Nicola Pavese, Presidente Associazione “Matera Ferrovia Nazionale: “Le Ferrovie dello Stato a Matera servono eccome”. Di seguito la nota integrale.
La domanda è facile facile: le Ferrovie dello Stato a Matera aggiungeranno o toglieranno qualcosa alla città e al territorio? Questa domanda rivolta alla “gente comune”, agli inviati degli organi di informazione e ai turisti trova una risposta unanime e inequivocabilmente a favore della ferrovia. La stessa domanda rivolta ai politici locali non trova altrettanta condivisione con una risposta perentoria e convinta. Si tratta, infatti, di politici che tergiversano nella risposta o che spesso ignorano “volutamente” gli aspetti positivi di una infrastruttura così importante per le nostre comunità e per le imprese. Sicché per l’interesse generale risulta perlomeno strano e fuorviante che venga bocciato da qualcuno (o perlomeno trascurato) il completamento della tratta Ferrandina-Matera. Persone evidentemente poco informate o indirizzate su un binario sbagliato. Oltretutto si tratta di una posizione sicuramente insensata, per qualcuno addirittura cinica, il non riconoscere la necessità di far arrivare le FS nella Capitale europea della cultura in un momento di presenze turistiche eccezionali e che tali devono restare per il futuro.
Ed è ancora più assurdo e illogico esprimersi in questi termini proprio nel momento in cui Rete Ferroviaria Italiana sta completando in questi giorni la “riprogettazione” dell’opera per adeguarla ai nuovi standard europei di sicurezza imposti dopo il disastro del treno Andria-Corato (vedi le non previste vie di fuga nella galleria Miglionico), oltre all’elettrificazione al posto della iniziale trazione diesel dei treni e un armamento adeguato per l’aumento della velocità sulla tratta da 120 Km/h a 160-180 Km/h, che consentirà l’arrivo a Matera delle “Frecce” di Trenitalia. Questa situazione si registra mentre diversi “lavori minori” (non certo meno importanti) sono stati realizzati nell’ultimo anno lungo la linea già costruita negli anni ‘80, quindi alla stazione di Matera – La Martella e recentemente nella stazione di Ferrandina (vedi l’ampliamento dei parcheggi e i prossimi lavori di riqualificazione del piazzale esterno). Con i cantieri ancora più “visibili” che partiranno a inizio 2020 (fonte Ferrovie dello Stato), proprio come stabilito dal crono-programma dei lavori.
In questa vicenda, la cosa che risulta deleteria è l’azione irragionevolmente denigratoria di qualcuno verso lo scalo basentano (che le Ferrovie hanno elevato comunque a “scalo Matera”) senza tener conto che il sito ferroviario si raggiunge comodamente in 20-25 minuti di auto o 35-40 minuti di bus dal capoluogo, nonostante i disservizi del trasporto pubblico. Stazione che consente di raggiungere con comodi e spesso confortevoli Intercity e Frecciarossa città come Salerno, Napoli, Roma, Firenze, Bologna, Milano in direzione Nord (oltre a Taranto, Brindisi e Lecce in direzione Sud). Sembra poco per un territorio ancora scollegato con il resto del Paese? E se le città appena citate, con il completamento della tratta Ferrandina-Matera, nel giro di qualche anno potessero essere raggiungibili dalla Città dei Sassi e viceversa sarebbe o no un vantaggio e una conquista epocale di civiltà? Sicuramente sì. Ed è forse questo che non vuole chi ama Matera e la Basilicata solo a parole ed è incurante dei problemi e del futuro delle nostre aree interne. Ci piace segnalare, inoltre, che proprio in questa stazione la “Fondazione Matera 2019” ha deciso di promuovere il turismo per la Città dei Sassi e che Bascalo Cafè aprirà presto i battenti.
Non sono pochi a pensare che Matera sintetizzi le contraddizioni di diverse città del Mezzogiorno, dove è a volte la politica locale (non sempre quella nazionale!) a essere latitante di fronte ai problemi e ai mancati investimenti e posti di lavoro. Matera, ancora senza le Ferrovie dello Stato, sta affrontando con non pochi affanni i molteplici problemi di una accessibilità ancora arretrata e affidata soprattutto al trasporto su gomma. Sgomenti si assiste all’arrivo di 300-400 ingombranti bus giornalieri. Mezzi che in una città di appena 60 mila abitanti (e spazi urbani limitati) non può non creare enormi difficoltà. Tra l’altro, dovrebbero essere i sempre più disastrosi cambiamenti climatici (che anche dalle nostre parti creano trombe d’aria improvvise, con crolli allagamenti e distruzioni) a orientare scelte politiche diverse. Non è possibile, infatti, trascurare, per una città d’arte come Matera, aspetti importanti come l’inquinamento da traffico, la qualità della vita, lo stress del traffico urbano e gli incidenti stradali sulle strade extraurbane.
Senza dire che se “Matera 2019” si fosse celebrata con l’arrivo delle FS sarebbe stato un evento indimenticabile e nazionale e la città si sarebbe arricchita di un’opera simbolo degna di una capitale europea. Città che dovrebbe guardare al futuro con ben altre ambizioni, dotandosi di infrastrutture di trasporto moderne ed efficienti.