Nicola Pavese, Presidente associazione La Cupola Verde di Ferrandina, in una nota riapre il dibattito sui collegamenti a disposizione per raggiungere il territorio materano. Di seguito la nota integrale.
«Venire in Basilicata è ancora una tragedia!», per dirla con Giovanni Russo, un tempo inviato del Corriere della Sera, scrittore di successo, uno degli ultimi “meridionalisti” ancora fortemente legati alla nostra terra e al Sud. Dove proprio Russo, a Potenza, visse fino agli anni del liceo. Gli abbiamo fatto visita, io e Rocco Brancati, nella sua storica casa di piazza Grazioli a Roma ed è stata l’occasione per parlare, inevitabilmente, della Basilicata di ieri e di oggi, di MateraCapitale e delle nostre prossime iniziative culturali.
Il viaggio di ritorno da Roma avviene con “Italo” (fino a Salerno), il veloce supertreno che raggiunge i 300 km/h, pieno di viaggiatori e fra essi, nella nostra carrozza, alcuni composti turisti stranieri che si recano a visitare Pompei e Paestum. Di fronte a noi sono sedute due giovani donne dal chiaro accento napoletano che sfogliano alcune riviste o ascoltano musica. Nel “salottino” di fianco al nostro un signore che ha l’aria di essere un imprenditore del Nord, una coppia di “maestri elementari” ormai in pensione e una studentessa che rivede i suoi appunti. Scenderanno tutti tra Napoli e Salerno, fine corsa del treno dopo poco più di un’ora e mezza di viaggio dalla Capitale. Dopo alcune telefonate, mie e di Rocco, si intuisce e sveliamo la nostra appartenenza lucana e le località che stiamo raggiungendo. Nasce una discussione spontanea sulle bellezze di Matera che una nostra compagna di viaggio ha visitato durante le vacanze di Natale e che ha trovato straordinarie. La invitiamo a ritornare per visitare anche alcuni fra i comuni limitrofi, come Miglionico, Montescaglioso, Ferrandina, la stessa Metaponto, dove ammirare castelli, abbazie, chiese, centri storici e musei archeologici di grande interesse. Tra l’altro, una terra da dove sono passati i romani, i longobardi, i bizantini, i saraceni, i normanni…
Nella discussione si inserisce il probabile imprenditore che subito sottolinea le attuali difficoltà per raggiungere Matera sia da Bari che da Potenza. E il tutto appare loro ancora più inverosimile quando evidenziamo che dalle nostre parti si ritiene che i treni non servano. O perlomeno così credono i nostri politici. Eppure nei mesi scorsi avevamo sperato nel progetto della Regione Basilicata che prevedeva, a partire dall’orario invernale, la velocizzazione della tratta Taranto-Potenza-Roma. Con il centro di Roma che avremmo finalmente raggiunto in tempi più ragionevoli e vantaggiosi: 4 ore e 10 minuti da Ferrandina! E invece non se ne è fatto niente, senza dare alcuna spiegazione. Tutto si è risolto con l’istituzione di due (ulteriori) corse di autobus per Napoli, su strade disastrate e facendo continui slalom per gli infiniti cantieri. E da Napoli si deve proseguire, poi, in treno. Disagi che si sarebbero evitati con i quattro ipotizzati Frecciabianca diretti fino a Roma Termini. Da precisare, inoltre, che i suddetti bus si possono utilizzare “solo” raggiungendo Potenza, sia per le partenze che per il ritorno in regione. Evidente l’inspiegabile discriminazione tra l’utenza delle due province. Pensate: un turista, in vari momenti della giornata, dovrebbe raggiungere da Roma (o dal Nord) con i Fecciarossa (o altro treno) la stazione di Napoli o di Salerno, per poi imbarcarsi su un bus (o su un treno) per Potenza e da qui cambiare nuovamente mezzo (bus o treno) per Ferrandina, e qui sperare di trovare un altro bus per Matera (che non sempre è in coincidenza) riservato agli esausti e coraggiosi viaggiatori. Tempi di percorrenza da Roma alla Città dei Sassi (a seconda della situazione) anche sette ore di viaggio, comprese le lunghe attese per i diversi “cambi” nelle stazioni. Roba da scoraggiare (come avviene) qualsiasi viaggiatore pur appassionato che conosce i disagi e le “sorprese” a cui va incontro venendo in Basilicata. Tant’è che chi scrive, e nell’occasione con l’amico Brancati, è costretto ogni volta a viaggiare con mezzo proprio fino a Salerno, per poi proseguire per qualsiasi località italiana con i Frecciarossa di Trenitalia o con il treno Italo di Nuovo Trasporto Viaggiatori. E viceversa.
La cosa che più stupisce è il silenzio assoluto delle autorità politiche materane e della provincia (sindaci innanzitutto) difronte a questo incredibile isolamento che penalizza sicuramente il turismo, lo sviluppo e l’immagine dell’intera regione. Silenzio indecifrabile e situazione ancora più grave dopo la mancata istituzione dei Frecciabianca che avrebbero collegato, con tempi di gran lunga concorrenziali rispetto ai bus, il Materano e tutta la Basilicata direttamente a Roma e quindi anche al Nord Italia. E’ paradossale constatare che tra il 1996 e il 2000 dalla Basilicata si potevano raggiungere in Eurostar e Intercity, oltre Roma, anche Pisa, Genova, Torino, Milano, Bologna, Verona e Brescia senza effettuare “cambi” e potendo viaggiare sia di giorno che di notte. Oggi che si vuole fare turismo internazionale, invece, tali opportunità sono negate perché si privilegia il trasporto su gomma, pur in tempi di lotta all’inquinamento, e si assiste inermi a una evidente regressione dell’offerta all’utenza. E la Capitale europea della cultura? E le speranze di un cambiamento e di una reale modernizzazione della nostra regione? Dunque, davvero “Cristo” (il progresso, la modernità) è ancora fermo alla “frontiera” di Eboli!?
Nel viaggio sconsolato del ritorno da Salerno verso la Basilicata, grigia e quasi irraggiungibile per le tante fuorvianti deviazioni lungo la Basentana da Sicignano a Ferrandina (in un paesaggio di sconvolgente bellezza) mi risuonano ancora le parole di Giovanni Russo: «Da noi la vera rivoluzione, come ribellione allo stato di arretratezza sociale e culturale, l’hanno fatta in passato i contadini con l’emigrazione. Oggi, purtroppo, la stessa cosa avviene con i tanti giovani, che hanno spesso studiato, i quali continuano a cercare fortuna altrove». E a questo monito si unisce una riflessione fatta la sera prima in trattoria, a Roma, con Rocco Brancati e Franco Rina, il giornalista lucano de La7 e direttore di Cinemadamare: «Tempi peggiori ci aspettano se vanno in porto le Macroregioni, con la Calabria (o la Campania) e la Puglia che dalla Basilicata prenderanno con determinazione e arroganza solo le risorse, come acqua, petrolio e gas, in cambio di qualche briciola e nuove illusioni. E per il resto…si tirerà a campare». Verso la fine, tra ignavia e rassegnazione.
Nicola Pavese, Presidente associazione La Cupola Verde di Ferrandina
Nella foto l’illustrazione di Sergio Laterza che celebra un sogno: il francobollo per la linea ferroviaria Alta Velocità Torino Matera
ha centrato: c’è disinteresse perchè si aspetta la messa in funzione della tratta Ferrandina-Matera e poi tante altre amenità. Qualora ci fosseri due coppie , non già 4, di frecciargento e mica non può fare sosta a Metaponto, Grassano, Picerno e quanto altro? diverrebbe una bella tradotta. Meglio lasciare le cose come stanno!
Nicola Locuratolo E ci risiamo a rimestare nel cestino ormai pieno di troppe parole, ipotesi e progetti. Bisogna guardare nel concreto di oggi! Noi abbiamo già fatto una opera grandiosa,la Ferrandina-Matera, con uno spreco ancora più grandioso (quasi o oltre mezzo miliardo di Euro) e ,per non dover subire la beffa di un 2019 senza Ferrovia FFSS, abbiamo il dovere di dover concorrere uniti nella richiesta del suo completamento, con la posa del binario,per consentire a tutta l’Italia che gravita sulla linea tirrenica ed a Tutta l’EUROPA di poter raggiungere Matera in TRENO, MATERA Capitale EUROPEA della Cultura 2019. Non è più tempo di chiacchere, ma di fatti concreti e Pittella, e chi è con lui a rimandare indietro 48 milioni di Euro del Piano Junkers per il completamento della tratta Ferrandina-Matera, dovrà ingoiare il rospo se vuole, ancora una volta venire a Matera e tornarsene incolume.
Vogliamo l’alta velocità Matera-Potenza.