Melfi30 si aggiunge alla rete Italia30. Di seguito la nota integrale.
“Bologna, Carpi, Pesaro, Firenze, Modena, Torino, Ferrara, Lecce e… Melfi. Arriva la nona città nelle rete Italia30, e siamo orgogliosi che sia la seconda del Sud, e la prima dell’interno” – dice Alessandro Marchi, tra i fondatori di 30logna e responsabile dell’ampliamento della rete, che commenta la decisione di creare un bel gruppo di associazioni e gruppi lucani per impegnarsi nel miglioramento della vita nella città che ospita uno dei più grandi impianti produttivi automobilistici – “Bisogna restituire ai cittadini quegli spazi che nel corso del Novecento sono stati sottratti alla collettività per diventare solo zone di transito automobilistico o di parcheggio, anziché luoghi di vita. L’obiettivo di Melfi30 è far sì che la città sia meno auto-centrica e più a misura di persona. La mobilità urbana ha diverse opzioni: il trasporto pubblico, l’uso della bici, la possibilità di camminare,… naturalmente in sicurezza. L’impegno è stimolare l’evoluzione della città con progetti di mobilità sostenibile, ed ottenere ascolto e azioni da parte dell’Amministrazione Comunale di Melfi. Il gruppo riunito attorno al progetto” continua Marchi – “è variegato ma coeso: l’Università Popolare Nitti, Team 010 Bike, Bramea Vultur Runners, Vultour Bike, Centro Sportivo Italiano, e l’Archeoclub sono tutti assieme per sostenere gli stessi obiettivi.”
“Sempre più sono le cittadine e i cittadini che chiedono strade più sicure, luoghi di scambio culturale, spazi verdi e ambienti meno inquinati” – continua Marchi – “la Città 30 incarna la città delle persone, rappresentando molto di più di una semplice limitazione della velocità. E come tale dev’essere implementata dalle Amministrazioni che scelgono questa via. Purtoppo stiamo vedendo come la speculazione politica pre-elettorale del Ministro dei Trasporti stia creando rallentamenti e confusione – oltre a prefigurare spese e tempistiche elevate per i Comuni. Davvero non c’era bisogno di una speculazione simili sulla pelle dei cittadini. La situazione è resa ancor più grave dalla proposta di un nuovo Codice della Strada, che è stato subito ribattezzato Codice della Strage. Siamo certi che anche a Melfi l’opposizione sia forte.”
“C’è un grande entusiasmo in queste ore” – racconta Giosuè Pierpaolo Catapano, uno dei coordinatori della rete di Melfi30 – “da qualche tempo stavamo lavorando per rendere la nostra città più vivibile. Nella rete di Bologna30 abbiamo trovato il supporto di cui avevamo bisogno per dare la spinta decisiva alla nostra proposta. In tutta Europa le città 30 funzionano, siano esse di qualunque dimensione, non vediamo ragioni perché non debba essere così anche a Melfi.”