Pasquale Di Pede, presidente del comitato di quartiere “Sassi” della città di Matera in una nota auspica l’insediamento di nuove famiglie all’interno degli antichi rioni materani. Di seguito la nota integrale.
Sassi viventi tra presepi e residenti.
Si moltiplicano gli eventi negli antichi rioni.
I Sassi, dopo il grande esodo dei suoi abitanti avvenuto tra gli anni 50 e 70, si rano trasformati in “città morta”, come ha ricordato l’architetto Rota al recente convegno del CNA.
Negli ultimi anni invece, una complessa politica di recupero, ed una serie di riconoscimenti internazionali, hanno fatto raggiungere ai Sassi una inverosimile notorietà internazionale.
E’ accaduto un miracolo: la città morta è resuscitata, con le tante produzioni cinematografiche e televisive, il concorso internazionale di recupero, la legge speciale 771 il riconoscimento Unesco fino al definitivo successo di capitale europea della cultura.
L’anima viva, pulsante, è tornata a battere rianimata dall’insediamento di nuovi abitanti, singoli o organizzati (come la cooperativa Malve).
Piani di gestione e programma biennali hanno permesso ad un ufficio Sassi, dotato di un organico adeguato di tecnici e dirigenti, di seguire tutto l’iter dei lavori e della sua trasformazione. La presenza di strutture ricettive negozi, musei, hanno galvanizzato turismo e d economia.
La città morta ora esplode anche nella mobilità veicolare, con il transito peri cantieri, di mezzi, fornitori, manutentori, oltre che di organizzatori di eventi sempre più complessi ed estesi; conseguenza: pur in presenza, nella ZTL, di aree di sosta sempre più ristrette, cresce a dismisura il numero di autorizzazioni al transito e sosta.
Nel frattempo, come conferma l’assessora ai Sassi, abbiamo un ufficio-Sassi fortemente ridimensionato di personale, con la disponibilità(solo parziale) di un dirigente.
Anche il capitolo dell’arredo urbano, rivisto dopo tanti anni, elaborato in commissione e discusso con tutti i soggetti interessati, rischia di non avere nessuna efficacia, se continuerà ad essere una elenco di buoni propositi chiuso in un cassetto.
In questo contesto, per molti residenti continuare ad abitare è diventato una “via crucis”, un atto eroico. Non tutti resistono, chi è andato via non è pentito. Ad ogni evento si ripropongono limitazioni e divieti. Avviene anche in questi giorni, nell’edizione del presepe vivente, manifestazione oltremodo “invasiva” degli spazi di ambedue i Sassi, decisa a marzo senza alcun coinvolgimento del Comitato dei Residenti (convocazione giunta solo il 1° dicembre).
Si è corso così ai ripari per ridimensionare alcuni disagi, ma ormai la “frittata” era stata fatta.
Il convegno del CNA sul futuro dei Sassi ha offerto l’opportunità di confrontarsi tra i vari attori (assenti i ristoratori), ma sarebbe opportuno che fosse l’Amministrazione Comunale a guidare un processo di coordinamento.
Noi del Comitato Residenti Sassi ci siamo, ringraziamo chi ancora crede (come l’associazione degli albergatori) che la presenza dei residenti aiuti a portare qualità.
Per questo un altro miracolo deve essere possibile: arrestare la fuga dai Sassi dei residenti e creare condizioni, opportunità perché altri possano ritornare: cominciando, ad esempio, dal completamento degli interventi della cosiddetta legge n. 179/92.
E’ un auspicio che vorremmo scaturisse anche dalla pluralità di iniziative previste per la celebrazione dei 30 anni di Unesco, che la città si appresta a festeggiare.