragno
Allo stato attuale è utopia la ferrovia nella nostra città, lo stesso Pittella in un video presente anche su youtube dice che a Matera la ferrovia “non la vogliamo” anche se non capisco chi autorizza Pittella a parlare a nome dei materani. Comunque, a parte questo, il Governo non spenderà un centesimo per collegare la nostra città alle FS è troppo impegnato a buttare soldi per opere inutili (e dannose) come la TAV.
Dulcis in fundo tra qualche anno oltre a non avere la ferrovia avremo anche la beffa di spendere denaro pubblico per demolire la stazione di La Martella e il Ponte sul Bradano che, abbandonati all’incuria, un po’ alla volta si stanno trasformando in inutili ecomostri.