Giuseppe Silvano, originario di Irsina e residente a Modena per motivi professionali, in una nota esprime alcune riflessioni dopo l’aggressione a morte nei confronti di Willy Monteiro Duarte da parte di quattro ragazzi che praticavano arti marziali avvenuta tra il 5 e il 6 settembre scorso a Colleferro. Willy aveva 21 anni ed era intervenuto per difendere alcuni amici a seguito di una rissa scoppiata per futili motivi. Di seguito la nota integrale.
Giuseppe Silvano: “I diritti umani negati”
“Il mondo è un posto pericoloso, non a causa di quelli che fanno male, ma a causa di coloro che stanno a guardare senza fare niente”.
La pensava così Albert Einstein e le sue parole, così tristemente veritiere, sembrano essere quanto mai descrittive dell’attuale società e delle brutture che ogni giorno la permeano.
Ucciso brutalmente a calci e pugni, nella notte tra sabato 5 e domenica 6 settembre, Willy Monteiro, di appena 21 anni, sembra volerci mostrare il vero volto del mondo, quello codardo, quello indicibile.
È bastato 1 minuto per ammazzarlo e, con lui, i diritti umani.
Cronologicamente, assistiamo ad un involutivo balzo nel passato e all’intollerabile crollo della civiltà umana. Ma ciò che segue l’efferatezza dell’omicidio non sembra essere da meno: emerge infatti, fastidioso e indisturbato, l’elogio dell’amore per l’odio da parte di quanti attribuiscono una simile brutalità alle caratteristiche dello sport praticato dagli uccisori.
Il diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza divengono condanna a morte. Il diritto all’uguaglianza inauditamente sacrificato a vivere in tempi futuri.
Anacronistico.
La presunzione d’innocenza, si, per Loro, ma Noi, Noi siamo già colpevoli.
Ora, un minuto di silenzio per Willy.
A cura di
Dott. Giuseppe Silvano