Il Coordinamento Nazionale Migranti USB promuove, unitamente alle tante associazioni e organizzazioni che già hanno aderito, una mobilitazione nazionale per il 27 febbraio che vuole porre all’attenzione generale gli obiettivi su cui da tempo le comunità migranti si stanno battendo, per trovare una chiara e ormai ineludibile risposta alle loro urgenti e pressanti richieste.
Molti migranti, infatti, in attesa di definire la propria posizione, sono costretti a vivere in una condizione di precarietà e ricattabilità per periodi molto lunghi, a volte anche anni. La maggioranza di queste persone si trova nella condizione obbligata di accettare qualsiasi proposta che le permette un minimo salario.
Lavoro nero, lavoro grigio, sfruttamento, prostituzione e criminalità: questo è ciò che la nostra società offre a questa moltitudine di donne e uomini.
A fronte di decreti flussi, click day, promesse di lavoro, sponsor ed altro, la verità è che quotidianamente i lavoratori stranieri si trovano di fronte a una situazione di totale precarietà: non espellibili perché in attesa di una risposta, ma non idonei a chiedere una residenza, un conto corrente, un’ assistenza sanitaria.
Le lunghe code che siamo ormai abituati a vedere di fronte a tutte le Questure o Uffici Immigrazione, sono il risultato di una politica governativa che da oltre vent’anni vede i migranti come un problema di ordine pubblico, non una risorsa.
Sono ormai sempre più frequenti le dichiarazioni o le produzioni di dati, forniti da parte imprenditoriale, che denunciano il calo demografico in Italia ed il conseguente calo di forza lavoro in determinati settori produttivi: agricoltura, edilizia, servizi alla persona, ristorazione.
L’incapacità di vedere la migrazione come un fattore positivo, da includere nel tessuto della nostra società, è palese, con politici di destra e di sinistra che hanno fatto demagogia sulla pelle di persone in fuga da guerre, miseria, persecuzioni per ottenere una manciata di voti in più.
Ecco perchè i Centri di permanenza per i rimpatri vanno assolutamente chiusi: nati proprio come ultimo anello della catena, il più odioso ed insostenibile, di una politica di stampo repressivo e fascista votata esclusivamente a criminalizzare il tema migranti per raccattare qualche miserevole consenso elettorale nel “ventre molle” della nostra società, dove, purtroppo, non mancano pulsioni e rigurgiti razzisti e xenofobi.
Il flusso migratorio dai paesi extraeuropei è ormai da molti anni un fatto strutturale, del quale la nostra classe politica deve prendere atto e farsene una ragione.
Per questo, dopo aver visitato decine di centri di accoglienza, aver parlato con migliaia di lavoratori migranti, averli assistiti sindacalmente e supportati nel riconoscimento dei loro diritti minimi, oggi congiuntamente con le comunità dei migranti e con le associazioni di solidarietà, ritorniamo nelle piazze italiane per rivendicare sempre con maggiore forza :
– Regolarizzazione di tutti i lavoratori e lavoratrici migranti.
– Velocizzazione del rilascio dei documenti, primo fra tutti il permesso di soggiorno
– Il riconoscimento della residenza, della tessera sanitaria e dell’accesso ai conti correnti bancari assistiti.
Per questi motivi è stata organizzata per il 27 febbraio una giornata di mobilitazione nazionale davanti a tutte le prefetture.
Il 27 febbraio alle ore 16 davanti alla Prefettura di Potenza è in programma anche un presidio di USB.