Nicola Pavese, Presidente dell’Associazione Matera Ferrovia Nazionale, in una nota denuncia il degrado nella stazione ferroviaria di Ferrandina. Di seguito la nota integrale.
Mentre con Italobus si arricchiscono (con tre corse giornaliere) i collegamenti da/per Napoli, nel momento in cui sono ripartiti i lavori per la Ferrandina-Matera e il Frecciarossa è tornato sui binari della Basilicata, dobbiamo segnalare lo stato di incuria della Stazione di Ferrandina che rimane misteriosamente in una situazione di crescente degrado e abbandono. Tutto ciò nonostante gli interventi di riqualificazione previsti che si proponevano di promuovere l’inclusione sociale attraverso una migliore accoglienza, la costruzione di un terminal bus, un parcheggio (realizzato da RFI), la risoluzione degli allagamenti del piazzale, oltre ad aree verdi, panchine, pannelli informativi, pensiline e altro che avrebbero creato anche qualche posto di lavoro. Non si tratta di criticare il Comune di Ferrandina per non avere ancora ripreso gli interventi sospesi (inspiegabilmente?) da oltre due anni, ma stiamo parlando di una realtà scomoda che crea difficoltà ai tanti viaggiatori che fanno scalo a Ferrandina per raggiungere Matera e le aree interne.
Le infrastrutture non hanno colore politico: qui si chiede efficienza e il rispetto di un progetto per evitare ancor più l’abbandono delle aree interne e il conseguente calo demografico.
Il cambio di orario del Frecciarossa Taranto-Milano-Torino (alle ore 7,02 anziché alle 6,23) non è stato comunicato alle FAL per cui, sopratutto la sera l’arrivo da Milano-Bologna-Roma costringe i viaggiatori per Matera all’attesa del bus di ulteriori 30 minuti rispetto all’arrivo del treno. Inoltre nelle bacheche presenti sul piazzale stazione non ci sono gli orari dei tanti bus del servizio pubblico che fermano a Ferrandina. Oltretutto ci si trova nella condizione di non poter chiedere una qualsiasi informazione perché la caffetteria di stazione è inspiegabilmente chiusa da diversi mesi. Non ci vuole molto per pensare che gli amministratori di Ferrandina e di Matera non facciano abbastanza per alleviare le difficoltà di chi viaggia. Pertanto sono chiamati a risolvere anche queste problematiche perché rientrano nei loro doveri civici nel rispetto della collettività. Non si tratta di soffiare sul fuoco, ma di far arrivare agli amministratori di Ferrandina e di Matera il disappunto raccolto fra i viaggiatori (e fra essi diversi turisti) che non possono acquistare almeno una bottiglietta d’acqua.
Per non dire dell’immobilismo rispetto alla tratta Ferrandina-Matera-Gioia del Colle-Bari, alla “questione Auletta-Polla” e del fatto che tale isolamento non facilita il rilancio industriale della Valbasento, quello turistico delle aree interne e il potenziamento ferroviario. Perché tanta trascuratezza e indolenza?
Va sottolineato che il Comune di Ferrandina ha reso il campo sportivo Santa Maria un autentico gioiellino, perché non si fa la stessa cosa con la Stazione ferroviaria dove passano molti forestieri ed è garantita persino l’assistenza ai disabili?
Nel mese di giugno scorso abbiamo fatto un sopralluogo con il Sindaco di Ferrandina, Lisanti, e il consigliere regionale Braia dai quali venne la geniale proposta di cambiare la denominazione dello Scalo in “Ferrandina-Valbasento”. È stato fatto qualcosa? E della pensilina e dell’innalzamento del marciapiede del primo binario cosa dire? Alla sottoutilizzata stazione, alla Zona Franca Doganale, all’area industriale e ai paesi limitrofi servono soprattutto investimenti e quindi efficienza e funzionalità. Altrimenti i sogni di gloria e di rinascita sono destinati a fallire per sempre.
Perché tanto disinteresse?