Ospedale di Villa d’Agri, Consigliere regionale Gianni Ros: “Pittella chiude i reparti ma costruisce un nuovo padiglione”
L’ampliamento dell’ospedale di Villa d’Agri è uno dei grandi misteri della nostra Regione. Se da un lato, continua l depauperamento del presidio ospedaliero, come abbiamo denunciato più volte, dall’altro si spendono soldi per ampliarlo.
Chiusi, nelle settimane scorse, i reparti di oftalmologia, ginecologia, ostetricia, ortopedia, radiologia, si amplia la struttura. Per quale motivo? Abbiamo presentato un’interrogazione per chiedere notizie sull’appalto per la costruzione (quale ditta si è aggiudicata i lavori? Quanto costerà l’opera?).
Ma soprattutto: a cosa serve un nuovo padiglione visto che altri reparti vengono chiusi?
I cittadini della Val d’Agri ci hanno scritto lamentando le difficoltà nei servizi per la chiusura dei reparti e l’incongruenza tra il ridimensionamento dell’ospedale e la costruzione di un nuovo padiglione. Ci segnalano che il cartello con le informazioni sui lavori, appare e scompare dall’ingresso del cantiere.
Le scelte in politica sanitaria della Giunta Pittella sono schizofreniche. Pittella aveva promesso, almeno in apparenza, di mantenere e, quindi, di non chiudere i presidi sanitari lucani. Ma, come più volte da noi denunciato e ogni giorno ne abbiamo conferma, si stanno facendo morire questi presidi riducendo la possibilità di erogare prestazioni specifiche ai cittadini. Una bella presa in giro al solo fine di sedare le sommosse popolari che si sono verificate nei territori.
Il paradosso è proprio l’Ospedale Villa d’Agri: un nuovo padiglione in un Ospedale che, in pratica, stanno chiudendo.
Si diano, invece, risposte concrete ai tanti cittadini della Val d’Agri che per una frattura devono arrivare fino a Potenza o che per fare la dialisi sono costretti a fare 40 chilometri per arrivare al San Carlo.
Chi governerà la Regione, dopo le prossime elezioni, dovrà mettere mano in modo radicale al Sistema Sanitario Regionale affinché i cittadini possano avere la possibilità di curarsi a casa loro.