Nonostante i due comunicati stampa inviati nei giorni scorsi da Italcementi SpA e pubblicati su SassiLive l’Ente Parco della Murgia Materana e l’Associazione B.R.I.O. Brillanti Realtà in Osservazione – sede operativa di Matera intervengono sulla vicenda che riguarda la richiesta presentata alla Regione Basilicata da parte dell’azienda che dispone di uno stabilmento sulla strada statale 7 in direzione Laterza. Di seguito le note integrali.
Italcementi, la posizione dell’Ente Parco della Murgia maternaa.
L’Ente Parco, in merito all’istanza presentata da parte di Italcementi, presso la Regione Basilicata, di Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A) e di Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.), ritiene che sia necessario ed urgente richiedere opportuni approfondimenti e chiarimenti.
Si premette che detta istanza, relativa allo stabilimento Italcementi sito in Matera, località Trasanello, è finalizzata ad ottenere sia l’incremento, fino a 60.000 t/anno, dell’utilizzo di rifiuti non pericolosi, già autorizzati, con aggiunta di altro combustibile con codice CER 191210 (CDR), e sia l’utilizzo di Combustibili Solidi Secondari (CSS).
La presenza dello stabilimento Italcementi ha da sempre posto interrogativi in merito alla compatibilità dell’impianto produttivo con l’ambiente circostante e con la confinante area protetta.
Dato che ormai è stato realizzato il progetto di revamping, la questione va ora analizzata, non tanto sotto l’aspetto dell’impatto visivo nel contesto del profilo paesaggistico, quanto soprattutto dal punto di vista della garanzia della tutela della salute e del benessere collettivo, considerando le conseguenze degli effetti inquinanti sull’ambiente naturale e antropizzato.
Si fa presente che l’area su cui insiste l’impianto, pur essendo al di fuori dei confini del Parco della Murgia Materana, è particolarmente importante dal punto di vista paesaggistico-ambientale in quanto essa ricade in zona SIC/ZPS come definita dall’Unione Europea.
Il benessere dei cittadini materani è un interesse collettivo da garantire e salvaguardare prima di ogni cosa, e l’Ente Parco intende controllare e verificare che siano messe in atto tutte le azioni necessarie a salvaguardarlo e a garantire la tutela della salute e dell’ambiente.
Il 7 maggio 2010, tra Provincia di Matera, Comune di Matera, Ente Parco e Italcementi, è stato sottoscritto un protocollo d’intesa, che prevede, tra le altre cose, anche la possibilità di – condividere iniziative finalizzate all’eventuale ulteriore ottimizzazione del contenimento di emissioni, rumore, consumi idrici ed energetici e per l’utilizzo di combustibili maggiormente “sostenibili” e compatibili con le performance produttive dell’impianto Italcementi – ma la richiesta dell’Italcementi non è mirata alla sostituzione dell’attuale combustibile, in prevalenza pet coke e pneumatici, con combustibili ritenuti più “sostenibili”, ma ne prevede un consistente incremento, come già specificato fino a 60.000 t/anno, con l’aggiunta di altro combustibile con codice CER 191210 (CDR), nonché di Combustibili Solidi Secondari (CSS).
Quindi, per prima cosa, occorre dare corso immediatamente al protocollo per la caratterizzazione dello stato di qualità ambientale, sottoscritto il 24.10.2011 tra Regione Basilicata, Provincia di Matera, Comune di Matera e Italcementi, relativo al monitoraggio delle emissioni dannose finalizzato al controllo dei limiti normativi della soglia di tollerabilità.
Per immaginare eventuali sviluppi futuri è necessario monitorare in concreto gli effetti reali delle emissioni, che si ottengono con l’uso dei combustibili attualmente autorizzati, sulla qualità dell’aria, del rumore, delle acque sotterranee, delle acque superficiali e dei sedimenti, del suolo e sottosuolo circostante.
L’Ente Parco, inoltre, così come è avvenuto con precedenti tematiche correlate, intende promuovere incontri pubblici tra tutti i soggetti interessati alla presenza di esperti competenti e qualificati in materia, al fine di aprire un confronto utile a far chiarezza sulla reale portata del problema.
Alla luce delle problematiche connesse con l’attuale situazione economica e sociale, la questione va esaminata ad ampio raggio, dal punto di vista giuridico e tecnico-scientifico, tenendo conto della necessità di conciliare interessi che vengono a scontrarsi: il diritto al lavoro e il diritto alla tutela dell’ambiente e della salute delle persone.
Il Presidente dell’Ente Parco della Murgia Materana
Pierfrancesco Pellecchia
Ultimamente dal dibattito pubblico-istituzionale pare sia stata messa in ombra la preoccupante questione della richiesta avanzata da Italcementi per bruciare CDR (combustibile da rifiuto) e CSS (combustibile solido secondario). Riteniamo che sia un errore se taluno ritiene questa una faccenda di secondaria importanza rispetto ad altre tematiche che affollano lo scenario mediatico perché le emissioni della cementeria, già maleodoranti da anni (a causa dei combustibili usati e dalla distanza percorsa dai fumi dopo il revamping del 2010) investono da vicino la qualità dell’aria e quindi della salute dei cittadini.
Sono da ricordare la breve distanza in linea d’aria dell’impianto di loc. Trasano da Matera (poco più di 3 km dall’abitato), il lezzo acre avvertito in questi anni da molti cittadini, i problemi respiratori notturni attribuiti ad esso; elementi, questi, ascritti da molti all’utilizzo di combustibili cosiddetti alternativi, come pneumatici e Pet coke). Il Pet coke è in pratica “l’ultimo prodotto delle attività di trasformazione del petrolio e viene considerato lo scarto dello scarto dell’oro nero tanto da guadagnarsi il nome di “feccia del petrolio”.
“Per la sua composizione – comprendente oltre ad IPA (in particolare benzopirene), ossidi di zolfo e metalli pesanti come nichel, cromo e vanadio – va movimentato con cura per evitare di sollevare polveri che verrebbero inalate con gravi rischi per la salute. Il trattamento infatti (carico, scarico e deposito) del Pet-coke deve seguire le regole dettate dal decreto del Ministero della Sanità (28-4-1997) concernente il trasporto di sostanze pericolose. Tale sostanza è considerata combustibile alternativo solo a seguito del Decreto legge 22 del 2002, poi convertito dalla legge 82 del 6 maggio 2002”. (cfr http://www.peacelink.it/ecologia/a/24383.html).
La richiesta di VIA/AIA presentata il 17 maggio u.s. da Italcementi per bruciare fino a 60.000 tonnellate di rifiuti (rispetto alle attuali 12 mila) peraltro non parla di totale sostituzione del nocivo Pet coke, pertanto alla pericolosità del residuo di lavorazione del petrolio (che in prima del 2002 era vietato), si aggiunge l’incognita del CDR/CSS (in cui è sempre presente il rischio che all’interno ci finisca di tutto, come accaduto in vari casi italiani http://www.ecoblog.it/post/7917/lazio-truffa-dei-cdr-in-13-in-manette-sequestrato-il-termovalorizzatore-di-colleferro.
Fatte queste considerazioni, in vista della necessità di opporsi a qualsiasi logica di incenerimento dei rifiuti, ci auguriamo che il Comitato civico locale no inceneritore, quanto mai opportuno, possa essere supportato da tutte le espressioni della cittadinanza .
Spiace solo che sinora, salvo la meritoria mozione di otto consiglieri comunali di Matera che sollecita provvedimenti ufficiali, non ci sia ancora stato un pronunciamento univoco della giunta comunale (vedremo dopo l’imminente consiglio comunale richiesto ndr), né di altre istituzioni locali.
Ci associamo invece alla proposta ragionevole, già espressa da altre componenti della cittadinanza, non ultimo il M5S, di indirizzare l’impianto materano, così come tutti quelli affini, a convertirsi alla combustione di metano o biogas derivante dal trattamento del rifiuto organico.
Associazione B.R.I.O. Brillanti Realtà in Osservazione – sede operativa di Matera
i mezzi di combustione ci sono ,non hanno un impatto sulla collettivita ‘ materana , chi di competenza deve monitorare scrupolosamente le emissioni dell’indotto italcementi per non arrivare ad un secondo caso ilva di taranto con tutte le conseguenze che tutti sappiamo, che citiamo per non dimenticare: ,(salute in primis, riqualificazione dell’azienda per l’impatto ambientale,e disagio sociale,ecc…)
quindi chi di competenza deve fare il suo dovere di monitorare l’impatto ambientale sulla citta’ di matera e zone limitrofi.
Il monitoraggio terzo ed imparziale sino ad oggi non è MAI stato effettuato, a detta degli stessi consiglieri comunali di Matera.. Questa vicenda odora di mancata protezione della cittadinanza… ringraziamo tutte le associazioni ed i cittadini che supporteranno il comitato… noi vogliamo andare sino in fondo alla vicenda e pretenderemo che in quell’impianto NON si bruci più ne PET COKE ne CSS nè alcun altro tipo di rifuito ma solo gas metano. Il cementificio non può speculare sulla salute dei cittadini
a noi risulta che le centraline NON rilevano le nanoparticelle prodotte dagli impianti che inceneriscono i rifiuti… come la mettiamo???